Capitolo 3

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Appena tornata a casa mi butto sul letto.
Prendo il telefono e scorro tra le notifiche, notando un messaggio di Miles: "è andata bene". <<Perfetto!>>

Il mio piano era andato a buon fine, almeno questo mi faceva sentire meglio, nonostante nessuno avrebbe mai saputo cosa ho fatto.

Forse Kyle, forse a te lo dirò.

Scorro tra i contatti, alla ricerca di mio cugino.

B: È andata bene, domani sarai felice di vedere quanta gente verrà! Non c'è stato nemmeno bisogno di metterci la faccia, ho i miei trucchi. Un bacio!

Blocco lo schermo e metto una canzone al PC per rilassarmi, sorridendo per la mia bella azione. Il telefono s'illumina subito sul mio letto.

K: Sei incredibile, ma voglio saperlo! Come hai fatto?

Sorrido.

B: È stato semplice: conosco molti segreti delle persone che ho intorno. Ho fatto mandare un messaggio anonimo ad ognuno di loro, dicendo che se non avessero preso parte al progetto e convinto almeno 30 persone a testa, li avrei rivelati.

K: Accidenti, sei davvero perfida! Ti adoro piccolo genio del male, grazie ancora! Senti, ti va di uscire?

B: Mmh, va bene non ho niente da fare. Passo a prenderti tra 1 ora!

Corro verso l'armadio e opto per dei jeans stretti e una maglia aderente nera a maniche lunghe di Gucci. Infilo gli stivaletti neri con il tacco e mi trucco leggermente, lasciando sciolti i boccoli biondi.
Mentre preparo la borsa passo di nuovo davanti allo specchio e mi blocco con le mani sui fianchi <<fanculo gli stivaletti, metto le McQueen>> .

Con circa 20 minuti di ritardo, arrivo davanti casa di Kyle e suono il clacson un paio di volte per avvertirlo.

Scosto leggermente gli occhiali da sole e lo vedo uscire di casa con il suo solito street look che inspiegabilmente gli dona. Il suo fisico era troppo snello per i miei gusti, ma con quei capelli sbarazzini e gli occhi castani era molto carino.

<<Sempre puntuale Brenda>> mi schiocca un bacio sulla guancia.
<<L'attesa del piacere è essa stessa il piacere!>>
<<Sai almeno chi lo diceva?>> mi prende in giro.

Gotthold Ephraim Lessing. Facile.

<<Ehm, ovvio... Lady Gaga?>>Scherzo a mia volta, contagiandolo con la mia risata.

Stare con lui era come riemergere e respirare di nuovo, con lui ero me stessa. Lui conosceva la mia storia ed è sempre rimasto al mio fianco, nonostante non condividesse il modo in cui avevo scelto di reagire a tutti i miei drammi familiari. Per questo era l'unico con cui ero gentile il più delle volte.

Mentre stavo guidando verso il lago dove andavamo da piccoli, il telefono inizia a suonare.

<<È Chels, vuoi che risponda?>>
<<Nah, lascerà un messaggio sulla segreteria>> rispondo facendo segno con la mano di lasciar perdere.

Dopo 30 minuti di viaggio in cui abbiamo perso la voce cantando a squarciagola, arriviamo a destinazione.

Questo posto è magico. L'acqua blu scuro è striata dal riflesso del cielo azzurro sgombro di nubi. Intorno un bosco incontaminato inebria l'aria profumandola di Pino e abete.

Da piccoli venivamo qua con le nostre famiglie per allontanarci dalla frenetica vita di città.

Quando darei per poter rivivere un giorno di quelli.

<<Ti ricordi quando ero geloso del tuo zaino nuovo e te lo gettai in acqua mentre dormivi?>>
<<Come dimenticarlo. Piansi per due giorni interi e non ti parlai per un mese!>> rido con lui.

<<Bei tempi quelli>> sospira guardando l'acqua <<perché abbiamo smesso di venire qua?>>

<<Perché siamo cresciuti, suppongo>>
<<Ti manca tuo padre?>>
<<Mi manca ciò che era prima, non la persona che ha tradito me e mia madre. Ma non parliamone, non roviniamo questo momento di pace>>

<<Brenda sono passati anni, ancora non siamo mai riusciti a parlarne, e dubito tu lo abbia fatto con le tue "amiche">>

Esito per un secondo, ma poi decido di cambiare argomento.
Non sono ancora pronta per affrontare la cosa, forse non voglio nemmeno esserlo.

<<Facciamoci una promessa B: quando saremo grandi e avremo dei figli, li porteremo qui e terremo le nostre famiglie sempre unite. Prometti?>>

<<Prometto cuginetto. Vieni qua>>

Le sue braccia mi avvolgono, dandomi una sensazione di protezione che solo lui riesce a darmi. Non è un semplice cugino, è come un fratello.

Stiamo abbracciati per un po' in silenzio a fissare quella meraviglia, poi prendo il telefono, ricordandomi della chiamata di Chelsea alla quale non avevo risposto.

Come immaginavo aveva lasciato un messaggio sulla segreteria.

Senza troppo entusiasmo decido di ascoltarlo.
"B. Non immagini cosa ho appena visto. Ero al centro commerciale e, proprio quando sto per uscire dal parcheggio, vedo Jenny Walsh e quel figo di Wailant mano per la mano. Ma ti pare che una come quella vada a giro con lui?"

Sento le mani formicolare e una strana sensazione allo stomaco. Non potevo nemmeno chiedermi cosa ci trovasse in lei: era dolce e molto carina.

Non mi era mai importato di dimostrare a qualcuno che cosa si nascondesse dietro la mia fama di stronza. Perché adesso? Perché voglio far vedere chi sono proprio a lui?

<<Nathan Wailant? Il ragazzo che viene dell'Iowa?>>
Mi scosto leggermente per guardarlo in faccia.
<<Lo conosci?>>
Con tutta la mia sorpresa annuisce, raccontandomi che lo aveva conosciuto per caso mentre faceva jogging e che da qualche giorno avevano appuntamento fisso dopo scuola per andare a correre.

<<È un bravo ragazzo - conclude, e cambiando radicalmente tono di voce ed espressione mi domanda proprio ciò che temevo - Ti piace eh?>>. Le sue sopracciglia si muovevano su e giù in modo davvero inquietante.

<<Ma ti pare? Non mi interessa assolutamente, tutt'altro. Lo trovo insopportabile>> ribatto sulla difensiva. Odiavo ammettere che il mio interesse non fosse ricambiato, se così potevo chiamarlo. Insomma, qualsiasi cosa fosse non mi piaceva.

<<Che c'è? Ti dà del filo da torcere il nuovo arrivato?>> sghignazza di gusto.

<<Ci odiamo reciprocamente, non vedo dove stia il problema>> continuo con la farsa, alzandomi e dirigendomi verso la macchina.

Kyle mi segue, ma si rifiuta di far cadere l'argomento. È impossibile dargli a bere qualcosa, ma non posso scoprire le carte in tavola, sarebbe umiliante dato che lui sta con Jenny.

<<Secondo me potresti piacergli, se solo fossi con lui come sei con me>>
<<Scordatelo e mettiti in testa che non voglio piacergli>>
<<Puoi fregare chi vuoi, ma non me, ricordatelo. Se vuoi posso parlarci...>> continua mentre accendo il motore.

<<Kyle ti prego, non sono ancora così disperata da chiedere aiuto, e poi hai sentito Chels, sta con Jenny>>
<<Magari sono solo amici>>

<<No, non lo sono. Lui è... molto preso da lei, si vede lontano un miglio>>
<<Ma se tu...>>
<<Kyle>> lo rimprovero affinché la smetta di insistere e per fortuna mi dà retta.

Durante il viaggio un pensiero assilla la mia mente: "secondo me potresti piacergli, se fossi con lui come sei con me"

E se avesse ragione? Beh, suppongo che non lo saprò mai. Ho imparato che quando dai tutto e metti a nudo i tuoi sentimenti vieni ridotta in briciole. Le persone non hanno pietà, l'amore non è fedele, non è eterno, e io ho deciso di non essere mai la vittima. Io ho potuto scegliere prima che fosse troppo tardi, ho scelto di essere la carnefice, e questo era il mio prezzo da pagare.

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