Capitolo V

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DAVID

Che bella la spiaggia la mattina presto, non c'è nessuno e domina il silenzio.

Stringo la mano della bellissima ragazza che mi sta accanto <<avevi ragione questo posto è bellissimo>> le dico meravigliato, la guardo negli occhi e mi perdo nel suo verde.

<<vedi, devi ascoltarmi più spesso>>mi sorride e io rido, a interrompere quella pace è un rumore assordante e tutto intorno a me sparisce.

Era tutto un sogno e il rumore che mi ha svegliato è lo squillo del mio telefono, chi mi ha svegliato alle 6 del mattino, guardo il telefono e vedo che è Olivia chiudo il telefono e spero di tornare al sogno di prima.

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Mi sveglio e mi alzo dal letto sono le 9, non mi sveglio quasi mai così tardi nemmeno quando faccio serata ma la giornata di ieri era stata pesante e avevo bisogno di dormire.

Ho deciso di non andare a lavoro stamattina e verso le tre del pomeriggio devo stare in ufficio e assistere a due riunioni per poi incontrare i Cunningham alle sei, dopo essermi fatto una doccia vado in cucina e mi preparo un tè caldo.

Con in mano una tazza fumante di tè nero, prendo un libro dalla libreria e mi siedo sul dvano "metà di un sole giallo" questo limbro nonostante ho letto poche pagine mi sembrava bello, ogni volta che provavo a leggere c'è qualcosa o qualcuno che mi interrompe.

Mentre lo leggo suonano alla porta, ecco appunto, non aspetto nessuno quindi è sicuramente Olivia <<allora Olivia noi->>inizio a dire mentre apro la porta ma mi blocco appena vedo chi ho davanti <<ciao fratellone, vedo che dall'assenza della tua maglia e dal fatto che hai pronunciato il nome di quella stronza questa mattina hai altri impegni>> entra in casa Ivette, mia sorella, lascia la borsa  sul divano<<ma visto che qui c'è la tua sorellina preferita annullerai tutti le cose che devi fare stamattina e ora ti andrai immediatamente a vestire perché dobbiamo uscire>> e addio lettura della mattina, vado in camera e mi vesto, metto dei jeans neri e un maglione bianco.

Appena torno in soggiorno noto una cosa che mi dà parecchio fastidio <<ho tre cose da dirti: non aspettavo nessuno stamattina, sei la mia unica sorella e ultima cosa togli i piedi dal mio tavolo>> appena dico l'ultima parola toglie subito i piedi dal tavolino e si alza <<come sei pesante fratellone>>prende la borsa e si avvicina alla porta <<su forza, abbiamo solo poche ore a disposizione>> che cosa dovevamo comprare? ho dimenticato che dovevamo uscire' strano però io non mi dimentico mai niente.

<<cosa dobbiamo comprare e perché non mi hai detto che venivi a casa mia>> sono sicuro che si sia scordata di avvertirmi <<mamma non ti ha avvisato?>> mi guarda stranita <<no, non mi ha detto niente>>prendo il portafoglio e lo metto in tasca <<bene allora te lo dico io, sabato ci hanno invitato a una festa per il compleanno di qualcuno di importante e mamma mi ha chiesto di comprare un quadro ma visto che io non ne capisco niente ho deciso che saresti venuto con me>> un sospiro esce dalle mie labbra, meglio che ci muoviamo o non faremo in tempo.

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<<è il terzo negozio che "non ti convince" e io tra un'ora devo stare in ufficio quindi questo è l'ultimo e poi, forse, andiamo a mangiare e alla fine ti porto a casa, va bene?>> le chiedo nervoso<< bene>>.

Entriamo in questo negozio d'antiquariato, ha molte cose belle, un quadro mi colpisce subito all'occhio: era dipinto di un paesaggio meraviglioso molto simile al luogo che ho sognato ieri sera e in riva c'è una ragazza, sembra lei.

Quella ragazza che ho visto ieri sera e che ho sognato ieri sera , più penso a lei più mi sembra un viso conosciuto, non mi sono mai innamorato, era capitato qualche volta di pensare di aver trovato quella giusta ma dopo un'uscita cambiavo idea e chissà magari succederà a stessa cosa con Kendall ma voglio almeno provarci.

<<bello quel quadro è uno dei miei preferiti>> mi giro e vedo che a parlare è stato un anziano signore credo che stia sulla settantina <<si è molto bello>> continuo a guardare il quadro. <<lo prendo>>dico all'uomo <<bella scelta>> mia sorella si avvicina e guarda il quadro <<si è un ottimo regalo>> regalo? io non regalerò a nessuno quel quadro lo metterò nel mio studio <<no, questo è per casa mia per la festa ne prenderemo un altro>> dico continuando la ricerca del secondo quadro.

Alla fine abbiamo preso un dipinto di Venezia, molto bello <<abbiamo mezz'ora, possiamo fermarci in un ristorante qui vicino>>propongo e lei annuisce.

Ci fermiamo in un ristorante Italino molto carino, Ivette ordina un piatto di pasta all'amatriciana e io prendo una bistecca con contorno di verdura grigliata.

<<sei strano>> abbassa lo sguardo e la sento sussurrare un <<e se>> alza di nuovo gli occhi e con voce preoccupata mi chiede <<ti prego dimmi che non sei tornato a parlare con lui>>.

Sapevo a chi si stava riferendo <<lo sai che ormai ho messo la testa apposto e non voglio tornare quello di prima>>le dissi guardandola negli occhi, lei mi sorride,  è vero non volevo tornare quello di prima, fin da piccolo volevo avere il controllo su tutto ma lui non sapevo mi sapevo controllare, ero perso.

<<un uccellino mi ha detto che ieri sera sei uscito e che hai preso un bel due di picche>> Ivette cambia subito argomento, è la volta buona che quell'uccellino si prenda un pugno in faccia <<e sai dirmi dov'è questo uccellino perché ha bisogno di una bella lezione>>faccio scrocchiare le dita, lei scoppia a ridere e io la seguo a ruota. <<era bella?>> mi chiede curiosa <<bellissima con un sorriso fantastico>> le rispondo senza pensarci, lei mi guarda e le spunta un sorriso <<qualcuno qui è innamorato>> alzo gli occhi al cielo <<esagerata come sempre, dico solo la verità>> li mi guarda <<la voglio conoscere, la prima donna dare un due di picche a David William>> alzo gli occhi al cielo.

Appena finito di mangiare pago il conto e accompagno mia sorella a casa, prima di andare in ufficio però mi devo cambiare, ritorno a casa mi cambio mettendomi un pantalone e giacca e cravatta.

 Arrivato in ufficio c'è già ad attendermi la mia segretaria con la mia agenda e mi dice tutte le riunioni e incontri di oggi, con tutte le scartoffie da controllare e firmare sono sicuro che finirò tardi.

Prendo il fascicolo che devo far vedere all'incontro delle sei e vedo se è tutto messo alla perfezione, il loro aiuto è importante e se non li riesco a convincere a investire nel mio progetto devo pensare subito a un piano B.

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Sono le sei e mentre aspetto qualcuno della Cunningham Atlantic ri controllo tutti i fascicoli del progetto.

La mia segretaria mi chiede se la signorina Cunningham può entrare, eccola è arrivata, << si falla entrare>> rispondo subito .

La porta si apre, appena vedo chi è che ha bussato rimango scioccato.

non può essere,

è lei.

<<che ci fai tu qui>>

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