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RYDER's POV

Mi sentii anestetizzato. Non riuscii proprio a farmene una ragione e non potei davvero credere a ciò che mi disse Liv, così, restai per una buona mezz'ora seduto sul mio letto a cavillare con lo sguardo perso nel vuoto. C'era per forza di cose una spiegazione dietro a tutto ciò ; probabilmente era arrabbiata per il fatto che avessi rivelato ad Abraham l'amore che nutrivo nei riguardi della figlia, oppure, perché a suo avviso fosse colpa mia se Eddy aveva recato male al padre. Sbuffai trucidandomi ingiustamente le meningi non giungendo ad una spiegazione valida.

«Codarda! Non sei altro che una codarda, Liv!» Sputai infuriato per lo sdegno, sollevandomi dal letto non appena mi resi conto che stessi piangendo come un bambino abbandonato

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«Codarda! Non sei altro che una codarda, Liv!» Sputai infuriato per lo sdegno, sollevandomi dal letto non appena mi resi conto che stessi piangendo come un bambino abbandonato. Diedi calci e pugni e distrussi tutto ciò che mi capitò sotto tiro sfogando lì tutta la rabbia ed il dolore che provai e che mi accecarono, finché la porta alle mie spalle si aprì e d'un tratto sbucò Maya.

«Ryder...» mi chiamò restando impalata, incerta se entrare o meno «...ma che fai? Calmati, ti prego! ...Ryder, così rischi di farti male!»

Ovviamente non badai affatto a lei. Ne avevo la palle piene di vederla lì, in realtà e la scansai via per poter passare, continuando a spaccarmi le mani a furia di colpire come un toro imbizzarrito ogni singolo mobile o oggetto che mi si presentò davanti .

«Ryder, Ryder, ti prego!» Mi seguì, piangendo. «Mi stai spaventando! Stai sanguinando....basta!» Gettò di petto uno strillo che mi fece ritornare in me, al che mi fermai e respirai affannato con le mani posate sul piano cottura. Ero esausto, svuotato, impazzito. «Ma che ti prende?» Mi strattonò per un braccio, certa che avessi perso il senno della ragione mentre la udii singhiozzare spaventata.

«Vattene!» Le ordinai.

«Cosa? Ryder, non fare-....»

Mi voltai a minacciarla con un'occhiataccia. «Ti ho detto di andartene , porca troia! » Ringhiai urlandole in faccia, cosa che la fece sobbalzare e sgranare gli occhi. Come se non mi riconoscesse più. Eppure, da quando era ricomparsa nella mia vita aveva sempre cercato di mettermi i bastoni tra le ruote, soprattutto con Liv. «Vattene via!» Ribadii. «Tutti quanti!....Andatevene e lasciatemi da solo! Non ho bisogno di nessuno, non vi voglio proprio vedere...Andate via!» La afferrai per il braccio e la spinsi lontano da me, sporcandole la maglietta bianca con un po' di sangue che fuoriusciva dalle mie nocche mentre la ragazza, ancora perplessa, fece come le ordinai e se la diede a gambe.

Tornai a casa di notte con il gesso alla mano, la ferita riaperta ed ubriaco. Non seppi neppure come riuscii a guidare la moto, ma ciò che invece capii, fu il fatto che avessi dimenticato le chiavi del portone principale. Dovetti a malincuore disturbare il signor Robinson nonostante l'ora tarda.

«Signor King....» parlò in vestaglia stropicciandosi gli occhi stanchi e raggiungendo il portone a grandi falcate, per poi aprirlo. «Va tutto bene?»

Ryder King  -  L'ultimo Re   Where stories live. Discover now