2.

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"Sono più che certo, signorina Granger" il guaritore l'aveva esaminata con occhi inquieti. "Parlerò con lui e manderò una copia della sua cartella al signor Potter."

Hermione non riusciva a sedere comoda. Sapeva che lui sarebbe entrato da un momento all'altro e l'avrebbe ancora guardata in quel modo, come se fossero ancora a scuola.

"Gli chieda di sabato. Gli chieda di sabato, il 26 e sapremo se è veramente quello che pensa" toccò nervosamente l'anello sul suo anulare sinistro.

Erano stati a teatro e poi lui l'aveva portata a Trafalgar Square. Gli aveva detto, secoli prima, che aveva fatto la sua prima magia a Trafalgar Square. Aveva nove anni e all'epoca non sapeva nemmeno se fosse stata effettivamente lei a far impazzire lo zampillo della fontana al centro della piazza. L'acqua aveva aumentato la sua potenza ed era schizzata in alto e poi si era piegata in un'angolazione strana, bagnando completamente suo padre. Sua madre aveva iniziato a ridere senza controllo e poi anche Hermione aveva iniziato a ridere. Lei e Draco avevano camminato verso la fontana e lui si era inginocchiato e l'aveva fatto. Era nervoso, ma lo stava mascherando bene, mentre Hermione tremava come una foglia e piangeva e gli stringeva il viso tra le mani. L'aveva baciato, accarezzato, stretto. Finalmente l'aveva fatto, non le sembrava vero. Le sue dita oscillavano talmente tanto che l'anello minacciò di cadere. Poi erano tornati a casa, casa loro, e aveva passato tutta la notte a parlare e fare l'amore. Si erano addormentati quando le prime luci dell'alba avevano iniziato ad infiltrarsi attraverso le tende. Era stato il giorno più bello della sua vita.

"Va bene, signorina Granger."

***

Si erano trattenuti nell'atrio del San Mungo. Draco era visibilmente irritato dalla presenza di sua madre e dalle sue domande asfissianti.

"Verrai al Maniero domani?" Gli chiese infine. Hermione osservò Draco fare una smorfia. Sapeva che era furioso. Se tutto fosse stato normale, lei gli avrebbe stretto la mano e ne avrebbe accarezzato il dorso tre volte con il pollice. Lui l'avrebbe guardata allora, avrebbe sospirato lievemente e non avrebbe detto niente. Ma non era tutto normale.

"Cosa? Nemmeno una visita al figlio che ha avuto un incidente?" Narcissa sussultò al suo tono brusco e spalancò gli occhi. L'azzurro dei suoi occhi sembrò impallidirsi, assomigliando tanto al grigio del figlio.

Narcissa strinse le labbra. "Lo sai che non può venire a casa tua." Casa nostra, pensò Hermione.

Non fu necessario far capire a Draco che la causa fosse lei.

"Digli che se vuole vedermi sa dove trovarmi" si voltò verso uno dei camini. Hermione rimase a guardarlo incredula, cercando di rimanere con i piedi per terra. Draco non voleva darla vinta a suo padre, non gli importava davvero di lei. Lui non ricordava niente.

Non le aveva rivolto la parola fino a casa. Però l'aveva invitata con un cenno della testa a prendere il camino con lui. Sapeva che non doveva sperare. Ma il suo cuore tremò lo stesso.

***

Arrivarono nel camino di casa loro a Little Gaddesden. Draco si precipitò fuori, scrollandosi la polvere di dosso e avanzando verso la cucina, mentre Hermione venne attratta dalle ombre alla finestra.

"Ci sono dei gufi" fu lei a parlargli per prima, mentre lui attraversava il salotto per raggiungere la cucina.

Hermione riconobbe il bubo bubo di Blaise, il gufo reale di Pansy che bisticciava con il barbagianni di Theo.

"Dei tuoi amici, vogliono vederti" continuò, aprendo le loro lettere.

Draco

Come ti senti? Posso venire da te stasera?

When I fall - dcgeorgiaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt