38° capitolo

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Camminavo avanti e indietro per il mio appartamento, pensando. 

Ero felice, probabilmente per la prima volta dopo tre anni il sorriso che avevo sulle labbra era autentico.

Per la prima volta le cose sembravano essere tornate sulla giusta via, sembrava che i problemi si stessero via via risolvendo: io e Lorenzo ci eravamo finalmente chiariti, e Kate stava per andarsene dalla nostra vita una volta per tutte.

Nemmeno quel giorno riuscii a prestare molta attenzione al mio lavoro, solo che questa volta era per un motivo molto diverso: davanti ai miei occhi vedevo nuovamente me e Lorenzo insieme, come una volta. Felici, come tre anni prima.

Per stemperare un po' la tensione dell'attesa della cena con Lorenzo, del momento in cui avremmo potuto finalmente tornare insieme, ascoltai musica, vestendomi e truccandomi a ritmo della mia Playlist Spotify.

Volevo essere perfetta per quella serata: indossai un abito corto rosso fuoco, ristretto in vita da una cintura nera.

Piastrai i capelli e ne legai alcune ciocche dietro la testa. Quel giorno, invasa da un'improvvisa ondata di buon'umore, ero anche riuscita ad andare dall'estetista per fare delle meravigliose unghie nere, su cui erano disegnati dei fiori bianchi.

Mi guardai allo specchio, sorridendo a me stessa per essere riuscita in qualche modo ad essermi ripresa Lorenzo.

Alle 19.45 salii in auto, assicurandomi ovviamente di aver preso le chiavi dell'appartamento di Lorenzo.

Guidai per qualche minuto, svoltando angoli e strade che ormai conoscevo a memoria. Vivere a Milano da cinque anni finalmente iniziava a dare i suoi frutti.

Parcheggiai.

Per un istante il mio sguardo si posò su una finestra in particolare, che avrei riconosciuto tra un milione. Era la finestra di quello che era stato l'appartamento mio e di Lorenzo, quello dove eravamo stati tanto felici quanto tristi.

Quello in cui tutto era finito.

Trassi un profondo respiro e mi diressi verso l'ingresso dell'edificio nel quale si trovava invece l'attuale appartamento di Lorenzo, quello in cui tutto sarebbe ricominciato.

Salii le scale, lentamente, gradino per gradino. Sentivo uno strano morso allo stomaco: ero agitata.

Alla fine ci arrivai. Vidi la porta dell'appartamento di Lorenzo. Sorrisi, pensando a quante altre volte in futuro avrei potuto varcare quella porta, quante altre volte sarei entrata in quell'appartamento che, magari, sarebbe diventato anche il mio.

Afferrai la chiave e la inserii nella serratura. La feci scattare.

La prima cosa che notai fu l'arredamento. Ottimo, tra l'altro.

Poi però, il mio sguardo si spostò lentamente verso un altro angolo della stanza.

Lorenzo era lì, in piedi. Ma non era solo. C'era anche Kate. La modella era di spalle, ma avrei riconosciuto i suoi capelli nero corvino tra centinaia.

Dio quanto odiavo quei capelli, nonché colei che li possedeva.

Si stavano baciando.

Lorenzo e Kate si stavano baciando.

Restai lì, impalata, con le lacrime che inondavano i miei occhi.

Lorenzo poi si accorse di me. A quel punto non riuscii più a trattenere ciò che avevo dentro. "MI FAI SCHIFO", gli urlai, e detto questo sbattei la porta dietro alle mie spalle.

Corsi velocemente giù dalle scale, rischiando un paio di volte di inciampare.

Sentii la porta di quel maledetto appartamento aprirsi e chiudersi nuovamente. Lorenzo mi stava seguendo.

Ma io non l'avrei aspettato. No. Mi ero stancata.

Ero stanca di essere utilizzata e poi buttata via. A quanto pareva le parole "ti amerò per sempre" avevano un significato diverso nella mente di Lorenzo.

Finalmente raggiunsi l'auto, vi salii e misi in moto.

Nel momento in cui premetti il piede sull'acceleratore comparve sulla soglia Lorenzo.

Non mi fermai.

Guidai per delle ore prima di tornare a casa.

Mi feci un bagno caldo e mi gettai sul letto, a piangere.

Non avevo mai pianto tanto come in quei tre anni.

Non avevo mai pianto tanto per la stessa persona.

Ma nessuno era come Lorenzo.

Lorenzo Chiesa || la prova che il destino esisteWhere stories live. Discover now