Capitolo 13

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Scuoto la testa, non voglio che si volti, deve guardarmi, guardarmi e capire cosa si sta perdendo ad essere così freddo con me. Una volta nudo, senza alcun tipo di censura, il ragazzo mi fa cenno di avvicinarmi a lui, e cavolo, sembra così teso e impanicato. Fa di tutto pur di limitare la sua vista alle mie scapole ma so benissimo che starebbe ore a fissare la mia intimità fantasticando su ciò che ci potrebbe fare in una serata solo noi due.

Prende del borotalco nel palmo della mano e comincia a passarlo sul mio corpo. Bene ora sono io quello teso.

«Serve per farti togliere la pittura da dosso più facilmente, così dopo non avrai bisogno del mio aiuto in doccia» spiega.

Cazzo, mi manda fuori di testa la sua mano che scende sempre più in basso, vorrei tanto supplicarlo di segarmi ma so benissimo a cosa comporterebbe.

Dio, immagino se d'improvviso lo prendesse in bocca, non resisterei un secondo e verrei in pochissimo. Chissà quanto è sexy la sua lingua, quanto le sue dita, ricordo ancora quando sono entrate nel mio orifizio.

«Porca merd-» esclamo inavvertitamente quando mi accorgo di quello che sta succedendo alla mia intimità, ma perché Changbin mi fa questo fottuto effetto!?

«Felix sei eccitato?» chiede guardandomi male e staccando le sue mani dal mio corpo. Sbuffa turbato sedendosi sul divano sul quale prima ero io, e lasciandomi in piedi solo io come uno scemo.

«Che ti prende?» chiedo confuso.
«Perché ti ecciti? Vorrei solamente metterti del borotalco ma qualsiasi cosa faccia, ti eccita. Cosa devo fare? Credi che a me faccia piacere vederti in quelle condizioni e non poter fare nulla?!» domanda.

«Che vuoi dire? Non ci posso fare nulla se mi piaci tantissimo, che devo farci?» ribatto.

«Voglio dire che... Vederti così fa lo stesso effetto su di me, anch'io ero eccitato mentre spargevo il borotalco sul tuo corpo, ma cercavo di fare il possibile per non darlo a vedere, tu mugoli...».

«Cos? Ma che vuol dire ciò che dici? Ero nudo, lo sono tutt'ora, è normale che lo vedi se mi eccito, anche tu se lo fossi stato avrei visto tutto. Non puoi farmene una colpa, se ti fa perdere il controllo vedermi così cambia persona, perché vuoi pitturare proprio il mio corpo?»

Il ragazzo mi guarda rattristato e si avvicina a me, «Scusami, devo ancora accettare il fatto di essere così innamorato del mio migliore amico» ride nervosamente.

«Non voglio cambiare modello, il tuo corpo è il mio preferito, scusa se ti affido sempre colpe che derivano da me... Ieri ho letto i tuoi messaggi, e sono stati bellissimi, avrei voluto dirtelo ma in chat non so spiegare quanto io ti ami e abbia bisogno di te, scusa se non lo dimostro mai, mi è difficile esporre i miei sentimenti, non lo faccio mai» dice.

«Ti farebbe sentire più a tuo agio se pitturassi anch'io te?» propongo.

«A patto che tu non staccherai mai gli occhi dal mio corpo» sorride portando le sue braccia intorno al mio collo.

«Mi è davvero difficile distogliere lo sguardo dal tuo corpo, quindi contaci» prometto baciandolo.

Quanto sono tenere le sue labbra, ancora di più quando invece di sentire la sua lingua avverto il suo sorriso, del tutto spontaneo. Mi fa stare così bene il fatto che a lui i miei baci piacciano.

Intanto afferro i lembi della sua maglia e gliela strappo di dosso, sento allora che nel bacio aggiunge anche lui la sua lingua, e non appena le mie mani percorrono tutta la sua muscolosa schiena e scendono giù, sento anche dei piccoli mugolii immersi nel bacio.

«Bastabastabasta, altrimenti finiremo a fare sesso» stacca ansimante.

«Perché non vuoi?» chiedo.

«In realtà voglio, ma sento di non poterlo fare. Sei vergine, e non voglio rubare la tua verginità per poi andarmene, te l'avrò detto cento volte... Finché non avremo una relazione, non farò mai sesso con te» sorride soddisfatto spingendo sul mio petto con un dito.

«Che aspetti allora? Mettiamoci assieme, tanto ci amiamo a vicenda, e siamo entrambi bisognosi dell'altro giorno e notte... Ci completiamo perfettamente, potremmo avere una relazione stupenda e convivere in una casa tutta per noi scopando ogni sera ma tu non fai nulla per far sì che questo accada davvero».

«Felix, sembrerà stupido, ma io ti amo così tanto che per noi voglio il meglio e voglio che cominci tutto nel modo migliore di sempre, magari sdraiati sulla sabbia con un cielo pieno di stelle nel bel mezzo della notte, magari al Time Square di New York City al countdown, magari sulla London Eye quando siamo in cima. Forse vivo troppo in un film, sono troppo ambizioso, ma voglio che cominci bene, perché ho paura che accontentandomi finirò per farlo per tutto il resto della nostra storia» ammette arrossendo.

«E invece non è questo ciò che conta Binnie, conta ciò che saremo, non com'è cominciato. Che sia cominciato in un cassonetto dell'immondizia, o di fronte alla Torre Eiffel non conta proprio nulla. Conta ciò che vivremo dopo, conta quanto ci amiamo, conta tutto questo e il modo in cui viene vissuto, non il luogo o il momento nel quale viene vissuto» dico.

«Piccolo, sono sempre io a capire te ma tu non ti sforzi mai a chiederti se a me una cosa faccia piacere o meno. Ti devi fidanzare con me, non con un muro, ciò vuol dire che devi considerare anche la mia di opinione, perché se a me non fa piacere una cosa che dobbiamo fare assieme, ma a te non frega, la nostra relazione non funziona. Magari punto troppo in alto, magari un giorno ti darò ragione e ti bacerò anche di fronte a un tombino, ma ora penso questo e devi rispettarlo» spiega.

«Ok, scusa» dico un po' offeso. Mi siedo e aspetto che si spogli da solo e venga da me. «Sapevo benissimo che eri eccitato anche tu, e anche più di me» ridacchio maliziosamente non appena vedo la sua erezione.

Il ragazzo si avvicina a me, poggia una mano sulla mia spalla e massaggiandola chiede «Baby, facci ciò che vuoi» riferendosi alla sua lunghezza.

Cosa, aiuto, come- io, non-

Istintivamente la prendo in mano e comincio a muovermici intorno su e giù, e intanto con la mano libera mi masturbo anch'io, so già che lui non lo farà. Dopo un po' lecco la punta, al solo scopo di eccitarlo ancor di più, cercherò di farlo supplicare per il sesso, deve pensare "sembra così bravo, quasi quasi ci faccio l'amore". Deve succedere questo, devo farlo cedere.

«Hai finito già?» chiede.

«Mh, si, ovvio. Darei di più, molto di più, ma siamo solo amici» sorrido alzando le spalle.

Lo vedo subito fare uno sguardo turbato e pentito, pieno di rimorsi, proprio come merita di essere.

«Ok, pitturiamoci e non perdiamo altro tempo» comanda sbuffando nuovamente.

Apocalypse | changlix Where stories live. Discover now