La fila per entrare si muoveva lentamente. L'attesa mi stava sciogliendo gli organi interni. Non riuscivo a smettere di saltellare dai talloni alle punte. Era l'unico modo che avevo per consumare la mia energia ed impedirmi di spingere la band di fronte a noi che si stava trascinando a passo di mammut.
Visto che i ragazzi in fila davanti a noi erano quelli che avevamo "investito", e che Jeremy stava ancora piangendo sopra alla constatazione amichevole che avrebbe inevitabilmente dovuto consegnare a suo padre, non mi pareva il caso di rianimare le ostilità. Così me ne stetti buono, a saltellare dai talloni alle punte, finché finalmente non attraversammo anche noi la soglia ed entrammo in un gigantesco salone che sembrava estendersi senza fine in ogni direzione.
I musicisti con i loro strumenti in spalla brulicavano ogni angolo come formiche affamate.
"Nome della band?" C'erano tre persone appostate al tavolo all'ingresso che, tra pile di fogli e scatole, stavano passando in rassegna ogni candidato.
Mi intrufolai tra Lucas e Rue per sentire meglio. Era il turno del tizio investito e del suo compare.
"Bitter Brothers." Rispose tutto serio il tizio rabbioso.
Scoppiai a ridere, ma giuro che provai a ridere piano. Il tizio mi sentì ugualmente e mi lanciò un'occhiata tra il disgustato e il furioso.
Rue mi strattonò la manica. "A cuccia, Drake."
"Ma dai, è un nome terribile." Bisbigliai. "Il nostro è figo."
Il primo membro dello staff seduto al tavolo segnò il nome su un registro, mentre il secondo passava due cartellini ai ragazzi.
"Band numero 121. Sala nord. Avete quindici minuti per preparare la strumentazione e accordare a partire dalle 10:35."
Prima di muoversi avanti e liberare la fila, il tizio rabbioso si voltò di nuovo per fissare me (e subito dopo Jeremy) come se avesse tanto voluto scuoiarci.
Gli feci ciao ciao.
Uh, come mi piace fare incazzare quelli come lui. Mi metteva la carica.
Saltellai avanti fino al tavolo e non aspettai che nessuno mi chiedesse alcunché.
"RESTART! Siamo i Restart! Ricordati di questo giorno. Potrai raccontare ai tuoi nipoti di averci incontrato quando eravamo ancora agli inizi."
La donna esitò un momento, strizzò gli occhi, e si abbassò di nuovo sulla sua cartellina.
Prima o poi avrebbe pensato a questo momento e avrebbe fatto piccoli urletti saltellando su e giù.
"Siete i 127 e anche voi siete alla sala nord. Avete quindici minuti per preparare la strumentazione e accordare a partire dalle 11:00."
Il secondo membro dello staff mi mise in mano quattro nastri da cui pendevano i nostri cartellini.
Ci fecero segno di continuare avanti per non intasare la fila, così ci facemmo inghiottire dal marasma di musicisti che ronzava nel salone.
C'erano frecce colorate sul pavimento. Sala nord indicava un lato, sala sud indicava l'altro. Accostati alle due pareti lunghe erano stati eretti stand di merce delle band di spicco della Atlantic e dei suoi maggiori sponsor. Led Zeppelin, Rolling Stones... c'era persino uno stand dedicato solo agli ABBA.
Tra le bancarelle di magliette, spille e attrezzatura musicale, c'erano persino dei grandi banconi accerchiati da sgabelli e bicchieri di plastica che volavano di mano in mano già pieni di birra a quell'ora del mattino.
Tra le due pareti parallele, c'erano file e file di sedie di plastica disposte a gruppi intorno a tavolini con dei grandi segnaposto sopra.
Davanti a noi c'era il tavolo numero 62, perciò avemmo un bel po' da camminare prima di trovare il 127.
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Restart
Romance🏆Wattys 2023 shortlist🏆 Drake ha vissuto diciassette normalissimi anni come figlio di Patrick Fulmer. Ha una carriera scolastica mediocre, una band che non sfonderà mai e un paio di amici coglioni. Tutto ristagna nella normalità finché la polizia...