È solo spezzato dal suo passato

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LEILA

Afferro il pacco di uova dentro al frigorifero del supermercato e lo ripongo con attenzione nel carrello.

Mi volto verso Jace che sbuffa annoiato mentre abbandona la testa all'ingiù, poggiando le braccia sul manico del carrello.

«potevi anche rimanere a casa» dico ridacchiando, ha insistito volendo accompagnarmi, anche se sapeva che ci avrei messo un po' per decidere cosa prendere.

«ci sono i vecchietti che possono rubarti» dice guardandosi intorno «devo controllare che sia tutto okay» scoppio a ridere tenendomi la pancia mentre qualche signora si volta nella nostra direzione.

«questa era bella, davvero» ignoro il sorriso che ha sulle labbra e lo sguardo che mi sta riservando, e avanzo verso il reparto del pane e degli affettati.

«dovremmo andarci per forza alla festa di Melanie?» mi domanda mentre spinge il carrello al mio fianco.

«io e Tom abbiamo deciso di andarci, ma se tu non vuoi venire allora va bene» mi rabbuio, e per nascondermi mi volto affondando il viso tra gli scaffali di metallo.

«verrò» mi informa sicuro «temo solo di incontrare quella faccia da cazzo di Kevin e del suo amico» dice stringendo un pugno, io mi giro a guardarlo mentre butto nel carrello tre pacchi di merendine.

«non ti farà nulla, tranquillo»

«non ho paura per me» chiarisce, alzo lo sguardo su di lui che continua a seguire con attenzione ogni mio movimento, mettendomi leggermente a disagio.

«cos'altro devi prendere?» cambia argomento come se nulla fosse e si sporge ad osservare quello che finora ho messo nel carrello.

«poche cose, ho quasi fatto» lo informo, mentre mi volto non mi accorgo di qualcuno che viene nella mia stessa direzione e non faccio in tempo a fermarmi.

Sbatto contro una povera anziana e la sua spesa cade a terra, mi abbasso immediatamente scusandomi varie volte.

«mi scusi, mi scusi davvero tanto» porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio «non l'avevo vista, mi scusi ancora» una mano mi afferra per la spalla, mi alzo incontrando i suoi occhi profondi e lui mi sorride.

«faccio io» mi sorprende, abbassandosi per raccogliere tutto il cibo a terra.

«mi scusi davvero, sono mortificata» rivolgo la mia attenzione all'anziana signora che ci guarda mentre tenta di tenere in mano le poche cose che non sono cadute.

«tranquilla, non è successo niente» mi sorride, e la sua espressione mi scalda facendomi sentire nostalgia della mia infanzia.

Quello che il sorriso di un anziano riesce a trasmetterti è un qualcosa di inimmaginabile, ti rassicurano, ti fanno sentire bene, perché sono sinceri.

«mi scusi davvero» mi avvicino aiutando Jace e mi accorgo che ha raccolto tutto molto velocemente, rimango di immobile dinanzi ai loro corpo vicini, osservandoli.

Jace è decisamente più alto e grosso della signora minuta, è persino più bassa di me.

«grazie» sorride in direzione del ragazzo corvino che si posiziona al mio fianco «tienilo stretto ragazzina, è davvero un giovanotto d'oro» annuisco mentre mi scuso per la milionesima volta.

La donna si allontana, camminando lentamente e osservando il cibo sugli scaffali.

«grazie, per avermi aiutato» improvvisamente dell'imbarazzo è calato tra di noi, e non riesco a guardarlo in volto, perché se lo farei sarebbe la fine.

I'm not your enemyWhere stories live. Discover now