Questione di tranquillità (Cap 57)

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Lauren pov's:

"Normani, non posso stare qua tutto il fottuto giorno. Ho due riunioni oggi e vorrei tornare a casa dalla mia bellissima fidanzata. Quindi se non ti dispiace muoviti ad arrivare" la sentii ridere dall'altra parte del telefono.

"Calma amica, sono praticamente arrivata, sto salendo con l'ascensore"

"Va bene" chiusi la chiamata, per poi sbuffare, continuando ad occuparmi delle scartoffie di casi precedenti, che avevo lasciato come lavoro arretrato

"Eccomi" disse, aprendo la porta, dopo forse due minuti dalla chiusura della chiamata.

"Dio, tieni. Metà per uno. Non riuscirò mai a finire per la prima riunione se non mi
aiuti"

"Tranquilla Lauren . Perchè hai tanta fretta?"

"Te l'ho detto. Voglio stare con Camila. Si sta riprendendo e voglio solo starle accanto" sorrise, facendomi girare gli occhi al cielo, mentre afferrai un'altra penna, passandogliela.
La afferrò, per poi annuire, cominciando a scrivere.

"Devo ammettere che un amore come il vostro è raro. Tienitela stretta Laur" trattenni un piccolo e quasi impercettibile sorriso, mentre pensai e ripensai alla mia cubana.
La notte scorsa si era concessa a me, combattendo la sua paura e il suo senso di colpa, e dovevo ammettere che era stata una cosa bellissima.
Nonostante tutto, si era fidata di me, e amavo questa cosa da morire.

"E con Dinah? Tutto bene?"

"Si. È ancora un pò provata. Esattamente come Camila, ma si riprenderanno" Annuii, guardandola, mentre l'immagine di Camila mi arrivò nitida nella mente.
Volevo portarla al mare, o in qualsiasi altro posto.
Non mi interessava della gente, avremmo fatto in qualche modo, ma in questo momento avevo davvero bisogno di staccare la spina per un pò.
Volevo farle fare una settimana lontana da tutto questo schifo, solo io e lei.
Volevo poter essere la sua tranquillità, come lei era la mia.
Passarono forse venti minuti, poi la porta del mio ufficio venne spalancata, facendo
sussultare sia me che la mia migliore amica, mentre guardammo la polinesiana davanti noi, con il fiatone e gli occhi rossi.

"Hey..." Normani si alzò, andando ad abbracciarla, mentre chiuse la porta alle sue spalle, ma lei si divincolò quasi subito.

"L-lauren...devi aiutarla" subito aggrottai le sopracciglia quando parlò, non capendo a cosa si stesse riferendo.

"Mila..." continuò, e nel sentire il suo nome sgranai gli occhi.

"Cosa? Cos'ha? Sta male?" Chiesi, alzandomi subito in piedi, mentre lei piangeva, scuotendo la testa.

"Dinah!" Sentii una paura tremenda salirmi dentro, ma quando sentii le successive parole, che uscirono spezzate dalla bocca della ragazza davanti a me, sentii la felicità che stavo cercando di costruire con Camila svanire.
Tutto mi crollò addosso, e sentii il terreno mancarmi da sotto i piedi.

"Hanno arrestato Camila"

***

Non credevo di essere mai andata tanto veloce prima.
Non guidavo quasi mai da sola, nonostante mi piaceva farlo, perché mi ero abituata alla
presenza di Carl.
La lancetta sul cruscotto saliva sempre di più, mentre sorpassavo le macchine a tutta velocità, sotto i clacson protestanti.
Il piede sull'acceleratore non sembrava avere intenzione di rallentare, mentre la mia mente stava già pensando ad ogni eventuale possibilità.
Non riuscivo a smettere di elaborare informazioni, mentre non sapevo nemmeno cos'era successo, o perché l'avevano arrestata.
Poi improvvisamente mi venne in mente una ragione possibile: la lite nel vicolo.
Feci sbattere violentemente la mano sul volante, più volte, mentre sentivo il mio cuore accelerare, facendomi sentire i battiti forti.
Non avrei permesso a nessuno di portarmela via, tantomeno alla polizia, che cercava colpevolezza anche negli innocenti.
Sfrecciai tra queste strade troppo strette, sperando con tutta me stessa che fosse solo un sospetto.

Law of love (camren)Where stories live. Discover now