Capitolo 13

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●Personalità●


Con la notte tutto era cambiato, quel maledetto mal di testa aveva smesso di torturarlo, i graffi e i lividi stavano scomparendo dal suo bellissimo volto, ma la fame no, quella non si era ancora placata.
Si massaggiò con la mano il collo ancora dolorante, Taehyung e Jimin ci erano andati giù pesante con il loro fratellino.
Sospirò facendo scricchiolare le ossa della braccia e lasciandosi cadere sul morbido letto ripensò a quanto fosse stato stupido ed incosciente qualche giorno prima. Lo avevano rinchiuso nella sua camera e giustamente dopo aver perso il controllo.
Lui odiava perdere la ragione, l'aveva sempre vista come una debolezza e non sopportava quella disgustosa doppia personalità che lo metteva ogni giorno in discussione e che si era presentata a lui quando si era risvegliato.

Il Jungkook di una volta stava scomparendo, doveva farsene una ragione ed iniziare ad accettare JK il carnefice, ma proprio non ci riusciva.
Quel cupo e schizzato individuo che veniva a bussare nella porta della sua mente per poi entrare senza chiedere il permesso ogni volta che percepiva del sangue umano era ingestibile, malvagio e folle.
Jungkook era stufo, perché non riusciva ad essere come i suoi fratelli? Perché non poteva essere semplicemente un freddo e insensibile vampiro capace però di mantenere la sua razionalità? Era forse ancora troppo umano e doveva lasciarsi andare? Troppo legato ai suoi ricordi?
Non capiva.
Non era questo quello che voleva, non era di certo soddisfatto e forse quella volta, sarebbe solamente dovuto morire.

"Toc toc"

-Avanti-

Sussurrò, voltandosi a guardare la luna che ora faceva capolino tra i pesanti drappi rossi che decoravano la finestra.

Namjoon un secondo dopo, se ne stava lì impalato ai piedi del suo letto ad osservarlo.
Alto, statuario, bianco come se fosse stato lavorato da un blocco di marmo, sorretto da quel bastone nero sormontato in cima da una testa di leone intagliata nell'argento.
Il castano lo aveva sempre ammirato, così posato ed elegante, anche se in cuor suo si celava una bestia spietata.
L'aveva aiutato da umano e anche da non-morto, Nam era suo fratello maggiore, non ché suo padre innaturale, non aveva paura di lui e sapeva di potersi fidare, ma il solo fatto che lo avesse ancora una volta deluso lo faceva sentire tremendamente a disagio.
Jungkook si appoggiò con la schiena alla testiera in ottone del letto e sospirò ancora. Gli sarebbe toccata una bella lavata di capo, o magari il maggiore stufo di questa sua doppia personalità l'avrebbe ucciso una volta per tutte togliendosi di torno quel JK irrequieto e ingestibile che era costretto a far gironzolare in casa come una mina vagante.

-Come ti senti?-

Jungkook sgranò gli occhi, puntando le sue iridi nere sul ragazzo dai capelli platino, non sembrava arrabbiato o deluso, era solamente preoccupato per lui.
Si diede ancora dello sciocco. Quell'uomo aveva la capacità di leggerlo come un libro aperto, dopotutto era la sua progenie e anche non volendo il Master poteva percepire e sentire dentro di sé qualsiasi emozione che il minore adesso stesse celando.

-I tagli e le contusioni stanno scomparendo, tra non molto sarò tornato quello di prima e..-

Namjoon colpì con la punta del suo bastone il pavimento in parquet interrompendo il minore con quel suono fastidioso.

-Jungkook,intendo mentalmente, sto parlando con te ora o con JK?-

Deglutì a vuoto, si mosse sul letto mettendosi seduto e massaggiandosi l'attaccatura del naso con le affusolate dita.

-Sono io, sono in me ora, ma se non bevo, se non mi nutro, temo che quel pazzo possa tornare e sai che lo detesto. Io non voglio essere sopraffatto, non voglio essere debole, ma..non ci riesco-

•𝓑𝓵𝓸𝓸𝓭 𝓢𝔀𝓮𝓪𝓽 𝓪𝓷𝓭 𝓣𝓮𝓪𝓻𝓼• || ʙᴛs ᴠᴀᴍᴘɪʀᴇ ᴇᴅɪᴛɪᴏɴ ||Where stories live. Discover now