Capitolo 38: Elaine

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«Ciao mamma» al pronunciare queste parole la voce di Elaine si spezzò.

Era seduta su una panchina davanti ad una pasticceria in cui aveva comprato dei muffin. Erano passate appena un paio di ore dal confronto che aveva avuto con Namjoon e gli altri. A quell'ora del pomeriggio la città era abbastanza vuota. Raggiungerla non era stato facile, ma non aveva resistito, doveva allontanarsi da Heathersgate Hall.

«Elaine!» la voce gioiosa di sua madre riuscì già a risollevarla. Nei giorni precedenti aveva pensato spesso a lei, soprattutto dopo quello che era successo con il fantasma dell'anziana signora e sua figlia. Aveva sentito il bisogno di parlare con sua madre e, dopo la discussione di poche ore prima, questo desiderio era diventato sempre più forte.

«Sei a casa ora?»

«Sì, io e Jae-in stavamo per guardare un film in tv.» Tra Londra e Seoul c'era nove ore di differenza, in Corea in quel momento era sera.

Elaine abbassò lo sguardo per terra. «Oh, ok... Ti lascio andare, non voglio disturbarti.»

«Ma che dici? È da giorni che aspetto una tua chiamata.» Ci fu un attimo di silenzio. «Stai bene, tesoro?» le domandò con voce preoccupata.

«Sì» mentì Elaine, «sto bene.»

«Hai una voce strana...» Elaine lo riconobbe subito: era uno dei tentativi di sua madre di farla parlare e di spingerla ad aprirsi.

Elaine prese a scalciare alcune foglie cadute sul marciapiede davanti a lei. Dovette fare un grande sforzo per trovare le parole migliori. «È successa una cosa, mamma.»

«Cosa? Devo preoccuparmi?» la sua voce si fece più acuta, timbro che aveva quando era spaventata.

. «No» rispose Elaine. «Ho solo litigato con Namjoon.» Provò a minimizzare la situazione, anche se avrebbe voluto dire la verità.

«Posso sapere il motivo? Sicuramente non è una situazione irrecuperabile, non è la prima volta che litigate.»

Elaine cercò di trovare il modo migliore per esprimere i propri sentimenti, ma rimanendo allo stesso tempo più vaga possibile. Non fu semplice.

«Il punto è che non mi sono comportata tanto bene da quando sono arrivata, forse mi sono stressata troppo per il libro. Sono stata un po' sconsiderata nei confronti degli altri ragazzi e Namjoon me l'ha fatto notare... E capisco perché dica che non devo comportarmi così! Ma non ci riesco! Mi sembra l'unico modo per...» Non seppe come finire la frase. Le sembrava di non avere ancora le idee molto chiare. «Non lo so. Forse non sarei mai dovuta venire qui.»

Sospirò, rendendosi conto di non essere riuscita a creare un discorso di senso compiuto. Di sicuro c'erano mille modi migliori per spiegare quello che era successo.

Sua madre non le rispose subito. Come lei, aveva bisogno di tempo prima di parlare. «Non essere tanto dura con te stessa, tesoro. La situazione in cui ti trovi è molto stressante, se ti sei comportata in quel modo ci deve essere una ragione. Ti conosco, difficilmente ti comporti male per nulla. Molto probabilmente in quel momento non avevi altra valvola di sfogo. Probabilmente Namjoon ha ragione nel farti notare certe cose, soprattutto se te la sei presa con lui, ma sappiamo entrambe com'è fatto tuo fratello.»

Sua madre non chiamava mai Namjoon in quel modo, Elaine pensò che non volesse attirare l'attenzione del padre del ragazzo e fargli capire che stavano parlando di suo figlio. Il padre di Elaine aveva avuto un altro figlio, quindi se anche Jae-in stesse ascoltando, avrebbe potuto pensare che si trattasse dell'altro fratellastro di Elaine.

«Cosa intendi?»

«Che non è bravo a gestire le emozioni e appena le cose sfuggono dal suo controllo va nel panico.»

Dead Leaves || BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora