Capitolo 25

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<<Piada io vado, staró fuori poco piú di una settimana credo... Appena arrivo ti mando un messaggio.>> <<Ei ei aspetta, rivedrai quel gatto?>> <<Si... credo di si, perchè?>> <<Non so non pensi sia, boh strano?>> <<Strano? In che senso strano Piadi?>> <<Cico, vi siete lasciati due anni fa perchè era impazzito...>> <<Non è impazzito.>> <<Ok ok, volevo solo proteggerti, tutto qua... sono pur sempre il tuo... il ragazzo che ti ha aiutato a superlarla>>
<<Si beh... ora devo andare>>

Piadina, si quel Piadina, ci siamo rincontrati a Roma, quando sono tornato da mio cugino.
Non mi aspettavo di trovarlo, e soprattutto non mi aspettavo di legarci cosí tanto.
Ecco tra me e Piada sono successe tante cose, i due estremi della nostra relazione sono litigare violentemente e scopare altrettanto violentemente.
MA... niente ma, la storia è così; bella o brutta che sia.
Credo che sia ovvio che i "sentimenti" provati da Piadina non siano minimamente ricambiati in quanto, io, in questo esatto momento sono sulla mia moto per raggiungere, una città in cui si trova... beh... non so esattamente come definirlo, peró ecco LUI.

<<Quindi, ricapitolando... Io Cico Tobbi, il giorno...  16 settembre, ore emh... 9.47 del mattino, sono sulla autostrada per recarmi al porto, dove prenderó il traghetto per andare... da loro.
Bene, e su questo ci sono, proviamo il discorso, allora... ahhh ma che sto facendo, adesso parlo anche da solo?!
Chiamiamo Mario va...>>

<<Oi Cico, che succede?>>
<<volevo solo dirti che sto per prendere il traghetto, scendo all'una per cui verso le due e dieci sono davanti scuola>>
<<Ahh... perfetto, avviso tutti. Scrivimi appena scendi che mi preparo>>
<<Assolutamente>>

<<13.57, perfetto. Come sempre sono assolutamente perfettamente... in ritardo, cazzo.
No ok, ci riesco ad arrivare li per l'uscita dai, posso farcela, non arriveró alle 14.10 precise ma... si dai, per le 'e venti posso farcela>>

Ahhh... eccola, la mia vecchia scuola.
Ci ho passato solo un anno, ma devo dire che mi manca un botto.
Vederla da fuori, con fuori intendo, vederla da ragazzo che l'ha già finita, fa un altro effetto.
Le classi, i cartelloni appesi, il nostro albero, e sotto, loro, i miei amici.

<<RAGA ECCOLO>
<<ODDIO CICO NON CI CREDO>>
Anna... Cazzo è cambiata.
Lo sono tutti, Giorgio ha tolto il cappello, Alex si è tagliato decentemente i capelli e non indossa piú abiti invernali, Lyon si è fatto piú paffuto, Mario ha fatto crescere i capelli, Stefano ha... si è... no lui è come me lo ricordavo.
E poi Strecatto, Il Ragazzo dai Capelli Rosa, non ha piú i capelli rosa.

...

<<ok... meglio che io e stre ce ne andiamo, cico chiamami appena sai dove stare>> <<s...si...>>

Cosa era successo.
In nemmeno cinque minuti ho assistito a... non lo so nemmeno io.

<<Lyon che gli è successo?>> sono scioccato, non me lo ricordavo cosi, forse aveva ragione Piada, è impazzito
<<Cico, lui... è cosi da dopo la tua partenza, è svogliato, aggressivo, e apatico...>>
<<È colpa mia...?>>
<<No... c'è in un certo senso si... peró... si è colpa tua>>
Ho... fatto l'unica cosa di cui mi ero rispomesso di non fare... L'ho sgretolato.
<<Complimenti Alex, sempre delicato... Cico, so che hai fatto quello che hai fatto per riuscire a proteggerlo, ma...>>
Proteggerlo, PROTEGGERLO, ho fatto tutto tranne che PROTEGGERLO.
Quelle che stanno dicendo sono solo parole a vuoto, sanno anche loro che ha ragione Alex, ho letteralmente distrutto un ragazzo che con un filo di vento di sarebbe spezzato, l'ho abbandonato. Sono solo un mega strono-patentato.

<<A ME NON ME NE FREGA UN CAZZO CHE LO SAPPIATE VOI CHE L'HO FATTO PER PROTEGGERLO, DEVE SAPERLO LUI.>>

È abbastanza, glielo avrei detto, gli avrei detto tutto.
TUTTO.

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