Capitolo 36: Hoseok

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Hoseok stava finendo di pulire le stanze del secondo piano, quando Namjoon lo raggiunse. Suo cugino si offrì di aiutarlo con il suo lavoro, ma Hoseok, convinto che avrebbe fatto solo disastri, gli chiese di aspettare alcuni minuti. Appena ebbe finito, insieme a Namjoon, Hoseok salì al terzo piano per lasciare gli oggetti che aveva usato per pulire.

Mentre camminavano in silenzio, gli fu chiaro che Namjoon non lo aveva cercato per dargli una mano. Quando passarono davanti alla stanza in cui Elaine era entrata, lo sguardo di suo cugino si fermò sulla porta per diverso tempo.

Hoseok si chiese se dovesse dirgli che Elaine era andata in città senza avvisare nessuno. Scartò subito l'idea, era decisamente la cosa peggiore che potesse fare in quel momento, l'avrebbe messa nei guai.

«Hoseok» lo chiamò.

«Joon-a» canticchiò, mentre lasciavano tutto nel piccolo ripostiglio. «Cosa ti sta turbando tanto?» Guardò il cugino in volto. In quella stanzetta c'era solo una lampadina come fonte di illuminazione, nessuna finestra.

Namjoon abbassò lo sguardo sulle proprie mani. «Dobbiamo parlare dei gruppi anche con gli altri. Dici che dovrei parlarne con Elaine in disparte? L'hai vista anche tu, sta trattenendo a fatica la rabbia, non vorrei che ad un certo punto scoppiasse e dicesse qualcosa di cui poi si pentirebbe.» Namjoon era nervoso e anche Hoseok ricominciò a sentirsi irrequieto.

Nei due anni in cui Hoseok aveva occupato la camera degli ospiti nella stessa casa in cui avevano vissuto Elaine e Namjoon, aveva capito che la ragazza spesso sceglieva il silenzio solo per fermare i suoi pensieri più negativi. Ogni volta che questo freno non era presente, le sue parole erano spesso cattive e con lo scopo di ferire gli altri. Si trattava di frasi di cui si pentiva subito e il senso di colpa che ne scaturiva era difficile da sopportare. Era normale che Namjoon volesse evitare questo tipo di scenario.

«Escluderla la farebbe arrabbiare ancora di più.»

Namjoon annuì. «Vorrei andare a vedere come sta ma non credo che voglia parlarmi in questo momento.»

Hoseok gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla. «Dalle un attimo di tempo» cercò di incoraggiarlo, ripetendo la frase di Yoongi, ma nemmeno lui era molto convinto. Aveva una brutta sensazione. Pensò un attimo a quello che preoccupava Namjoon. «Potrei provare a parlarle e farla sfogare. Di solito funziona.»

Namjoon alzò lo sguardo verso di lui. «Potrebbe funzionare.»

«Quando vuoi parlarne con gli altri?»

«Subito dopo cena, quando siamo tutti riuniti.»

Hoseok uscì dallo stanzino con l'obiettivo di cercare Elaine e parlarle. Namjoon si fermò accanto a lui, mentre bussava alla porta della loro stanza.

«Elaine?» la chiamò non ricevendo risposta. Hoseok cercò lo sguardo di Namjoon, erano entrambi sorpresi. Fece per girare la maniglia e scoprì che la porta era aperta.

Il rumore di passi poco lontano, li fermò dall'entrare nella stanza.

«Avete visto Elaine?» chiesero a Jimin e Taehyung, che avevano appena girato l'angolo.

I due si guardarono negli occhi, sorpresi da quella domanda. «Fino a poco fa era in giardino» rispose Jimin, indicando con un dito il corridoio alle loro spalle.

Namjoon assunse un'espressione sorpresa. Hoseok sapeva che si era immaginato uno scenario completamente diverso, nel quale Elaine era rimpasta tutto il giorno in camera, offesa. Ma non era stato così e il ragazzo si sentì un po' in colpa ad aver nascosto la verità.

Si divisero in atrio, Hoseok uscì dalla porta principale e Namjoon tornò in sala da pranzo. Stare all'aperto non era male, la temperatura era ancora abbastanza alta da permettere a Hoseok di uscire senza bisogno di una felpa. Il cielo, però, era ancora nuvoloso, solo a tratti i raggi del sole riuscivano ad aprire le nuvole grigie. Ma da quando avevano scoperto i fantasmi ad Heathersgate hall il tempo non era mai cambiato, nonostante ciò non gli sarebbe dispiaciuto farsi una passeggiata come aveva fatto la cugina.

Dead Leaves || BTSWhere stories live. Discover now