Capitolo 8 - Mr Sombrero

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"Potter, Lupin, Black e Pettigrew! Immediatamente nel mio ufficio!" la McGonagall urlò furibonda.

"Siamo nei guai?" si rivolse Sirius a Remus.

"Tu che dici?" rispose lui con la voce che trasudava sarcasmo.

"Scappiamo?" chiese James.

"No, con la McGonagall non credo che funzionerebbe." disse Remus, osservando la donna venire verso di loro a grandi passi, con i capelli neri che erano sfuggiti allo stretto chignon che le svolazzavano davanti al viso.

"Grazie a Dio" disse Peter passandosi una mano sulla fronte imperlata di sudore. "E quindi che si fa?"

"Prepariamoci all'impatto." disse Sirius a mezzavoce.

La McGonagall ormai torreggiava su di loro. "Potter. Black." disse semplicemente. James deglutì.

"Buongiorno professoressa. Mantello nuovo? Le dona." disse Sirius sfoderando quello che avrebbe dovuto essere un sorriso accattivante.

"Seguitemi" disse la McGonagall. "Anche voi, Pettigrew e Lupin." aggiunse, vedendo con la coda dell'occhio che Remus e Peter stavano tentando di squagliarsela nel frattempo.

Il mantello verde smeraldo frusciava furiosamente dietro alla professoressa, e i tacchi delle scarpe producevano un rumore ben distinto contro il pavimento di pietra del castello. Li condusse nel suo ufficio, posizionato su un corridoio accessibile dalla scalinata principale.

"Accomodatevi" disse seccamente, facendo apparire una sedia in più per Peter con un movimento breve e deciso della bacchetta.

Poggiò le mani sul ripiano di legno della scrivania. Gli occhi verdi e penetranti della professoressa lo scrutavano severamente da dietro gli occhiali squadrati. James, nonostante il nervosismo, pensò distrattamente che non assomigliassero affatto a quelli a mandorla di Lily.

"Spiegatevi." ordinò la McGonagall.

***

"Ricorda solo che se ci beccano, tu sei sordo e io non parlo inglese"

"Oh Merlino, Remus rilassati. Andrà bene." 

"Ti aspetto qui con James e Peter, d'accordo?"

Sirius gli rivolse un sorriso corraggioso, prima di infilarsi la fialetta di Pozione Creabolle nella manica e scivolare nel corridoio dei sotterranei, dove si trovava la Sala Comune dei Serpeverde. 

Bellatrix, dopo l'episodio del treno, non si era più fatta vedere e questo, paradossalmente, lo faceva preoccupare ancora di più. Era sicuro che tramasse qualcosa, lo vedeva dal sorriso ambiguo che le danzava agli angoli della bocca quando si incrociavano nei corridoi, quel sorriso serpentino che gli faceva rizzare i peli sulla nuca. A volte a Sirius sembrava che una lingua biforcuta le spuntasse tra labbra incurvate. 

Si nascose in una nicchia del muro, e indossò il mantello che gli aveva prestato James. Il piano era molto semplice: si trattava di aspettare che un Serpeverde entrasse nella Sala Comune, e infilarsi dentro prima che la porta si chiudesse. Non dovette attendere molto. Infatti, poco dopo, un gruppo di ragazze del quinto anno si avvicinò alla porta chiacchierando animatamente. Tra di esse, Sirius riconobbe Andromeda, sua cugina. La salutò con la mano, prima di ricordarsi che non poteva vederlo. 

"Serpentis Caput" pronunciò Andromeda alla porta, che si spalancò silenziosamente. Sirius si affrettò a seguire il gruppetto, e riuscì a infilarsi dietro di loro per un pelo. Si ritrovò nella Sala Comune dei Serpeverde, fiocamente illuminata da qualche candelabro agli angoli. Sirius sapeva, dai tanti racconti delle cugine e dagli altri membri della famiglia Black, che la luce verdastra della Sala derivava dal fatto che si trovava da qualche parte sotto al Lago Nero, ma non riuscì a rimanerne affascinato. Le colonne di pietra scura, poi, contribuivano a quella atmosfera di tranquilla solennità, un po' sinistra. Nonostante il caminetto acceso a un lato, Sirius la trovava totalmente priva del calore della Sala Comune di Grifondororo. 

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