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LIV's POV

Avevamo preso l'abitudine di stare a letto insieme e di bisbigliarci al buio fino ad addormentarci alle prime luci dell'alba. Lui mi raccontava della sua infanzia, io della mia. Amavamo sussurrarci anche le cose più insignificanti tra sorrisi complici e gambe intrecciate strette tra loro.

Sorrisi. «Perché mi guardi così?» Gli domandai in un momento in cui smise di parlare e si soffermò ad osservarmi, facendo calare silenzio in quella camera che sapeva di gemiti e dichiarazioni d'amore. Tutto fuorché di silenzio. Continuò a farlo, quasi studiandomi o memorizzandomi nella sua testa, mentre ricambiai volentieri l'intensità con cui mi sfiorarono i suoi dolcissimi occhi, scattandogli nella mia mente qualche istantanea da custodire per il resto dei miei giorni. Sino ad allora non mi ero mai chiesta come sarebbe stata la mia vita in futuro. Mai. Eppure con lui mi riusciva davvero facile, ed il motivo era che desideravo ardentemente avercelo accanto. Fino al mio ultimo respiro.

«Perché secondo te?»

«Non lo so.» Infilai le dita tra i capelli per sistemarmeli, temendo fossi in condizioni pietose.

«Perché sei la cosa più bella da guardare.» Mormorò afferrandomi la mano per portarla sulla sua testa cosicché gli facessi le coccole . «E anche perché non riesco a smettere di farlo.»
Il mio cuore batté terribilmente forte, nonostante fossero cose già sentite e che mi ripeteva in ogni istante della giornata. Con lui, però, sembrava che fosse sempre la prima volta. «Domattina arriveranno le carte del trasferimento di azioni con la firma autenticata dal mio notaio di fiducia.»

Mi accigliai non comprendendo il senso delle sue parole mentre lasciai leggere carezze con le nocche della mano sulla sua guancia, fino a che la prese ed iniziò a baciarmela. «Riguardo cosa? C'è qualche problema?»

«No, nessun problema...» mi rasserenò «...voglio renderti proprietaria del Heaven per il venticinque percento.»

Attese che fiatassi o dicessi qualcosa? Ma che avrei potuto dire se non che fosse completamente impazzito? Era ufficiale, avevo a che fare con un folle.

«Non ci pensare neanche!» Risposi per nulla impressionata. «Non accetterò.»

«Ormai è già stato emesso tutto quanto! Domattina, anche tu, diventerai proprietaria a tutti gli effetti.»

«No.» Ribadii, rifiutando di crederci finché notando che fossi seria, mi trascinò a sé, avvolgendomi nel suo torace, mentre gli rivolsi uno sguardo abbastanza scontento. Ryder mi dava già il mondo intero , più di quanto necessitassi e non aveva bisogno di fare null'altro per me. Non me lo meritavo e non ne avevo bisogno.

«Pensaci un secondo! Non avrai più bisogno di lavorare, riuscirai a pagarti gli studi e a mantenere Abraham o a comprargli le medicine. Perché non dovresti accettare?» Chiese provando a convincermi in ogni modo mentre scossi la testa.

«Perché? Hai già venduto il tuo attico per pagare a mio padre i cinque milioni di dollari che-...»

«Che rientreranno comunque nelle nostre tasche sotto forma di risarcimento!» M'interruppe, mostrandomi il suo punto di vista. 

«Sì, ma non ha senso. Insomma, perché stai facendo tutto questo?» Chiesi. «Io non ho bisogno di niente e sai già quanto mi pesa questa cosa. Mi sento in imbarazzo per un abito che mi compri, figuriamoci diventare proprietaria-...Ryder, proprietaria del tuo hotel! Tuo! Dei tuoi sacrifici o dei tuoi meriti. Non se ne parla! Cos'è? Sono troppo povera agli occhi di chi ti sta attorno? O forse non sono abbastanza benestante per far parte dell'élite di ricconi ed essere accettata dai tuoi simili?»   Mi arrabbiai e cercai di sfuggirgli via ma me lo impedì, così, che mi piacque o meno, dovetti riportare gli occhi a lui dandomi una calmata. Aveva ragione, perché dovevo sempre essere così impulsiva e sparare a zero senza prima rifletterci un po' ? Me ne pentii, ma non ammisi comunque l'errore.

Ryder King  -  L'ultimo Re   Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora