11

83 13 31
                                    



Amelya si sarebbe aspettata un no secco. Avrebbe anche avuto più senso che Jaxon le dicesse che era troppo pericoloso. Invece, l'Angelo la sorprese nuovamente. Le disse che capiva le sue preoccupazioni e che sarebbe stato disposto a istruirla, ma che non le avrebbe permesso di togliere la collana.

Amelya aveva obiettato con fervore. Quale senso aveva allenarsi, se non poteva utilizzare la propria forza perché bloccata dal ciondolo?

Dopo diversi minuti, arrivarono entrambi a un compromesso: nell'attesa di scovare il creatore della collana e fargliela modificare, Jaxon avrebbe reso la dimora degli Harvel nel bosco, attraverso un incantesimo, un luogo protetto.

In quel modo, Amelya avrebbe potuto togliersi la collana senza il rischio che la sua scia celestiale attirasse tutti i Divium del Montana su di lei.

Si diedero appuntamento per il pomeriggio seguente. Amelya era così eccitata e in ansia per il suo primo giorno di allentamento, che rimase a fissare l'armadio aperto dinanzi a lei per un tempo che parve interminabile. Come si svolgeva l'allenamento di un Divium? Si sarebbe messa a correre? Doveva indossare una tuta?

Picchiettò l'indice della mano destra sul labbro inferiore, mentre valutava le sue ipotesi.

Infine optò per dei leggins neri e una canotta semplice. Mentre era inginocchiata ad allacciarsi le scarpe da ginnastica, il suo sguardo cadde sulla scrivania a pochi metri da lei. Infilato tra i compiti di scuola c'era Il Signore degli Anelli di J. R.R. Tolkien. Le si strinse il cuore. Ricordava come se fossero passati solo pochi giorni il momento in cui suo padre le porse quel libro agghindato da un carinissimo nastro rosso. L'uomo le rivelò emozionato che quello era uno dei suoi libri preferiti e che fremeva dalla voglia di condividerlo con la sua adorata figlia.

La ragazza si avvicinò lentamente alla scrivania, prese tra le mani il pesante volume e lo aprì. Passò il dorso delle nocche sulle pagine delicate e ruvide. Quando era piccola, Tolkien era stato in grado di condurla nella Terra di Mezzo insieme ai suoi personaggi, alienandola completamente da quello che la circondava.

Forse, pensò Amelya, quel libro avrebbe potuto ancora adempiere al suo scopo: far evadere qualcuno dalla propria realtà.

Decisa, lo infilò nello zaino che si caricò poi su una spalla e scese al piano di sotto. Salutò frettolosamente sua nonna e infilandosi il giubbotto uscì, ritrovandosi nel freddo inverno del Montana. Dieci minuti dopo la Lincoln blu stava già percorrendo il sentiero sterrato nella foresta diretta alla dimora degli Harvel. Parcheggiò la macchina davanti al portico ed entrò nell'enorme villa.

Jaxon non era presente, il che era perfetto, considerando che probabilmente non gli sarebbe piaciuto quello che la ragazza aveva intenzione di fare.

Salì le scale fino al secondo piano e poi subito a destra, diretta verso la stanza padronale.

Si fermò a qualche metro dall'uscio, aspettandosi di vedere il Demone da un momento all'altro. Quando non accadde, si avvicinò titubante.

«Logan?» lo chiamò, scrutando la stanza dalla porta aperta.

Da quell'angolazione, poteva vedere il letto a baldacchino dalle scolorite lenzuola blu e una vecchia toeletta in legno bianca, nient'altro.

«Ti manco già?»

Una voce alla sua sinistra le fece balzare il cuore in gola. Logan era appoggiato al muro, a pochi centimetri dal telaio della porta e da lei.

«Impossibile» rispose stizzita lei.

Logan si staccò dalla parete, solo per portare entrambe le braccia aperte su ciascun lato dello stipite. La superava in altezza di almeno venti centimetri, e in quella posizione, dava l'impressione di essere ancora più alto e intimidatorio.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 30, 2023 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

From Darkness To AshesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora