Capitolo 5

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Sentivo tanti pensieri frullare nella mia testa, ma volevo allontanarli, non sono brava a fare i conti con me stessa.

Per fortuna nella tasca della felpa avevo lasciato le AirPods: con della musica ad alto volume nelle orecchie sarebbe stato più facile non pensare.
Una cosa che nessuno sa, a parte Kyle, è che sono una patita di musica punk rock. Questo stile di musica mi coinvolge completamente. La maggior parte della gente che ho intorno non l'apprezza, la ritiene da "scapestrati", da gente di strada. Sicuramente non fa per nessuno di loro, non sono in grado di capirne la profondità.

Scorro la mia lista di musica su Spotify e scelgo Are We The Waiting dei Green Day. Amo questa canzone, mi dà speranza. Penso che ognuno di noi aspetti se stesso, il momento in cui ti scopri, ti accetti e vivi a pieno la vita. Siamo noi l'attesa.
Una strofa però blocca il mio entusiasmo. "The rage and love, the story of my life" ripeto. Si, la rabbia e l'amore sono la storia della mia vita. La cosa che mi rende triste è il fatto che non contemplo più un amore senza rabbia, per me sono ormai un concetto unico. È per questo che non riesco più a trovare la gioia o la spensieratezza nelle cose che faccio. È per questo che tengo alla larga tutti quanti. È per questo che ho tagliato Jenny fuori dalla mia vita e mi sono circondata di persone che non sono capaci di provare sentimenti profondi come l'amicizia o l'amore. È per questo che sono sempre arrabbiata e non trovo pace.

D'un tratto un suono assordante mi riscuote dai miei pensieri. Non mi ero accorta di essere in mezzo di strada, una macchina mi sta venendo addosso e lancio un urlo.
<<Guarda dove vai imbecille!>> urla il tizio dopo aver inchiodato ad un centimetro da me.
<<Dio mio>> sospiro con il cuore in gola.
Corro dritta dall'altra parte della strada e sento una sgommata alle mie spalle.

I miei sensi sono ovattati, ho il fiatone e il cuore a mille.
Abbasso subito il volume delle cuffie, non avevo sentito minimamente il rumore della macchina che arrivava. Sono stata stupida.

Cerco di riprendermi più velocemente possibile dallo spavento e scelgo di allontanarmi dalla strada. A pochi isolati da me si trova il Petersburg Sports Complex. Decido di andare lì, è un posto tranquillo la mattina. C'è un grande parco con un lago dove praticano la pesca, un bel campo da baseball e tanti posti in cui rilassarsi nel prato. La sera a volte allestiscono una discoteca all'aperto, ci andiamo spesso con le ragazze.

Una volta arrivata mi vado a sedere sul lato destro del lago dove vedo che non c'è nessuno intorno. Fisso l'acqua scura resa brillante dai raggi di sole e stacco qualche filo d'erba. Finalmente torno a respirare e posso rilassarmi chiudendo gli occhi.

Dopo un'ora passata a godermi il silenzio, qualcosa cattura la mia attenzione. Vedo Kyle da lontano e mi alzo in piedi per fargli cenno di venire. Mi pento subito quando capisco che non è solo. Un ragazzo lo raggiunge a corsa nel mezzo del prato e gli dà una bottiglietta d'acqua, poi si incamminano entrambi nella mia direzione.

Che cavolo, non è possibile.

<<Brenda che ci fai qua di sabato mattina? Non è da te>> scherza Kyle dandomi un bacio sulla fronte. Divento rossa per l'imbarazzo, lo sa che odio queste dimostrazioni d'affetto in pubblico, mi fanno sentire una debole.
Spero che Nate non abbia fatto caso al gesto ma ne dubito visto che guarda in modo interrogativo il suo amico.

<<Ciao Brenda>> si limita a dire.
Credo che sia ancora arrabbiato per la storia di Jenny. Pazienza.

<< Ciao Iowa>> rispondo con lo stesso tono, poi mi rivolgo a Kyle <<Niente di che, avevo voglia di uscire>>

Kyle sembra pensarci su un attimo, guarda Nate e torna su di me con lo sguardo. <<Ho capito B., se ti va puoi venire a pranzo da me, i miei sono fuori tutto il weekend, possiamo fare qualcosa insieme>>

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