Capitolo 35

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Elisabeth's POV

Il rientro dalla nostra gita fu abbastanza piacevole, riuscimmo a riposarci tutti durante il viaggio per tornare a casa. La notte precedente era stata molto... strana, ecco. Levi mi aveva totalmente fottuto il cervello, i suoi modi, i suoi tocchi, le sue parole.

Perché doveva rendere tutto così estremamente difficile?

In quel momento eravamo nella strada di ritorno per casa sua, avevamo ripreso la macchina che aveva lasciato nel parcheggio dell'Accademia. Prima di salire non erano sicuramente mancati gli sguardi ambigui da parte di tutto il resto della squadra.... Ovviamente la scusa "casa sua è di strada" continuava ad essere la sua preferita, ma sapevo benissimo, e molto probabilmente anche lui, che non avrebbe retto ancora per molto.

«Sono così felice, adesso le lezioni prenderanno la pausa natalizia... Finalmente, almeno un po' di pausa da tutti quei corsi». Sbuffai, stravaccandomi comodamente sul sedile della macchina di Levi, ricevendo un'occhiataccia da parte sua mentre si fumava la sua sigaretta.

«Non poggiare i piedi sul cruscotto – mi sgridò lui riuscendo a fermarmi prima che potessi farlo, ricevendo da parte mia un'alzata di occhi – Ora che non devi tener conto di ciò che vuole tuo padre, visto che non può più importi di non andare all'Accademia, perché non lasci qualcosa che non ti piace? Come le cheerleader, no? Insomma, sono solo un corso aggiuntivo mentre al suo posto potresti fare qualcosa di più interessante».

«Mi dispiacerebbe per Petra, la vedo molto raramente e lì almeno riesco a passarci più tempo insieme...».

«La vedi raramente perché hai la giornata totalmente piena, invece la danza classica? Scommetto che ti piace, ma vuoi seriamente continuare su quella? La tua strada non è sicuramente con il tutù».

Ridacchiai leggermente, girando il viso verso di lui. Stavamo superando il cancello di ingresso della sua proprietà, sembrava una cosa così normale andare nella stessa casa e starcene insieme.

«Potrebbe essere una soluzione... - iniziai a seguire i suoi lineamenti induriti, le labbra che si chiudevano intorno al filtro della sigaretta, prima di fare uscire il fumo in maniera lenta – Sai, sei veramente sexy anche mentre fumi».

Lo vidi sollevare leggermente le sopracciglia, senza distogliere gli occhi dal viale: «E secondo te perché lo faccio? Perché mi piace fumare? Tch, solo perché mi rende ancora più sensuale».

Scoppiai a ridere scuotendo la testa, riprendendo a guardare di fronte a me, ma sfortuna volle che di fronte ai miei occhi non ci fosse la bella facciata della casa di Levi come avevo sempre visto, ma sembrava fosse passato un uragano.

«Ma che cazzo...?». Inchiodò di colpo, tirando con forza il freno a mano e assottigliò lo sguardo verso sinistra, così guardai anche io senza dire assolutamente niente.

Anche perché, appena vidi cosa stava guardando, il mio fiato si bloccò: due macchine, ed una era proprio quella di mio padre.

«Resta qui». Mi disse freddamente, scendendo rapido dalla macchina e chiudendomi a chiave al suo interno. Seguii la sua figura finché non sparì dalla mia visuale dentro casa sua, il portone era rimasto aperto.

Non mi ero accorta di quanto avessi iniziato a tremare finché non mi guardai le mani: quella paura che mi risucchiava ogni volta che dovevo stare con mio padre stava riaffiorando, e speravo di non percepirla ancora per molto tempo. Eppure, eccola lì, di nuovo, pronta a torturarmi ed affogarmi.

E in quel momento, volevo più che mai Levi al mio fianco. Era un punto fermo per me, non c'era niente che lo scalfisse, sapevo che poteva tenermi al sicuro qualsiasi cosa sarebbe potuta succedere.

ꜱᴛᴀʏ ᴡɪᴛʜ ᴍᴇ [𝓛𝓮𝓿𝓲 𝔁 𝓞𝓒]Where stories live. Discover now