~𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 45~

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- Ciao tesoro mio- disse la donna di fronte a me guardandomi con occhi tremanti.
Incrociando le braccia al petto la iniziai a squadrare, i capelli biondi in disordine, gli occhi che chiedevano alle lacrime di uscire, le labbra contornate da un rossetto rosso sbavato, tutto di lei dava l'impressione di aver pianto già da tempo.

- Cosa ci fai qui?- feci un passo in avanti involontariamente verso di lei.
- Per favore possiamo parlare?- congiunse le mani davanti al petto in segno di preghiera.
- Vai parla-

Guardò i due ragazzi dietro di me, i quali avevano assunto la mia stessa posizione, con le braccia al petto e la testa inclinata da una parte.
- Da sole- ripotò gli occhi su di me.

- Ragazzi per favore lasciateci sole- voltai il viso di 90 gradi verso di loro.
- Va bene...andiamo- Jorge prese per un braccio Mason e lo trascinò fuori.
- Non credo che dovremmo lasciarle sole- sentì dire da quest'ultimo mentre usciva dalla casa.

Riposi lo sguardo su mia madre - Vai parla- ripetei.
- Voglio risolvere questa faccenda, sei mia figlia non voglio rimanere litigata con te- si avvicinò a me, io ritirai il passo fatto precedentemente.
- Per favore- si avvicinò al divano - parliamone civilmente- diede due colpi sul cuscino vicino a lei, per farmi segno di sedere.

Per non dargli soddisfazione mi sedetti sulla poltrona più lontana da lei, mantenendo le braccia incollate al petto.
- Isabelle, mi dispiace tanto dav-
- Prima che inizi con il tuo lamento, spiegami cos'è successo- la bloccai subito.
- Va bene...ehm-
- Non cercare scuse, voglio la verità-
- Anche se questa potrebbe allontanarti per sempre da me?- ribatté lei dispiaciuta.
- Si - dissi senza esitare e mantenendo i miei occhi fissi sui suoi.

- Come vuoi tu...- sospirò, cercando di prendere tempo per non arrivare all'imminente collasso della nostra relazione mamma-figlia.
- Come sai la relazione con papà non andava bene già da tempo-
- 3 lunghissimi anni- aggiunsi.
- Già, volevamo lasciarci da tempo, ma nessuno dei due aveva il coraggio di chiedere il divorzio...non volevo essere io la prima, cosi ho deciso di trovare qualcosa che l'avrebbe spinto a farlo-
- E così l'hai tradito...- dissi con le lacrime impetuose di uscire, speravo che quell'affermazione non fosse vera.
- Esatto- disse dopo una pausa rompendo la mia speranza in mille pezzi.

Il mondo mi crollò addosso, iniziai a sentirmi pesante, mi si annebbiò la vista: chiusi gli occhi.
Speravo che quello fosse solo un incubo e che se avessi riaperto gli occhi tutto fosse scomparso, come in una giornata di nebbia, dove quest'ultima scompariva per lasciare posto al sole.

Iniziai a sentire le lacrime graffiarmi il viso, le asciugai con la manica della maglietta: riaprì gli occhi.
La vedevo ancora lì, seduta sul divano in pelle, con tutto il corpo rivolto verso di me e le mani congiunte sulle ginocchia, in silenzio, aspettando di ricevere una qualche risposta da me.
- Izzy, voglio chiederti di venire con me- disse vedendo il mio silenzio.

- Venire con te? Dove?- chiesi guardandola male.
- Con me, torniamo in Italia, riallacciamo i rapporti, ti farò conoscere la persona che ho iniziato ad amare-
- TU SEI DEL TUTTO IMPAZZITA!- mi alzai urlando - Come pretendi che io, dopo tutto quello che hai fatto, venga con te in Italia per vedere la persona con cui hai tradito papà? Mamma ti rendi conto di quello che stai dicendo!? Stai sparando cazzate su cazzate!-
- Si...ti ho chiesto una cosa impossibile lo so, me ne rendo conto ma-
- "La persona che ho iniziato ad amare"- ripetei le parole dette in precedenza, confusa - LA PERSONA CHE HAI INIZIATO AD AMARE MAMMA!?- le urlai contro.

- È davvero gentile con me, mi fa stare bene- iniziò ad elencare tutti i suoi pregi.
- Mamma non m'interessa, non lo accetterò mai. Può essere anche l'uomo perfetto, ma non è papà, non è l'uomo che mi ha cresciuta e che MI ha amata, che CI ha amate con tutto sé stesso e TU l'hai tradito spudoratamente, perché non volevi chiedere il divorzio per prima!- iniziai a piangere urlando.

Sentendo le urla Jorge e Mason rientrarono in casa spaventati.

- Che sta succedendo? Perché hai urlato?- disse Jorge rivolgendosi a me.
Vedendomi piangere Mason si avvicinò e cercò di abbracciarmi, lo allontanai, in quel momento non volevo nessuno, volevo solo restare da sola.
- Mi vuole portare con sé, per farmi conoscere "l'uomo che ha iniziato ad amare"- rivelai dicendo l'ultima frase scimmiottando la sua voce.

- Vuoi portarla con te!? Sei del tutto impazzita!?- urlò Jorge.
- È quello che le ho detto anche io- aggiunsi sottovoce.
- È mia figlia non puoi impedirmelo- portò le mani avanti per non cadere indietro.
- Lui no, ma io si - dissi - non verrò mai con te, neanche se stessi per morire-

- Per favore Izzy, dammi una possibilità- disse avvicinandosi a me.
- Te la scordi la possibilità, a te non darò mai nulla. Non ti doveva passare neanche per l'anticamera del cervello l'idea di chiedermi una cosa del genere-
- Sono tua madre, tu fai quello che dico io- batté i piedi a terra per rafforzare la sua affermare.
- Non puoi costringerla- si intromise Mason.
- Tu non t'intromettere, non fai parte della famiglia- disse puntandogli un dito contro.

A sentire quella frase mi si appannarono gli occhi dalla rabbia, non resistetti più, le andai contro.
- Non ti permettere di parlagli in questo modo!- urlai - Lui fa parte della mia di famiglia, nella quale tu non ci sei più da tempo ormai-

Iniziò a guardarmi, ora stava piangendo anche lei.
- Ti ho ferito? Bene, ne sono felice- sputai acida - Puoi anche andare via da qui, non ti seguirò neanche morta- indicai la porta.
- Se esco da quella porta mi avrai perso per sempre- disse fissandomi negli occhi.
- Sopravvivrò- risposi senza mostrare sensi di colpa.

- Isabelle- Mason mise una mano sulla mia spalla per dirmi che stavo facendo una cavolata e che me ne sarei pentita.
- Lasciami- con un movimento della spalla gli tolsi la mano che portò sul viso in segno di disperazione.

- Chiudi la porta quando esci- dissi guardando la donna che aveva tradito la mia fiducia, tanto da non considerarla più mia madre.
- Quindi hai deciso così eh?- disse lei, annuì, guardò a terra - Va bene, vado...se vorrai riparlarne sai dove trovarmi- si avviò verso la porta.
- Il più lontano da me spero- aggiunsi non togliendole gli occhi di dosso per tutto il tragitto fino all'uscita.

Appena sentì la porta chiudersi crollai al suolo, letteralmente, iniziando a sfogare la rabbia repressa fino a quel momento, per non farmi vedere fragile davanti alla donna che ora odiavo con tutta me stessa.
Mason e Jorge si avvicinarono a me e mi abbracciarono, portai entrambe le mani sul mio viso scaricando gli occhi carichi di lacrime amare: il mio cuore era definitivamente rotto.

-𝗦𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗮𝘂𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲-
Capitolo 45 finito! Vi ringrazio per le 40,2k letture, non smetterò mai di ringraziarvi e di dirvi che vi voglio bene con tutto il cuore.
See you soon
- ❤

Burn-Mason MountDove le storie prendono vita. Scoprilo ora