Capitolo 28 - Non sei da sola -

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Prendo la rincorsa e salto. Prendo il corpo di Marcus come un sacco di spazzatura, lo metto sulle spalle e raggiungo gli altri.
<<Stai bene?>> chiede Elijah
<<Si>>
<<Andiamo>> dice Klaus. Lo seguo e appoggio Marcus sui sedili posteriori. Mi siedo di fianco a lui e Rebekah mi raggiunge. Klaus alla guida e Elijah di fianco a lui. Guardo Marcus e non posso pensare alla mia voglia frenetica di ammazzarlo in questo momento.
È la tua occasione
Dice una parte di me
No
Io passo tutto il viaggio in completa lotta tra me stessa. Lo ammazzo no non lo ammazzo lo ammazzo no non lo ammazzo. Una tortura. Il viaggio lo passiamo in silenzio assoluto. Loro non sanno cosa dire e nemmeno io ma Rebekah mi dice qualcosa che fa scattare quel legame tra me e lei. Nipote e zia. Mi prende la mano e me la stringe. Mi avrà visto mentre spostavo lo sguardo da Marcus alla strada. Guardo la mano e poi la guardo negli occhi.
<<Respira>> dice e io mi accorgo che durante tutto quel tempo stavo trattenendo il fiato.
<<Devi rimanere lucida>>
Annuisco.
<<Sarei ipocrita dicendoti le parole che sto per dirti ma in questo occasione la cosa fa eccezione>> 
Le faccio cenno di continuare.
<<Non lasciare che le emozioni che provi verso Marcus ti influiscano, qualunque esse siano>>
Le sorrido.
<<È da sempre così saggia o lo é diventata nei secoli?>> chiedo guardando Klaus dallo specchietto.
<<Da sempre>> risponde Elijah e Klaus mi sorride dallo specchietto. Automaticamente sorrido, non posso evitarlo. Anche se non c'è proprio nessun motivo per sorridere. Sono tesa come una corda di violino ma lo sguardo di mio padre mi trasmette una certa sicurezza, una sorta di calma. Come se mi stesse dicendo non sei da sola
Non c'è mai stata sensazione più bella.
Arriviamo a casa e trasporto Marcus di peso. Lo metto nel salone del primo piano e lo lego con tutti gli incantesimi possibili ed inimmaginabili. Il sangue si è sciolto ma lo sento ancora, ovunque. I capelli bagnati sul collo mi provocano dei brividi sulla schiena. La maglietta aderisce al mio corpo perfettamente.
Siamo tutti riuniti. Esco e vado da Ashley e Alexandra Junior, portate in braccio da Elijah e Kol.
Entro nella stanza e le guardo. Il sangue impreca i loro visi umani. Sono distese su un letto a due piazze, una di fianco all'altra. Ashley avvolge la figlia con le sue braccia. Alexandra singhiozza. Soffre. Subito mi avvicino e la tocco con la mano. Il dolore passa dal suo corpo al mio. Le vene nere sono molto evidenti.
<<Alexandra basta!>> tiro più dolore che posso fino a quando non vedo quel viso tondo e bambino sollevato. Freya mi tira e io mi accovaccio sul letto. Non riesco a respirare bene.
<<Devi stare attenta!>> urla Freya. Lo stomaco e le gambe mi bruciano per alcuni secondi, poi mi passa.
<<Grazie>> giro lo sguardo e guardo Ashley.
<<Andrà tutto bene>>
<<Te lo prometto>> continuo.
<<Lo so, mi fido di te>> dice
Esco dalla stanza seguita da Freya. La rabbia sta arrivando ma cerco di non accoglierla. Entro usando la magia.
<<Bene bene>> dico
Marcus alza lo sguardo.
<<Vorremmo iniziare?>> chiedo. Ho un piano. Entrerò nella sua mente senza perdere tempo. In velocità mi avvicino dietro di lui e prendo la sua testa con tutte e due le mani. Toccarlo mi fa uno strano effetto. Disgusto. Si.
Entro e vedo qualche ricordo vario. Corro nella sua mente per cercare quello che mi serve. Marcus e alcuni uomini sono riuniti attorno a un tavolo.
<<Le avvelenerò con->>
Un suono, un fischio sembra rompermi le orecchie. Mi porto le mani alle orecchie e urlo. È troppo forte. Una forza mi spinge indietro e mi ritrovo fuori dalla sua testa. Mi ha respinto. Per quanto mi costi ammetterlo, Marcus è forte. Lo prendo per il collo bruscamente e stringo. Mi avvicino al suo orecchio.
<<Non resistermi!>>
<<Io non resisto mai alle tue belle tette>>
Faccio spuntare i canini e mi nutro di lui. Marcus mugugna dal dolore. Per quanto voglia ucciderlo, l'amore per Ashley e Alexandra Junior mi blocca e prevale sulla rabbia. Mi nutro un po' e mi stacco. Gli tiro i capelli e mi avvicino di nuovo al suo orecchio.
<<Lo so che ho delle belle tette non c'è bisogno che me lo dica tu>>
Lo strattono e mi metto davanti a lui.
<<La cosa sta diventando molto erotica>> dice con quel sorrisetto tanto odioso quanto affascinante.
Quando lo guardo, so cosa devo fare. Mi metto a cavalcioni su di lui e gli metto le mani attorno al viso. I nostri nasi quasi si sfiorano. Il suo sguardo è come uno specchio limpido, come tutti i maschi pervertiti cede alla prima mossa. Questa è una delle cose che amo dell'essere donna: puoi fare una semplice mossa che subito mandi gli uomini in tilt. Sento un leggero rigonfiamento nei suoi pantaloni.
Entro di nuovo nella sua testa e la scena continua. In poche parole, è un veleno progettato per uccidere le streghe, Argunta. Così si chiama. Il nome mi è subito familiare ma non riesco a collegarlo. Esco dalla sua testa e subito Marcus impreca.
<<Cazzo!>>
<<Ricorda Marcus, nessuno fotte Alexandra Mikaelson>>
<<Freya prenditi cura di Ashley e Alexandra. Kol, Elijah, Klaus, Marcel, tenete d'occhio questo stronzo. Rebekah vieni con me>>
Rebekah mi segue nella stanza accanto dove Freya ha tutto l'occorrente per fare magie e pozioni. Cerco nella libreria il grimorio di Esther, mia nonna. Cavolo! Mia nonna ha inventato la magia nera e i vampiri! Porco cazzo!
<<Che c'è?>> chiede Rebekah.
<<Niente ho appena realizzato una cosa>>
<<Cosa?>>
<<Niente di importante>>
<<Sai come salvarle?>>
<<No, ma so cosa le ha avvelenate>>
Rebekah mi fa cenno di continuare a parlare.
<<Il veleno si chiama Arguta ed è un veleno per streghe>>
Apro il grimorio di Esther e cerco tra i veleni di streghe.
<<Mi è familiare il nome ma non riesco a ricordare>> scorro il dito velocemente sulle pagine ingiallite, pieni di disegni e scritte in lingua antica.
<<Alexandra>>
Mi fermo e alzo lo sguardo.
<<Respira!>>
Faccio un lungo e profondo respiro e chiudo gli occhi.
Arguta

