CAPITOLO 4

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KRYSTELLE

Andrew ha ragione. Non mi sento in grado di guidare. In ogni caso, non ho intenzione di spiegargli che Michael ha allungato la mia Piña Colada con ulteriore rum.

Nella mente risuona il suo messaggio:

"Krys, non pensavo che stasera tornassi prima, da sola con la macchina. Per favore, non metterti alla guida. Torna dentro. Ti ho fatto uno scherzo: ho aggiunto più rum al tuo cocktail."

Non sono ubriaca, mi sento solo un po' alterata. Prima ero più allegra ed euforica del mio normale; mentre, in questo momento, sono davvero molto sonnolente. Non sarebbe prudente mettermi alla guida e dovrei accettare di farmi riportare a casa da Andrew.

Con l'ultimo barlume di lucidità, penso che non posso permettermi di rivelargli il mio indirizzo qui a Roma che è lo stesso dove ha sede la sua agenzia.

«C'è anche un'altra possibilità» mi ha appena detto. "Un'altra possibilità?" Ci penso un attimo. "No. Non è da prendere in considerazione."

Eppure, dentro di me, inizia una lotta tra desiderio e ragione.

Ho accettato di accompagnarlo solo perché non mi è del tutto sconosciuto e so che non è un uomo pericoloso; anche se non lo sconosco personalmente, me ne hanno parlato bene e mi hanno detto che è una brava persona. Mi fido di chi me l'ha fatto conoscere, benché in modo indiretto. Se non fosse stato così, ora non sarei qui: non sarei mai stata tanto imprudente. Quello che però non avrei mai immaginato e di potermi ritrovare a bramare di rimanere con lui. Questo non è da me, è la prima volta che mi capita.

L'adrenalina inizia ad andare in circolo e, in un'istante, tutti i sensi si ridestano. Lo guardo sentendo il bisogno impellente di baciarlo, il desiderio viscerale di toccare la sua pelle, di inspirare il suo profumo.

«Ok, hai vinto. Salgo da te.»

Credo di essere impazzita: la mia bocca ha parlato dando voce ai miei sensi, disconnettendo del tutto il cervello. L'alcool sta facendo più effetto di quello che avrei mai potuto immaginare. Sono guidata da una volontà che si è resa indipendente dalla prudenza e non sono in grado di contrastarla; la realtà è che mi sento eccitata come non lo sono mai stata prima in vita mia e mi piace, perché mi sento libera. Libera da tutte le inibizioni che di solito mi bloccano, facendomi stagnare in un perenne stato di immobilità.

Dopo anni, mi sento viva.

Lo vedo avvicinarsi. Ha stampato in volto un accenno di sorriso, sembra soddisfatto e allo stesso tempo divertito.

«Non aspettavo altro che sentirtelo dire...» La sua voce è vellutata e mi provoca un brivido improvviso.

Ora è intenso, è tornato serio. Accosta la sua mano alla mia mascella e indugia con il pollice sul mio labbro inferiore, spostando le iridi color cioccolato dai miei occhi alla mia bocca e viceversa.

Con l'altra mano, aggancia il fianco per avvicinarmi a lui.

Il suo tocco mi fa sussultare: è caldo, avvolgente, rassicurante.

Sono già piacevolmente stordita dall'intensità delle sensazioni che mi provoca questo incontro ravvicinato; ma non appena le nostre labbra, insieme ai nostri corpi, si fondono, l'esplosione del piacere è immediata. Mi sento come un vulcano che, senza preavviso, deflagra dopo secoli di inattività, lanciando in aria lapilli che scoppiano come fossero fuochi d'artificio.

Il sapore del nostro bacio è qualcosa di unico: il gusto dolce del cocco, della mia Piña Colada, si unisce a quello speziato e pungente dello zenzero, del suo Jägermeister, mentre l'ananas crea un contrasto con la nota amara del caffè; ciò che, però, rende questo mix inimitabile, per me che non fumo, è l'aroma del tabacco insieme al rum. Ora capisco di aver assunto troppo alcool, sento in modo netto il rum, sebbene sia un rum nuovo, insolito, potrei definirlo corretto dalle sigarette che lui ha inalato. Mi piace. Io e Andrew insieme stiamo creando una miscela inedita per un cocktail perfetto.

Chris&KrysWhere stories live. Discover now