Epilogo - L'imperfezione ci ha donato questo

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Quattro anni dopo...

LEILA

Sorseggio il mio caffè mentre osservo il mare ondeggiare in tutta la sua maestosità, i miei occhi seguono le barche che attraversano l'immensa distesa blu finché non scompaiono dalla loro vista e ritornano a concentrarsi sulle onde bianche che si scontrano sulla scogliera.

Il mese di luglio mi è sempre piaciuto, e non perché è il mese in cui compio i miei ventiquattro anni, ma perché siamo in piena estate e le temperature sono ottimali, niente stress da lavoro, tutti siamo più felici e puoi viaggiare.

Tre mesi di completo paradiso.

Quest'anno ho intenzione di trascorrere le mie vacanze in Spagna, vorrei visitare Alicante e le sue spiagge dorate, stendermi al caldo sole del Mediterraneo mentre traduco uno dei libri assegnati dall'azienda in cui lavoro.

Finisco il mio caffè e rientro in casa, abbandono la tazzina nel lavello e raggiungo la camera, spalanco le ante dell'armadio e afferro il vestitino verde che non vedo l'ora di sfoggiare.

Mi preparo, libero i capelli mossi sulle spalle e indosso la piccola collanina con il cuore e la sagoma della farfalla incastonata al suo interno; torno in sala e metto al polso l'elastico nero che porto dietro per ogni necessità, afferro il picco...

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Mi preparo, libero i capelli mossi sulle spalle e indosso la piccola collanina con il cuore e la sagoma della farfalla incastonata al suo interno; torno in sala e metto al polso l'elastico nero che porto dietro per ogni necessità, afferro il piccolo cestello in paglia che comprai nelle Isole Eolie due anni fa e mi fiondo fuori casa.

Saluto gli anziani passanti che mi sorridono e mi augurano una buona giornata, salgo le piccole scalette decorate dai fiori che risplendono sotto alla luce del sole e raggiungo la piazza principale del paese gremita di persone.

Ho bisogno di fare spesa perché negli ultimi giorni ho concluso una traduzione che avevo deciso di prendere a giugno, mi sono rinchiusa in casa ed ho finito il lavoro, quindi ora devo rifornire il mio povero frigo triste e spoglio.

Mi avvicino alla bancarella della frutta e sorrido alla signora che mi osserva mentre gusta la sua bella mela rossa, «dimmi tutto, signorina.» ridacchio al soprannome che la signora è solita darmi quando le faccio visita e indico i mandarini.

«quei mandarini sono buoni?» la signora annuisce e gli chiedo di darmene qualcuno, «posso avere anche l'uva?» indico i grappoli viola e succosi e in piena stagione, la signora annuisce e si piega per prendere una busta in plastica ecologica, esamina ogni mandarino e butta nella busta i più maturi, poi passa alle piccole sfere violacee che sembrano brillare sotto alla luce del sole.

«quanti?» le sorrido mentre cerco i soldi nel cestello, «due, per favore» le chiedo, lei annuisce nuovamente e mi prepara la busta.

Nel tempo che ho impiegato qui, ho migliorato la lingua italiana ed ora sono abbastanza fluente, ho solo bisogno di togliere il mio accento americano e prendere l'abitudine di gesticolare molto mentre parlo; ho notato che gli italiani riescono a gesticolare animatamente in qualsiasi occasione, il gesticolare, il fischiettare mentre passeggiano in piazza, il sorridere degli anziani ad ogni giovane che incontrano per strada, essere pieni di vita e felicità, fa semplicemente parte di loro ed io amo poter osservare ogni dettaglio ogni singolo giorno.

I'm not your enemyWhere stories live. Discover now