XXV

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Sono le undici di sera e non faccio altro che rigirarmi nel letto. Tra due giorni c'è la puntata e oltre alle sfide già annunciate da Maria c'è anche quella di Nicol, in più non sono per niente soddisfatta di come sta venendo la coreografia, anche se Veronica dice che è perfetta, sento che manca qualcosa.

Mi alzo cercando di non fare rumore per evitare di svegliare Luca ed Alex e attraverso tutte le stanze, fermandomi però in quella verde. Solo Christian è a letto, gli altri due sono vuoti.

Pochi secondi dopo Mattia esce dal bagno e non appena mi vede sorride <<principessa, non dormi? Domani abbiamo classico>> sbuffa

<<ti ricordi che dovevi fare una penitenza? Per la scommessa che hai perso>> annuisce mentre apre l'armadio <<ecco, fammi compagnia>> faccio il musetto

<<questa non è una penitenza Al, lo avrei fatto comunque. Sai che mi piace stare con te>>

<<allora>> lo sposto dall'armadio e inizio a cercare tra i suoi vestiti <<come penitenza mi prendo questa>> tiro fuori una felpa con il cappuccio, è beige con il logo della North Face scritto in piccolo in alto a sinistra

<<non ci pro->> prova a prenderla ma mi sposto

<<è una penitenza Tia, devi accettarlo>>

<<che palle, non potevo starmi zitto?!>> parla da solo facendomi ridere <<andiamo di là, dobbiamo coprire il logo o ci cazziano>> ci dirigiamo insieme verso la cucina ma ci blocchiamo quando davanti a noi si presenta uno scenario che non saprei se definire imbarazzante, divertente o poco carino.

<<Pasito a pasito
Suave suavecito
Nos vamos pegando
Poquito a poquito>>

corrugo la fronte osservando silenziosamente Dario che -ignaro della nostra presenza- canta e sculetta a ritmo di Despacito.

Sono sulla soglia dello scoppiare a ridere, ma prima che possa farlo, Mattia mi tira via portandomi nella stanza delle gradinate, si siede e mi tira giù con sé

<<mio Dio>> parla fissando il vuoto <<è stato->>

<<da come sculettava sembrava tutto tranne che un ballerino>> borbotto e annuisce

<<mentre lo stavi contemplando ho preso questo>> mi mostra lo scotch nero che ci fornisce la produzione per coprire le marche dei vestiti perché altrimenti è pubblicità.

<<non mi ero accorta ti fossi allontanato>> fa una piccola risata

<<sicura di non volerla lavare? L'ho indossata qualche giorno fa>>

lavarla per far sparire il suo profumo? No grazie

<<no Tia, la voglio così com'è>>

<<e se poi->>

<<se poi la laviamo la devi riempire di profumo per farla tornare com'è adesso, quindi lascia perdere>>

<<ti piace il mio profumo?>> alza un sopracciglio con un mezzo sorriso

<<si, mi piace anche il tuo profumo>> sbuffo <<ora mettiamo lo->>

<<e che altro ti piace di me?>>

<<cosa?>> il suo sorrisetto si amplia

<<hai detto che ti piace anche>> marca l'ultima parola <<il mio profumo, quindi ci deve essere per forza qualcos'altro che ti piace>> stacca un pezzo di scotch e lo appiccica sulla felpa

red hell - Mattia ZenzolaWhere stories live. Discover now