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-Dai andiamo, domani c'è scuola- dissi scendendo dal letto e infilandomi le scarpe, ma facendo ciò mi guadagnai un'occhiataccia da Soobin.
-Non credo che questa dovrebbe essere una tua preoccupazione al momento, ma se dici di sentirti bene possiamo andare. Ti accompagno a casa.

Uno di fianco all'altro tornavamo verso casa mia in un silenzio quasi forzato, come se uno dei due volesse dire qualcosa ma se lo tenesse per sé per paura di una qualche reazione negativa. Non era la prima volta che capita e sinceramente mi confondeva. Come di routine mi girai verso Soobin cercando di decifrare la sua espressione, ma tutto ciò che vedevo era uno sguardo indeciso. Dovevo rompere io il ghiaccio: -Dillo.
-Dire cosa?
-Quello che stai pensando. Quello che pensi sempre, ma non dici mai.

Si fermò di colpo e con una mano si grattò la nuca in modo nervoso, per poi sospirare e dire tutto d'un fiato: -Non dirmi subito di no, devi capire che me lo chiede da un sacco di tempo e non posso continuare a dirgli che ci proverò o cose del genere.
-Vai al punto, Soobin.
-C'è questo ragazzo del primo anno che frequenta con me il club di musica, è molto dolce e simpatico. È anche gentile e gli piace un sacco suonare e, beh, mi ha chiesto di presentarvi. Ti ha visto ballare dietro la palestra da quel che ho capito.
Oh questo non mi sta piacendo. Sgranai gli occhi a quelle parole. Come se non sapesse già la risposta.

-Tu sei impazzito- sentenziai per poi riprendere a camminare.
-Dai, hyung, non sai neanche che tipo di persona è.
-Mi farai diventare matto- borbottai tra me e me -Va bene, dimmi qualcosa di lui e deciderò cosa fare. Ma non aspettarti che io cambi idea facilmente.
Il suo volto sembrò illuminarsi, come se lo avessi liberato di un peso enorme. Mi mise un braccio intorno alle spalle e sfoderò le sue fossette.

Passò i restanti dieci minuti che ci dividevano da casa mia a raccontarmi di questo ragazzo è di quanto fosse simpatico e talentuoso. Scoprii che suonava la chitarra e che al club di musica era il più allegro. Preferiva i cani ai gatti e non gli piaceva il gelato menta e cioccolato, una cosa a dir poco assurda visto che quello è il gusto migliore. Sembrava essere una persona solare e buona, sempre pronta a smuovere la situazione.

Un adolescente che vive a pieno la sua vita, insomma.

-Domani te lo presento. Solo, non mostrarti troppo scocciato.
Scocciato lo ero già in quel momento: non mi serviva qualcun altro con cui parlare, avevo Soobin e lui mi bastava. Perchè conoscere una nuova persona? Per ritornare di nuovo alle solite frasi tipo "ma figurati se vedi veramente tutto grigio" o "basta con le metafore"?
No grazie.
-Non ho ancora capito chi sia, l'avrò visto almeno una volta nei corridoi, giusto?
-Di sicuro, gira sempre con una chitarra in una custodia azzurra. Non passa inosservato.
Azzurra...

-Va bene, ma ora vai a dormire che ti stai esaurendo - lo presi per le spalle e lo spinsi leggermente verso il marciapiede, stringendo gli occhi in un piccolo sorriso.
Sapevo che non l'aveva fatto apposta è ormai ci passavo sopra senza darci molto peso, ma non riuscivo a smettere di pensare a come potesse essere questo azzurro. Soobin mi aveva insegnato che il cielo era azzurro, quindi mi sarebbe bastato cercare una custodia per una chitarra color grigio chiaro di luna per trovare il misterioso primino.

Per un qualche motivo volevo davvero trovarlo

Grigio chiaro di lunaWhere stories live. Discover now