84. La Guerra: L'Anello di Marvolo.

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Liv si fece coraggio, e bussò alla porta, evitando accuratamente anche solo di sfiorare il serpentello.

Silente non badò alle buone maniere, e con un colpo della bacchetta fece scattare la serratura.

L'interno della casa era avvolto nell'ombra, e l'aria fitta puzzava di chiuso e di muffa.

"Lumos." Liv sfoderò la bacchetta, cercando di vedere qualcosa intorno.

Le assi del pavimento scrocchiavano sotto ogni loro passo.

La casa poteva avere tre stanze al massimo, i due preferirono fermarsi nel salotto.

Da un lato, c'erano i fornelli e un lavandino colmo di vecchie padelle incrostate, con accanto sistemato un tavolo di legno con una gamba malandata.

Dall'altro, c'era un camino spento, difronte al quale era stata abbandonata una poltrona grigia e sfasciata.

Liv si avvicinò al tavolo, notando un bicchiere di Whisky Incendiario ancora mezzo pieno.

"Qualcuno vive qui dentro?" chiese al professore, mostrandogli l'alcol contenuto nel bicchiere, segno di attività più o meno recente.

Silente osservò l'oggetto nella mano di Liv, poi si guardò intorno.

Le labbra del vecchio si unirono, producendo un sibilo strascicato, e incerto su alcuni punti.

Liv corrugò la fronte.
"Professore..?" sussurrò.

Silente la zittì con un gesto della mano, e restarono in ascolto.

Dei lenti e pesanti passi provenienti dalla stanza accanto si avvicinarono alla loro posizione, Silente levò la bacchetta.

Un uomo si presentò davanti a loro, tenendosi appoggiato allo stipite della porta.

Era vecchio e raggrinzito, e la sporcizia sui suoi capelli e sui suoi vestiti non permettevano di distinguerne i colori.

"Chi diavolo siete?!" gridò, con la voce terribilmente rauca.
"E chi di voi ha detto il mio nome??"

Liv avrebbe voluto rispondere 'Nessuno ha detto il suo nome, signore.' 

Ma Silente la precedette, mettendola in totale confusione.
"Sono stato io, signor Gaunt."

"Sei un rettilofono? Qual è il tuo nome?" chiese tempestivamente, quasi attaccando il professore.

"Purtoppo no, Morfin, non ho un dono tale, ma ho studiato alcuni suoni."

Morfin esaminò la situazione, fissando le due figure davanti a lui.

"Ebbene, che diavolo volete da me?"

"Vedo che ha imparato... egregiamente a parlare la nostra lingua." sorrise affabile Silente.
Morfin lo guardò per un attimo.

Alzò le spalle, indifferente.
"Gli anni ad Azkaban sono serviti qualcosa, almeno." disse.

Poi, si trascinò fino al tavolo, e quando individuò il suo bicchiere di Whisky, lo strappò dalle mani di Liv e si stravaccò sulla poltrona davanti al camino.

"Non so perché mi stia facendo questi complimenti, ma sappia che non ho soldi." disse, prendendo un sorso.

"Oh, no, no... immagino che lei abbia frainteso, Morfin. Non è il denaro che io e la mia collega stiamo cercando."

"Dov'è l'anello di suo padre?" chiese Liv senza mezzi termini, non riuscendo a sopportare ulteriormente i modi barbari del vecchio.

Morfin si voltò a guardarla, e dopo attimi di silenzio, esplose in una grassa risata.

Liv guardò il professore.

"Oh, non ne ho idea..." disse, quando riuscì a riprendersi.
"L'ultima volta che l'ho visto era intorno al dito di mio padre. Quando sono tornato, mio padre era steso a terra al centro di questa stanza, freddo come un cubetto di ghiaccio, e senza il suo prezioso anello."

"Suo nipote l'ha rubato prima che lei tornasse." spiegò Liv.

"Mio nipote?"

"Tom Riddle, figlio di sua sorella Merope."

Alla nomina del nome, Morfin venne attraversato da un brivido di disgusto.
"E alla fine... si è sposata la feccia." disse.
"Mio padre si sarà rivoltato nella tomba."

"Comunque, anche se fosse... non mi sorprende che il figlio di quella nullafacente di mia sorella si sia ridotto a tanto."

Liv si girò nuovamente a guardare il professore, e notò che il suo sguardo era fisso sul punto che si trovava esattamente sotto il mento di Morfin.

La ragazza si fermò ad osservare, e si accorse di una piccola protuberanza triangolare sotto il maglione del vecchio Gaunt.

Silente incontrò il suo sguardo, ed
entrò nella sua mente.

Sta mentendo. Lo nasconde sotto i vestiti.

Morfin nel frattempo continuava a fissare entrambi, e si dimostrò essere meno ottuso di quanto sembrasse.

Un sibilo deciso uscì dalle labbra
del vecchio, che si alzò dalla poltrona.

"Che sta facendo?" chiese Liv, indietreggiando.

Silente sfoderò di nuovo la bacchetta.

"Sta chiamando i suoi serpenti."

Morfin rise istericamente, mentre decine e decine di serpenti strisciavano fuori dai muri, dal soffitto e dal pavimento.

Liv gridò, cercando di alzare i piedi da terra e di coprirsi la testa.

Morfin corse fuori dalla stanza.

"Olivia, andiamo!" Silente la indusse a correre, nonostante piovessero serpenti da ogni dove.

"Stupeficium!" Liv schiantò rettili a decine, sperando di non sentire un paio di denti conficcarsi nella propria carne.

Silente si protese in avanti, lanciando una maledizione a Morfin, che cadde a terra.

"L'anello!" il professore gridò alla ragazza, mentre costringeva Morfin a terra tenendogli la bacchetta puntata sulla gola.

Liv si chinò e scavò sotto gli strati di stracci, fino ad arrivare alla corda che teneva l'anello
di Marvolo legato al collo del vecchio.

Morfin ordinò di nuovo qualcosa ai suoi serpenti, e Silente strabuzzò gli occhi.

Nell'esatto istante in cui Liv strappò la corda, l'ambiente intorno a loro svanì in un turbine di immagini sfocate, e la ragazza si accorse della mano di Silente stretta intorno al suo braccio destro.

Atterrarono sul pavimento dell'ufficio di Silente, e il professore la guardò allarmato come non l'aveva mai visto.

"Resta qui, Olivia... vado a chiamare Madama Pomfrey e il professor Lumacorno... non chiudere gli occhi, Olivia... non farlo per nessun motivo."

Liv non riuscì a capire il significato delle parole del professore, fin quando non seguì il suo sguardo fino alla sua caviglia, sulla quale erano stati scavati due fori dannatamente perfetti.

La vista si sfocò poco a poco, e Silente si alzò diretto verso l'uscita.
Il dolore si stava diffondendo, e
- Liv immaginò - anche il veleno del serpente.

"Professore..." biascicò.
"Che cosa ha detto Morfin?"

Silente la guardò, girando la maniglia della porta.
"Ha chiesto loro di ucciderti."

Nonostante gli avvertimenti del professore, il sonno ebbe la meglio.

R U mine? || sirius black Where stories live. Discover now