Capitolo 53

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FEDERICA

«Lo sai che ti stai mettendo in qualcosa più grande di te, vero?» Ribadisce la mia amica mentre tento di mettermi questo stupidissimo vestito viola, che per giunta non riesco a farmelo piacere.
«Cosa dovrei fare secondo te?», domando sbuffando mentre continuo a fissarmi allo specchio della sua cameretta.
«Stare attenta» esordisce nuovamente facendomi perdere la pazienza.
«Puoi darmi qualche spiegazione in più, devo stare attenta a cosa? Christian è complicato, lo so bene ma sento che adesso è diverso, sento che sta migliorando», dico con un filo di speranza nella voce.
Tuttavia, il mio riflesso si prende gioco di me, quella vocina interiore mi punzecchia ricordandomi la mia ingenuità.
«Hai ragione, conosco Christian da sempre e con te sembra un'altra persona ma voglio che comunque adesso tu stia attenta, attenta ai tuoi sentimenti. Non farti ingannare sempre dalle sue parole, a volte è incoerente e conosco quanto tu sia buona, quindi non voglio che ti faccia soffrire perché significherebbe doverlo uccidere!» esclama come se fossero letterali le sue parole.
«So che ti preoccupi ma non capisco perché da mezz'ora continui a farmi lo stesso discorso sui sentimenti e sulle emozioni, mettendo in mezzo anche Michael... cosa c'entra lui?» domando confusa.
Lei si alza in piedi sui suoi vertiginosi stivaletti blu notte, alti fino al ginocchio. La rendono più adulta, anche più slanciata; è davvero bellissima in questo vestitino accollato nero. Fa qualche passo verso di me poggiando le mani fredde sulle mie spalle esili, il contatto mi provoca un brivido che mi ricorda quando è lui a sfiorarmi e provocarmi queste emozioni pur avendo le mani molto calde. La sua influenza su di me è tanta, comprendo la preoccupazione di Charlotte poiché Christian è qualcosa di estremamente enigmatico, ma non capisco l'apprensione che cova nei miei confronti e nei sentimenti che stanno nascendo per il suo amico. Christian mostra davvero poco di sé a chiunque e so che Charlotte ha visto e conosce di più di quel che dice ma so anche che tiene a lui come tiene a me, le sue parole vogliono proteggermi anche se non capisco da cosa. «Michael e Chri non vanno d'accordo e tu hai un legame con entrambi in qualche modo, non voglio che i loro dissapori ti coinvolgano. Devi solo stare attenta, me lo prometti?» Fa lei come una vera mamma apprensiva.
Annuisco anche se continuo a non comprendere perché si comporta così stranamente oggi.
«Bene, adesso fatti piacere questo vestito e andiamo» brontola con un viso teso, insolito per lei. «Sicura di star bene? Sembra che tu abbia visto un mostro o stia pensando troppo a qualcosa» rispondo preoccupata.
Vedere Charlotte stare male mi crea un nodo al petto, lei è uno spirito libero con tanta energia in corpo, non riesco a sopportare di vederla in questo stato.
I suoi occhi grigi sembrano dubbiosi mentre le sue labbra farfugliano: «Sto bene».
Aggrotto la fronte ma rimango in silenzio, non voglio forzarla a dire niente, tuttavia, continuo a osservarmi e mi convinco di cambiare vestito mentre lei in un baleno, cambia radicalmente umore, cominciando a canticchiare una nuova canzone di Gazzelle. «Muoviti sennò facciamo ritardo» mi intima ancheggiando sui suoi stivaletti altissimi a ritmo di musica.
«Credo che mi cambierò, ho portato anche questi» dico estraendo dei pantaloni a zampa d'elefante grigio fumo brillantinato e un crop top nero, dal mio borsone.
«Abbiamo poco tempo e così facen...» sta dicendo quando qualcuno irrompe nella camera facendoci sobbalzare.
«Mi hai lasciato da solo mentre tua madre faceva il terzo grado a Mara, ti avevo chiesto di aiutarmi!» Sbuffa Carlo fissando sua sorella un cipiglio serio.
«Avete finito così presto? Mi aspettavo di rivederti tra circa tre ore» ridacchia Charlotte sistemando i miei vestiti sul letto.
«Questa me la paghi, sappilo» sbotta lui facendo per uscire ma la sorella lo ferma chiamandolo. «Cosa vuoi?», domanda lui furente di rabbia senza accorgersi probabilmente della mia presenza in camera.
«Lunedì c'è scuola, mi serve un passaggio per arrivarci» parla con voce da bambina sbattendo ripetutamente le ciglia.
«Scordatelo, andrai in metro o in bus», bofonchia girandosi per uscire ma prima di sbattere la porta alle sue spalle esordisce con: «Comunque bel vestito Fede».
Abbasso gli occhi su di me, carezzo il tessuto e sto per ringraziarlo ma in un baleno chiude la porta con un tonfo mentre Charlotte lo insulta. Quel colpo pare svegliare i miei pensieri che si dirigono verso Christian e sul suo modo di fare altalenante, sui suoi incubi che ogni notte lo annientano, si dirigono verso i suoi gesti singolari. Adesso come si comporterà? Questa sera ci saranno persone del liceo, persone che lo conoscono per il suo fare dispotico, viene temuto dai ragazzi e amato dalle ragazze? È quel tipo di uomo? Se cambiasse ancora e mi trattasse male o non mi rivolgesse la parola dopo la nostra notte insieme, probabilmente non riuscirei a dare un'altra possibilità al nostro rapporto, seppur la sua influenza mi annienti. Le pagine di quel diario mi attraversano stuzzicando sempre più la mia curiosità di conoscere, di conoscerlo, cosa significano quei disegni? Cosa pensa? Perché così struggenti e cosa raccontavano quelle pagine? La mia amica dice qualcosa che non sento, tuttavia, alzo gli occhi sulla mia figura e passo nuovamente le mani sul mio ventre, dopodiché, in una frazione di secondo lo sfilo, facendo sbuffare la ormai disperata Charlotte.
«Oh dio, sei peggio di Carlo... mi farete impazzire!» Sbraita buttandosi sul letto.

La Forma del DestinoWhere stories live. Discover now