California (Cap 49)

2.9K 88 5
                                    

Lauren's pov:

"Si prega di allacciare le cinture di sicurezza. Il jet sta decollando" guardai le casse, che trasmettevano le informazioni di base, per poi osservare la lucina rossa che segnalava di allacciare la cintura.
Lo feci, così come Normani, seduta di fronte a me.
Sentii tutti e cinque i ragazzi, seduti un po' distanti da noi, in uno spazio adiacente.
Non li vedevo tutti, ma la porta aperta mi lasciava vedere Camila, che si era messa forse appositamente dal lato visibile.
La guardai ridere, e notai come si guardavano intorno, per la bellezza di questo jet, e al tempo stesso erano eccitati.
L'unica cosa che mi interessava, però, era l'espressione di Camila, che sembrava
veramente felice.
Non volevo niente di più, e niente di meno.
Mi bastava vederla cosi, con quel sorriso bellissimo sul viso.
I nostri occhi si incontrarono e lei abbassò lo sguardo, arrossendo.
Sorrisi, per poi sentire Normani che mi diede un calcio leggero, in modo discreto.

"Ahia. Cosa fai?"

"Smettila di fissarla come se fosse la tua fidanzata'' sussurrò, sporgendosi un po sul
tavolino, e io aggrottai le sopracciglia, non capendo fino in fondo.

"Ma lo è"

"Lo so. Ma loro non devono saperlo" girai gli occhi al cielo, per poi annuire, riportando gli
occhi su di lei, ma questa volta la guardai normalmente.
Questo jet mi era sempre piaciuto: aveva delle tonalità chiare, quasi sul grigio.
I sedili erano rivestiti in pelle, di un bianco quasi argentato, e gli arredi erano senza dubbio eleganti, poiché li avevo scelti accuratamente.
C'erano principalmente due stanze, molto spaziose: quella in cui eravamo noi, che presentava i due sedili su cui eravamo io e Normani, divisi da un tavolino, mentre accanto c'era un grosso tavolo, con un divanetto intorno.
L'altra, che era quella in cui stavano Camila e gli altri, aveva due divenetti, posti uno di fronte all'altro, sempre dello stesso colore, con dei cuscini rossi.
Una tv intratteneva le persone per il viaggio, e anche li c'era un tavolino più piccolo e basso, all'altezza delle ginocchia.
Li sentii ridere e scherzare da un po', e dopo qualche minuto dal decollo, la voce metallica del pilota risuonò in entrambe le cabine.

"Si informano i passeggeri che il volo durerà 5 ore. Il jet é progettato con ogni confort,
quindi mettetevi comodi. Vi auguro un buon volo" Delle urla eccitate risuonarono nella loro cabina, facendomi alzare gli occhi al cielo, per poi estrarre dalla mia borsa un libro, cominciando a leggerlo.
Non so per quanto i miei occhi riuscirono a stare incollati alla carta bianca, perché dopo poco, si spostarono sulla cubana nell'altra cabina.
Notai come rideva alle battute delle sue amiche, per poi fare qualche smorfia di tanto in tanto.
Amavo vederla in questa normalità, perché erano piccoli gesti e piccole cose che mi
facevano capire quanto la amassi davvero.

"Lauren dio...sei persa" la voce di Normani mi riportò bruscamente alla realtà.

"Che? Zitta" dissi, ripuntando gli occhi sul libro.

"No, dico davvero. Non ti avevo mai vista cosi. Sei innamorata persa di quella ragazza" disse sorridendo sincera, mentre io guardai Camila, che si sistemava i capelli in modo delicato.

"La amo tremendamente" queste parole uscirono dalla mia bocca senza controllo, ed erano la cosa più vera che io potessi mai dire.

"State attente. Sei sotto i riflettori e ci vuole un secondo per fottervi"

"Lo so Mani. Ma non riusciamo a stare
lontane"

"Lo so. Ma dovete farlo se volete tenere il segreto" annuii, sapendo quanto avesse
ragione, ma nonostante questo, pensavo che non potevo sopprimere tutto.
Se lo avessi fatto la nostra relazione si sarebbe distrutta, e non volevo sicuramente
questo.
Anzi, al contrario, ogni giorno la mia voglia di passare con lei ogni secondo della giornata si intensificava.
Volevo portarla al mare e poterla baciare davanti a tutti, senza timore che qualcuno
rovinasse il futuro o la reputazione di entrambe.
Volevo vedere il vento scompigliarle i capelli,che sicuramente avrebbe cercato di rimettersi a posto.
Volevo vederla diventare rossa, per poi abbassare il viso, gesti che mi facevano perdere completamente la testa.
Volevo vederla ridere per le mie battute, e non per quelle di quel coglione di ragazzo che ora era seduto davanti a lei, che stava sicuramente dicendo qualche cazzata che la faceva ridere.
Se dovevo essere sincera, credevo che dopo quella festa sarebbero rimasti in lite per un pò, e mi ero tranquillizzata, ma quando avevo saputo che lui aveva voluto vederla ieri sera per chiarire, ero andata fuori di testa.
Stavo per fare una scenata, poiché lui era andato a casa sua, ed erano soli, perché
Jane e Brooke erano fuori a comprare cose per il viaggio.
Poi mi ero fermata, ricordando le parole che Camila mi aveva detto quella notte: 'Sono
tua...e non mi concederò a nessun altro'.
Mi fidavo di lei, e sapevo che non mi avrebbe fatto mai del male in questo modo, quindi, nonostante mi desse fastidio la loro vicinanza, cercavo di stare il più calma possibile.
Il problema maggiore adesso era Keana, che voleva portarsi a letto la persona con cui avevo una relazione.
Non potevo nemmeno pretendere di arrabbiarmi con lei, perché non sapeva nulla di noi e non sapeva di farmi un torto.
Volevo far capire a tutti quanto lei fosse mia, sottolinenando che solo io potevo portarla a letto, cosa che Keana non poteva sapere.
Riportai lo sguardo sulle lettere nere di questo libro, scritte sulla carta ruvida, che profumava di carta stampata.
Cercai di allontanare i miei pensieri su Camila dalla testa, concentrandomi su quello che stavo leggendo, ma sembrava più difficile di quanto pensassi.
Questa cubana mi stava facendo impazzire, facendomi perdere tutte quelle certezze e
sicurezze che negli anni mi ero costruita.
Non ero mai stata dentro una relazione vera e propria in questo tempo, e non sapevo bene come funzionasse.
Probabilmente avrei sbagliato qualcosa, ma ero sicura che fosse la cosa migliore che potevo fare: amare Camila in qualche modo mi rendeva migliore.
La guardai un'ultima volta, in quei suoi jeans, abbinati ad una felpa nera, che sapevo essere mia, insieme ad un cappellino dello stesso colore.
L'idea che stesse indossando qualcosa di mio, sotto gli occhi di tutti, mi fece mordere il labbro inferiore, poiché solo io e lei lo sapevamo.
Mi concentrai sul libro, con un piccolo sorrisetto sul viso che non potevo trattenere.
Passò forse mezz'ora, e fu quando il mio cellulare vibrò, nella tasca, che mi distrassi
dalla lettura in cui tanto avevo faticato ad immergermi
Ovviamente il jet presentava una rete wi-fi, che permetteva una buona connessione, cosa che a volte non era presente sugli aerei.
Appena lessi il nome e il contenuto del messaggio, mi morsi discretamente il labbro
inferiore, trattenendo un sorriso.
La parola 'Camz' era sullo schermo, accompagnata dal testo:

Law of love (camren)Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang