22. DANIEL

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Due giorni.

Due giorni che penso e ripenso a quello che ha fatto, alla strada che ha scelto di intraprendere e sebbene faccia male non riesco veramente ad avercela con lui.

Come potrei serbagli rancore dopo tutto quello che gli ho fatto passare?

Non posso nascondere che da quando me lo ha detto non faccio altro che immaginarlo con questa fantomatica ragazza che nemmeno so chi sia. Lo penso mentre la sfiora, mentre la bacia e mentre si muove sopra di lei. Penso ai suoi movimenti e alla cadenza delle sue spinte mentre affonda in quel corpo che gli è estraneo. Penso a quello a cui può aver immaginato mentre assieme a lei apriva le danze al ballo dei debuttanti. Penso ai suoi gemiti soffocati in gola che sapevano poco di piacere, ma molto di tormento, infelicità e sofferenza. Ma anche se lo penso mentre se la scopa, cosa cambia se non ad aumentare la mia invidia?

Perché sì cazzo. La mia è solo invidia. Sana e pura.

Ma purtroppo non sono ancora venuto in possesso della bacchetta magica che mi permetta di cambiare il passato, anche perché se ce l'avessi l'avrei già usata per me per cancellare la merda che mi porto dietro e per far tornare tutto a come era prima. Ma so che è proprio il nostro passato a renderci quello che siamo oggi. Quindi se non fosse mai successo quell'incidente probabilmente non avrei nemmeno mai incontrato Lucas.

Ma qui e ora è oggi. Non ieri e non domani. E io per primo da lui non posso pretendere assolutamente niente dato che un noi non esisteva e non esiste ancora.

Ma anche se cerco con tutto me stesso di ignorare quello che ha fatto non posso negare che mi bruci e anche tanto e il susseguirsi delle mie emozioni, prima calme e poi agitate, creano dentro di me un calore in grado di consumarmi lentamente.

Ed è perché non siamo ancora niente che devo andare oltre e cercare di farmela passare nonostante tutto quello che mi circonda sembra urlarmi di non farmi ingannare e di fargliela pagare. Ma sarebbe davvero la scelta giusta? Dovrei sul serio mandare a fanculo l'unica persona che mi fa stare bene?

Tutti commettiamo degli errori. Chi inconsapevolmente e chi coscientemente.

E se ogni persona in questo mondo dovesse chiudere la porta in faccia a un'altra che ha sbagliato, a quest'ora saremo tutti soli.

È per questo che ora sto facendo su e giù per tutta la sala in attesa dell'ora in cui possiamo usare il telefono ancora indeciso se chiamarlo o meno, ma gli ho dato la mia parola che lo avrei chiamato per cui devo farlo. Giusto?

Ma alla fine chi voglio prendere in giro? È da quando mi sono alzato questa mattina che tra un pensiero e una imprecazione conto le ore e anche i minuti per poter alzare quella dannata cornetta e fare il suo numero. Le mani mi prudono dall'impazienza e il cuore batte sempre più forte mano a mano che si avvicina l'ora x. Come se questo nostro contatto fosse il nostro primo appuntamento ed è così facile volare con la fantasia e immaginarmi davanti a un armadio aperto mentre cerco quella maglietta che non uso da un po', ma che proprio questa sera ho voglia di indossare forse perché richiama il colore dei suoi occhi o solo perché penso potrà piacergli. Mi vedo mentre davanti allo specchio pettino e rispettino i miei capelli capricciosi e disordinati mentre decido se mettere una cintura nei passanti dei jeans o lasciare che mi scivolino lungo i fianchi. Mentre passo davanti lo specchio e ogni volta controllo di avere tutto in ordine come se l'aspetto fosse l'unica mia carta vincente per conquistarlo. Immagino tutto alla perfezione, controllando ogni minimo particolare nella mia testa come se quella fosse la realtà. Ed è così facile farlo che sembra essere già tutto successo. Ma forse un po' lo è. Non propriamente così, non come si è soliti intendere un rendez-vous, ma io e Lucas siamo pieni di primi appuntamenti. Da quel giorno in biblioteca fino a quando si è presentato qui. Ogni volta per noi era una prima volta fatta di scoperte e di accettazioni.

L'AMORE CHE CI HA SALVATIDonde viven las historias. Descúbrelo ahora