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LIV's POV

«Ciao.» Abbracciai immediatamente Alex una volta salita nel suo veicolo. «Come stai?»

«Noi stiamo tutti bene, Poppy e Bonnie vi salutano tanto!» Mormorò tenendomi a sé, proprio come farebbe un fratello. «Abraham?»

Mi scostai e lo informai filo e per segno riguardo le condizioni fisiche di mio padre. «Grazie per essere venuto. Ho lasciato papà con Koray e non ho molto tempo a disposizione, perciò , cerchiamo di sbrigarci.»

Sentii un abbaio provenire dai sedili posteriori ed entrambi ci voltammo all'unisono.

«E questo? Come si chiama questa creatura?» Lanciai un'occhiata sbigottita al mio amico in attesa di risposte anche se lui si limitò solamente a sorridere. Riguardai l'animaletto certa che lo avessi già visto da qualche parte e lui abbaiò mordicchiando un piccolo osso di gomma.

«Questa creatura, si chiama , ehm...cane....» allungò la mano per acchiappare il cagnolino nero dalla zampa rotta «...ed è di tuo padre, o almeno credo!»

«Ehm...no.»

«Ehm...sì!»

«NO.»

«Sì...» ribadì convinto lasciandomelo sulle cosce «... Bonnie dice che quando la polizia ed i paramedici sono giunti nel negozio di tuo padre, il cane si era sdraiato accanto a lui. Senti, fosse per me lo terrei anche ma in casa sono tutti allergici e-...»

Sorrisi arrendendomi giocherellando con il piccolo. «E così hai pensato di portarlo da me non prendendo affatto in considerazione il fatto che io fossi ospite da Koray, aah...grandioso, questa sì che è un'ottima idea!»

«Ma dai...» scherzò con fare teatrale «...credi che Koray farà storie per un piccolo cagnolino?»

«Non so, ma non mi sembra un'amante degli animali.» Accarezzai quel batuffolo nero, reggendolo stretto al mio petto mentre il mio amico guidò per le strade di Fall River. «Sapessi con quanta cura tiene casa sua. È ordinato e per quanto riguarda le pulizie, oserei definirlo maniacale.»

«Ewww...» Scherzò facendomi ridere di gusto «...beh, innamorato com'è, basta che gli fai gli occhioni dolci e vedrai che ti permetterà di tenere il cane. Ti permetterebbe di fare di tutto, in realtà!»

«Alex!» Lo richiamai con tono di rimprovero.

«È la verità.»

«Piantala!»

Lo udii ridere e lanciarmi qualche occhiata di sfuggita. «E dai....» mi solleticò sul fianco «...sai bene è che...così! Lo sai...» pizzicò qua e là mentre scoppiai in un susseguirsi di risate fino a che le sue dita sfiorarono il mio collo e soffocai un grido di dolore, prima di scansarmi, cosa che lo lasciò non poco allibito. «Che hai? Ti ho fatto male?»

«No! No, tranquillo.» Circondai la gola con la mia mano assicurandomi che la sciarpa fosse ancora lì a coprirmi quegli orribili segni violacei. Gli sorrisi e stavolta fui io a solleticarlo affine di stuzzicarlo, ma parve non apprezzare, così, lasciai perdere. «Dopo puoi portarmi da Ryder?»

«Certo.» Replicò. «Non capisco però perché tu voglia andare da Charlotte King. Tuo padre ne è al corrente?»

«Ma come ti viene in mente? Certo che no!» Era impazzito per caso? «Papà nega, ma io resto ancora dell'idea che quella donna lo abbia in qualche modo minacciato.» Sbuffai confondendogli le idee. «Lo so, è un groviglio che neppure immagini! Comunque, in poche parole, la questione è questa...» parlai «...papà stava per stipulare una polizza vita con l'agenzia assicurativa Stafford and Co. Ora, usando la logica, né io, né la casa e neppure il negozio abbiamo un'assicurazione. L'unico che stava per assicurarsi era lui. Conoscendo mio padre, non ti sembra un po' strano?»

Ryder King  -  L'ultimo Re   Onde histórias criam vida. Descubra agora