<<Che stai facendo?>>
<<Non fare domande>>
La donna è dolorante e quasi senza sensi. Barcolla sulla sedia. Quello che beve non riesco a riconoscerlo.
<<Cosa gli hai dato?>>
Mio nonno si avvicina prepotente e mi tira uno schiaffo così forte che mi fa barcollare.
<<Ho detto non fare domande!>>
Mi giro verso di lui e annuisco. Mi porto una mano sulla guancia. Brucia da morire.
<<Rimani qui e sorvegliala, tra qualche ora farà effetto>>
Faccio come dice e mi siedo di fronte alla donna. Ha il capo abbassato. I suoi capelli sono madidi di sudore.
Non so cosa dire. La strega di fronte a me è quella che ha fatto l'incantesimo di localizzazione per trovare la mia casa, per aiutare gli assassini di mia mamma, ma non provo niente. Vendetta, odio. Niente. Voglio solo vivere in pace. Ne ho abbastanza. Mi guardo intorno e vedo un libro aperto sul tavolo. Mi avvicino e leggo un nome
Veleno letale per streghe
Arguta
Sangue di serpente, una goccia di sangue sovrannaturale e cianuro
Incantesimi di come crearlo sussegue questa lista di ingredienti.
Cura:
Inizialmente decido di non leggerlo, perché sapevo che se avessi saputo che ci fosse stata una cura l'avrei salvata senza esitazione. Non posso per colpa sua, però decido di leggere.
Posso farlo in segreto? È fattibile?
Nessuna
Incantesimo di trasferimento non esegue effetti collaterali.

Sbarro gli occhi.
<<Cazzo!>>
<<Cosa?>>
Respiro ancora di più e penso. Prenderò il veleno dal loro sangue e lo espellerò con il vomito. É fattibile. Devo solo controllare la mia sete di sangue.
Incantesimo di trasferimento senza effetti collaterali.
È un rischio basarmi su un ricordo ma purtroppo ricordo tutte le mie vittime.
Cerco sul grimorio e lo trovo. Ci sono scritte le stesse cose. Ho una memoria di ferro ed è un mio grande pregio.
Guardo Rebekah e sorrido.
<<Ho un piano>>

Alexandra Mikaelson - the eldest childWhere stories live. Discover now