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missing puzzle piece

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missing puzzle piece

la luce, se pur non troppo forte, del sole si posò leggera sul viso di jisung, svegliandolo di conseguenza.
arricciò il naso, per poi far uscire dalla sua bocca un sonoro sbadiglio e, stropicciandosi gli occhi, si mise seduto sul letto.
la sera prima aveva cenato da minho, al quale per fortuna era scesa la febbre, ed era tornato a casa subito dopo.
il suo primo pensiero era ovviamente sapere come stesse il corvino, ma l'avrebbe scoperto solo andando a scuola.
decise per tale ragione di sbrigarsi, così da poter raggiungere in fretta l'istituto.
si alzò dal letto, fece colazione, si lavò e si vestì con dei semplici jeans neri e una felpa viola; uscì di casa poco prima delle 08:00 e si mise in cammino.
ripensò per qualche secondo al breve litigio avuto il giorno prima con il maggiore, si era sentito malissimo in quei pochi attimi e si sarebbe voluto prendere a schiaffi per le cose che gli aveva detto; quest'ultime non davvero pensate ma frutto di arrabbia mischiata alla sua preoccupazione nei confronti dell'amico, per il quale provava una piccola simpatia.
mentre camminava, una leggera brezza gli scompigliava i capelli, nel frattempo vari pensieri gironzolavano per la sua mente; facendolo dannare.
erano giorni che si era reso conto di provare qualcosa per minho, ma, quando quest'ultimo si era arrabbiato, ne aveva avuto la piena conferma.
in quanto, litigandoci, si era sentito male, triste e come se un vuoto si fosse formato dentro di lui; sperava che non avrebbe più provato tale sensazione.
si chiedeva però: era giusto? era corretto provare qualcosa per una persona del suo stesso sesso?
e ancora, era possibile stare con una persona dello stesso sesso in un paese come la corea?
in un paese dove gli altri sono sempre pronti a giudicare, come se i comportamenti e le scelte degli altri influenzassero le loro, era praticamente impossibile mostrarsi per come si era veramente.
aveva infatti paura, paura che questo suo sentimento diventasse un qualcosa di molto più grande, paura che sarebbe stato distrutto dalla società, paura di non venire accettato dalla propria famiglia e soprattutto paura di se stesso.
aveva paura di tornare in quel periodo buio che l'aveva accompagnato per anni, quando ancora non riusciva a capire chi fosse e forse ancora non lo sapeva davvero.
si sarebbe accettato? e soprattutto, minho provava le stesse sensazione che jisung provava stando con lui?
a tutte queste domande, per ora, non aveva alcuna risposta.
sperava, però, di trovarle il prima possibile e di poter vivere la sua vita nel migliore dei modi.
sperava con tutto se stesso di essere felice, di poter semplicemente avere al suo fianco una persona che lo amasse e accettasse per quel che era, per le sue qualità e per come si mostrava davvero.
quella persona sarebbe stata minho? non lo sapeva, la sua unica certezza, al momento, era la consapevolezza di volergli stare vicino, proteggerlo e, perché no, farsi proteggere.
sorrise all'ultimo suo pensiero, riprendendo a camminare fino a raggiungere il cortile della sua scuola.
si guardò intorno, cercando il corvino ma, non vedendolo, si diresse verso la porta della sua classe; sospirò, aprendola lentamente.
spalancò di poco gli occhi per la sorpresa, nell'aula nessuno era presente tranne, per gioia del suo piccolo cuore che stava scoprendo nuovi e puri sentimenti, minho.
quest'ultimo, sentendo la porta aprirsi, si mise ritto sulla sedia.
"chi è arrivato?" domandò innocente, con un piccolo sorriso sulle sue labbra rosee.
jisung entrò, chiudendosi la porta alle spalle, avvicinandosi al maggiore con passo lento.
"mh, chi sei?" chiese nuovamente minho, percependo l'individuo, a lui per ora non noto, stare davanti a lui.
ci furono secondi di silenzio che terminarono con il moro che, dopo aver posato lo zaino, si catapultò fra le braccia del suo hyung, stringendosi a lui.
il corvino, capendo chi lo stesse abbracciando in quel modo, si lasciò scappare una piccola risata, ricambiando la stretta.
trovando scomoda la posizione, minho fece sedere il più piccolo sulle proprie gambe, così da poterlo abbracciare meglio.
vedendo in che situazione fossero, jisung arrossì ed entrò in panico leggermente.
"h-hyung! potrebbe entrare qualcuno" disse imbarazzato, cercando di scendere dalle sue gambe.
in risposta però, il più grande lo strinse ancora più forte.
"non mi importa, voglio abbracciarti" disse sincero, lasciandogli un bacio sulla spalla che fece arrossire il minore maggiormente.
quest'ultimo avvolse le braccia attorno al collo di minho, il quale prese ad accarezzare i suoi capelli.
i due erano in un mondo tutto loro, erano chiusi nella loro bolla di pace e tranquillità, dove l'unica cosa di cui avevano bisogno era il loro contatto fisico; nulla di più e nulla di meno.
minho era felice in compagnia di jisung, da quando avevano parlato per la prima volta si sentiva come se quel ragazzo, un po' goffo e divertente, fosse davvero il pezzo mancante del suo puzzle di vita.

-spazio me-
innie is hereee :))
spero il capitolo sia venuto bene e che vi piaccia, non ne sono molto soddisfatta onestamente :c
lele loml ho aggiornato per te😾

blind boy {minsung}Where stories live. Discover now