Capitolo 8 - suoni oppressi dal dolore

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Nelle magiche ore del tramonto
E dell'alba, il giorno e la notte, si sfiorano
E sono sul punto di incontrarsi ma non
Succede mai. Dicono che se fai attenzione,
Puoi ascoltare i lamenti e vedere il cielo
Tingersi di rosso dalla loro rabbia. La
Leggenda narra che gli dei hanno voluto
Concedere loro qualche attimo di felicità;
Per questo hanno creato l'eclissi, nel corso
Delle quali gli amanti riescono a unirsi e a
Stare insieme.

-    Leggenda cinese





«Salve, piacere Saros» disse quest'ultimo entrando in casa accolto dalla madre della ragazza.
«Benvenuto caro! Io mi chiamo Dina, la madre di Yana».
Lo fece entrare per poi farlo accomodare in cucina. Saros, nel frattempo, si guardò intorno ma non vide nessuna traccia della mora.

«Yana è appena tornata da lavoro e si sta facendo una doccia in questo momento» disse Dina come se lo avesse letto nel pensiero. «Invece Han, il padre, tornerà tra una decina di minuti a casa» aggiunse.
Saros semplicemente annuì.
«Prima che Yana finisca, ti devo far vedere una cosa. Aspettami qui» disse Dina per poi scomparire nel corridoio.
Tornò pochi minuti dopo con una scatola in mano.
L'appoggiò sul tavolo e l'aprì.

«Questa è la scatola con cui Yana è venuta qui, ci sono tutte le cose dell'orfanotrofio... Guarda qui com'era piccola!» esclamò cacciando dei documenti su cui era presente una foto della ragazza da piccola.
Forse aveva quattro o cinque anni in quella foto.
«Sì, è carina» rispose Saros ma il suo occhio cadde su una frase interessante. Accanto alla foto stava scritto 'nome: Yanara'.

«Yanara...?» domandò Saros confuso.
«Sì, è lei. Yana» rispose Dina smarrita. Forse dava per scontato che lui conoscesse già il vero nome della ragazza.
«Non si chiama solamente Yana?».
«No, il suo vero nome è Yanara. Solo che non vuole mai essere chiamata così...».
«Perché?».

Dina lo guardò titubante.
«Penso che forse sia meglio chiederlo direttamente a lei. È una cosa molto personale e confidenziale» disse.
Saros annuì comprensivo anche se allo stesso tempo si mostrò deluso.
Yana parlava sempre di voler scoprire di più su di lui e che fosse Saros a mantenere i segreti. Invece era lei che nascondeva chi era, la sua identità. Era lei ad essere misteriosa e chiusa, non lui.
Quest'ultimo come poteva aprirsi con lei se nemmeno Yana voleva aprirsi con lui?
Perché doveva confidarsi soltanto Saros?

«Tieni» disse all'improvviso Dina interrompendo i pensieri di lui, portandolo alla realtà.
Vide avanti a sé, la mano della madre di Yana, che teneva tra le dita una collana.
Aveva come ciondolo la luna.

«Questa collana si incastra con quella che ha Yana. La sua vera madre gliel'ha data perché voleva che trovasse la sua luna, di creare l'eclissi. Di trovare la persona giusta che potesse proteggerla e regalarle questa collana» disse mettendo il gioiello nelle mani di Saros.
«Yana voleva buttarla perciò sarò io a darla a te. Come madre, anche se adottiva, vorrei che proteggessi mia figlia».
«Oh no signora, non credo di meritarla. È un oggetto importante, non penso spetti a me indossarla» disse Saros imbarazzato.
«Tienila. Dici che mi sto forse sbagliando? Non importa, so soltanto che in queste settimane hai riportato il sorriso spensierato che Yana aveva un tempo. Questo per me è l'importante».

Saros rimase in silenzio.
Fissò la collana che aveva tra le mani. Era molto bella e preziosa.
Appena vide Dina alzarsi per mettere a posto la scatola, si mise la collana al collo e la nascose dentro la maglietta.





«Quindi tra due mesi riparti per Houston» disse il padre di Yana mentre mangiavano.
«Già»
«Ti stai trovando bene qui in Corea?» continuò a chiedere.
«Si abbastanza. Ho preferito fare qui lo stage perché sono da sempre affascinato dalla cultura coreana» rispose Saros.
«Che bello, sono contento di questo! Non hai mai pensato di trasferiti e rimanere qui?»
«Non posso. Anche se Jeju mi piace, la mia vita si trova a Houston. La mia famiglia, i miei parenti, amici...»
«Hai anche la fidanzata lì? So che sono difficili le relazioni a distanza»
«Oh, no io-»
«Papà basta fare l'interrogatorio, lascialo mangiare» si intromise Yana fermando la conversazione.

Credi nel tuo nomeWhere stories live. Discover now