Non riesco a non pensare a voi due

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LEILA

«buongiorno» sorride raggiante, noto delle leggere occhiaie che gli decorano il viso, ma è comunque perfetto.

«'giorno» sbadiglio mentre afferro il casco e con un balzo goffo mi posiziono sulla sella della moto e allaccio le braccia al suo addome.

Sento immediatamente i muscoli irrigidirsi e sorrido contro la sua schiena.

«grazie per il passaggio» mormoro mentre accende la moto, lui si volta a guardarmi e mi sorride da sotto l'enorme casco nero.

«tranquilla» si volta tornando a guardare attentamente la strada dinanzi a noi mentre io chiudo gli occhi godendomi l'aria gelida che ci sbatte contro mentre aumenta la velocità.

****

«hai sonno?» domanda Jace mentre io annuisco sbadigliando, butto la testa sulle braccia appoggiate al banco e sospiro.

Tomas è al suo solito banco, e sta parlando con la sua nuova fidanzatina.

«Tomas ti ha cancellato» mi sussurra all'orecchio riempiendo il mio corpo di brividi.

«stai zitto» drizzo la schiena improvvisamente «non è assolutamente vero, ti sbagli» dico indicandolo mentre lui ridacchia.

«è completamente perso» li osserva poggiando il
palmo sulla guancia, io sbuffo frustrata e distolgo lo sguardo nervosa.

«non li sopporto più» lui mi guarda divertito «sono felice per lui, ma non può comportarsi così» scuote il capo sorridente e si volta sentendo la campanella suonare.

«finalmente liberi» mormora più a lui che a me, mentre mi afferra per un polso e mi tira via, facendomi a malapena alzare.

«ahia, Jace» la sua mano si muove e afferra la mia mandandomi in corto circuito il cervello, e mentre sento Tom chiamare il mio nome, io e Jace siamo già fuori dalla scuola.

«si può sapere che ti prende?» domando ridacchiando mentre mi porge il casco e mi posiziona frettolosamente sulla sua moto.

«voglio andarmene» sorride divertito «subito» non mi da il tempo di ribattere che siamo già in viaggio, e mentre aumenta la velocità io urlo.

«Jace, sei pazzo!» grido stringendomi ancor di
più a lui, sento le sue spalle vibrare a causa delle risa «rallenta!» gli tiro uno scappellotto sulla nuca e lui dopo essersela risa qualche minuto decide di porre fine alla mia tortura.

In dieci minuti scarsi siamo arrivati a casa sua e mi ha costretto a salire ogni due scalini per fare più in fretta, e quando sono entrata nel suo appartamento mi sono buttata sul divano sfinita.

«sei pazzo» sussurro mentre riprendo fiato, ride togliendosi la giacca e rimanendo a maniche corte, cammina lentamente verso la sua camera ed io rimango a fissarlo con un sorriso da ebete.

Quando mi metto a sedere il mio sguardo cade sul mobile della tv e la mia mente torna ad una settimana fa.

Piccoli brividi di sensi di colpa si insinuano sotto la felpa extra large che porto e mi fanno tremare, da quel giorno Kevin non si è fatto più sentire.

Io avevo pensato ad un possibile rapporto di amicizia, ma non lo siamo stati nemmeno prima del nostro fidanzamento, e non credo che Kevin abbia più voglia di vedermi, l'ho ferito.

So che non me lo perdonerà così facilmente, ed io risulterò antipatica e fredda, ma non mi dispiace.

Insomma se avremo continuato con la nostra storia io avrei dovuto solo che mentire, e non mi piace farlo, perciò ho deciso di finire quello che forse per lui stava diventando davvero importante.

I'm not your enemyWhere stories live. Discover now