20° capitolo

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25 gennaio

C'era scuola ma non me ne fregava niente: era il compleanno della persona più importante della mia vita.

Mi svegliai alle cinque del mattino, mi vestii con le cose migliori che trovai nel mio armadio e corsi fuori di casa, verso la più vicina fermata della corriera. Stavo andando a Firenze. I miei genitori purtroppo non mi potevano accompagnare in macchina quindi ero costretta ad avvalermi dei mezzi pubblici.

La corriera per fortuna era in orario, quindi salii e scesi davanti alla stazione dei treni di Conegliano.

Mi fiondai subito al binario (non che ci fosse molta scelta dato che la stazione ne aveva addirittura 3) dove si  sarebbe fermata la Frecciargento per Firenze.

Mi misurarono la temperatura, mi controllarono il green pass e il biglietto. Finalmente mi potei sedere.

Per fortuna mi era stato assegnato un posto vicino al finestrino così, in tre ore e un quarto di treno almeno avrei potuto guardare il mondo che sfrecciava intorno a me.

Dopo tre ore e un quarto eccomi lì, a Firenze, per la prima volta veramente sola di fronte ad una città così grande. Per fortuna la stazione era abbastanza centrale quindi non fui costretta ad attraversare quartieri malfamati o cose simili come invece sarei stata costretta a fare in altre città, come la mia Milano.

Mi guardai intorno e notai l'auto di Federico parcheggiata a lato della strada. Mi diressi verso di essa e ne salutai il conducente, abbracciandolo come fosse mio fratello, non quello del mio ragazzo.

"Lori sospetta qualcosa?", gli chiesi.

"No, gli ho detto che sarei andato a fare delle commissioni urgenti"

Annuii e lo esortai a muoversi.

"Lo chiami Lori?", mi chiese ad un certo punto Federico, mentre guidava.

"Si.... perchè?", chiesi io stupita per la domanda.

"Che carina, sei l'unica allora, lo chiamiamo tutti Lollo"

"No ti prego, Lollo mi ricorda il ragazzo di mia cugina e credimi, non è un bel ricordo"

Federico rise. Cinque minuti dopo inchiodò davanti alla casa di famiglia Chiesa.

Federico suonò al campanello, indicandomi di nascondermi dietro ad un muretto per non farmi vedere da Lorenzo.

"Ma porca miseria Fede hai perso di nuovo le chiavi dato che hai deciso di suonare?", sbottò Lorenzo che in quel momento era uscito di casa per aprire al fratello.

 In quel momento Federico mi afferrò un braccio e mi trascinò allo scoperto.

Non appena Lorenzo mi vide mi corse in contro e mi baciò, senza curarsi troppo del fatto che Federico fosse letteralmente a dieci centimetri da noi.

Mi prese in braccio e mi portò dentro casa, senza mai smettere di baciarmi. Si richiuse la porta dietro le spalle lasciando il fratello fuori.

"Lolloooo, esisto anch'io, sai?", urlò il calciatore.

Lorenzo interruppe un istante i nostri baci, giusto per dire: "Fanculo Fede, arrangiati"

"Non ci sono i tuoi genitori in casa?", chiesi a Lorenzo in un orecchio.

"No, ritorneranno dopo pranzo"

Intuii il significato che stava dietro quelle parole e mi lasciai trasportare nella camera di Lorenzo.

Ne uscimmo un'ora dopo, felici più che mai.

Pranzammo insieme in un ristorante del centro (avevo venduto un rene ma comunque ero riuscita a pagarlo interamente da sola), poi girammo per la città, mano nella mano.

Alle 17 sarebbe iniziata la sua festa di compleanno, dove avrei finalmente conosciuto tutti i suoi amici. Ero un po' in ansia per questo, vista la mia maledetta timidezza. Io purtroppo avrei dovuto prendere il treno delle 18,45 per ritornare a casa ad un orario decente (le 22), quindi sarei anche dovuta andare via prima dalla festa.

Alle 17 eccoci là, io e Lorenzo, in mezzo a tutti i suoi amici. Me li presentò tutti, e constatai che erano tutti molto simpatici. Mi trattarono subito come se mi conoscessero da una vita.

"E lei cosa ci fa qui?", chiese uno di loro, rivolto verso la porta.

Io e Lorenzo ci girammo. Percepii un vuoto allo stomaco mostruoso. Persi un battito.

In piedi, sulla porta, c'era Celina Ludes.


....to be continued....


Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteWhere stories live. Discover now