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Il week-end arrivò in fretta, la festa di Halloween avrebbe avuto luogo quella stessa sera, ma Monique non aveva ancora preso una decisione. Amelya però era stata molto chiara: non ci sarebbe andata senza di lei. Così nel pomeriggio Monique le inviò un messaggio:

"Va bene, ci sarò" recitava.

"Questa è la mia ragazza!" le rispose Amelya.

In tutta onestà, non aveva molta voglia di andare alla festa nemmeno lei, ma se ci fosse stata una possibilità che Monique potesse riallacciare i rapporti con Cassie e Matt, Amelya non avrebbe voluto negargliela. Era questo che facevano le amiche in fin dei conti, no?

Quasi si pentì della sua decisione quando alle otto di sera l'amica si presentò a casa sua con due costumi per Halloween.

«Quelli cosa sono?» domandò accigliata Amelya, mentre le apriva la porta.

«I nostri costumi» rispose Monique con nonchalance, ma quando vide l'espressione dell'amica dovette aggiungere: «È una festa in maschera Amelya, tutti avranno dei costumi. Vuoi essere l'unica in jeans e maglietta?»

«Va bene» borbottò l'altra, arricciando un labbro.

Un grido eccitato, e l'amica le afferrò la mano trascinandola su per le scale verso la sua cameretta.

«Sai, non ti facevo una a cui piacciono così tanto le feste» commentò Amelya, mentre guardava Monique stendere i due costumi sul letto.

Lei fece spallucce. «Mi sono sempre piaciute, è che di solito nessuno mi invitava.»

Amelya si morse un labbro, avrebbe voluto dirle qualcosa, ma non era mai stata brava con le parole, così le si avvicinò, le avvolse un braccio intorno alle spalle e con uno dei pochi sorrisi sinceri che era riuscita a evocare disse: «Coraggio, prepariamoci. Fammi vedere che hai portato.»

Monique ricambiò il suo sorriso con uno ancora più smagliante, poi afferrò gli abiti e li tolse dall'involucro.

Sul letto giaceva un costume tutto bianco da angioletto, degli shorts e un top con le spalline dove sul retro erano collegate delle folte ali bianche. Accanto, invece, vi era un costume da demone nero come la notte. Una gonna in pelle a metà coscia e un corsetto rigido collegato anch'esso a delle folte ali nere. Per finire, due cerchietti da mettere in testa, un'aureola e un paio di corna.

«Originale» commentò Amelya sarcastica.

«Senti, è l'unica cosa che sono riuscita a trovare!» sbuffò Monique, incrociando le braccia al petto.

Amelya sorrise. «Va bene, va bene!»

«Allora, quale scegli?» domandò Monique.

La ragazza fissò entrambi i costumi. «Beh, io ho quasi strangolato un tizio qualche settimana fa, direi che tra le due l'angioletto sei decisamente tu.»

Monique fece roteare gli occhi. «Ma smettila! Sei l'unica in tutta la città ad avermi accettato. Sei letteralmente la persona più buona che io conosca.»

«Vedi? Chi direbbe cose smielate come questa se non un angioletto?» ribatté Amelya, tirando giocosamente una gomitata all'amica.

Monique si mise a ridere scuotendo la testa. «Va bene dai, muoviamoci!»

Le due ragazze si vestirono e prepararono e mezz'ora dopo erano già in macchina.

«Hai idea di dove sia la residenza degli Harvel?» domandò Amelya.

«Harvel hai detto?» chiese Monique, strabuzzando gli occhi.

«Sì, perché?»

«Pazzi! Non cambieranno mai» borbottò tra sa sé e sé.

From Darkness To AshesWhere stories live. Discover now