Capitolo 38 - APRI GLI OCCHI, TI PREGO

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Ci avevo provato per tutto il pomeriggio a sentire ancora la sua voce ma nulla era successo, mi ero quasi convinto di averla immaginata quella voce, non ero nemmeno sicuro che fosse veramente la sua.

Fortunatamente con il passare delle ore il suo battito cardiaco era tornato regolare, il suo cuore aveva ricominciato a battere in maniera normale, non che fosse un battito tranquillo, ma almeno non rischiava il collasso, sentivo sempre quella paura che la attanagliava.

Era ormai sera e quasi tutti erano usciti dalla stanza di Amira, c'era chi era andato al piano di sotto, chi era tornato a casa propria e chi invece era uscito per prendere una boccata d'aria; io non me la sentivo di lasciarla da sola, se era vero che potevo cercare di comunicare in qualche modo con lei dovevo continuare a provare, anche se ero particolarmente stanco e frustrato.

Scott si era accorto del mio stato d'animo, ci sperava anche lui che ci riuscissi, aveva capito che era successo veramente qualcosa, ed era sicuro che fosse di Amira la voce che avevo sentito, mi aveva spronato per tutto il pomeriggio a continuare a provare, era rimasto con me fino a pochi minuti prima, quando Malia lo aveva obbligato a scendere, stava per trascinare giù anche me, ma non volevo.

Mi accasciai sulla sedia che si trovava di fianco al letto, lei era sempre lì, bellissima come sempre, sembrava che dormisse beatamente nonostante non fosse così, quanto avrei voluto che in quell'istante avesse aperto le palpebre, mi mancavano da morire i suoi grandi occhi color cioccolato, mi mancava vedere come le sue ciglia lunghe si abbassavano e si alzavano, mi mancava qualunque singola cosa, la sua voce, il suo sorriso, il suo modo strano di piegare la testa di lato quando pensava a qualcosa, le fossette che gli si creavano ai lati della bocca, tutto mi mancava.

Gli accarezzai i capelli cercando di spostarli dal viso, ero stanchissimo, ma volevo riprovare a comunicare con lei.

<<Amira, ti prego, dimmi qualcosa, qualunque cosa, non è possibile che mi sia immaginato tutto.>>

Passai ancora mezz'ora a riprovare a sentire la sua voce ma non successe nulla, il ronzio nella mia testa era andato pian piano diminuendo con il passare del tempo, appoggiai la testa sul materasso al suo fianco e non mi accorsi nemmeno di essermi addormentato.

Fui svegliato all'improvviso da una voce.

<<Derek...>>

<<Amira? ...>>

<<Derek! Che cosa è successo?>>

<<Non ti ricordi nulla? ...>>

Sentii il suo cuore aumentare di velocità, gli presi la mano per rassicurarla

<<Tranquilla Amira, va tutto bene.>>

<<No Derek, non va tutto bene! Per piace allontanati, non ti voglio fare del male.>>

<<Ma che stai dicendo?>>

<<Derek io non so cosa sia successo! So solo che ho fatto del male a qualcuno, sono pericolosa, mi dovete stare lontano.>>

<<TU. NON. SEI. PERICOLOSA.>>

Quelle sue parole mi avevano svegliato completamente, come poteva minimamente pensare una cosa del genere? Lei non era pericolosa, non lo era mai stata, era la persona più gentile che avessi mai incontrato.

Involontariamente avevo alzato la voce, non era assolutamente vero quello che aveva detto e se ne doveva convincere anche lei, mi avevano innervosito quelle sue parole, perchè probabilmente era proprio quello il motivo per cui non riusciva a svegliarsi, si era autoconvinta di essere pericolosa.

Prefetti sconosciuti - Derek HaleWhere stories live. Discover now