Capitolo 33 - La notte stellata

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Il cielo pieno di loro.

«Quindi parti dopodomani?» chiese Yana rattristita.
«Sì, ma ti videochiamerò sempre. Lo sai questo?». Sorrisero entrambi.

Era sera e stavano camminando in vari sentieri immersi nella natura. Erano così vicini che parecchie volte capitò che le loro mani si toccassero. Quando succedeva, si allontanavano di scatto con le guance arrossate.

«Mi ha detto Kevin che resterà qui ancora per qualche mese. Quindi presumo starai con lui...»
«Sì, perché? Sei per caso geloso, Saros?»
Quest'ultimo girò il viso dall'altra parte nascondendo l'imbarazzo.
«No io... cioè-»
«Tranquillo! Io e Kevin siamo solo amici»
«Pensa anche lui la stessa cosa?»
«Saros...»

Alzò le mani in aria in segno di difesa. «Ok ok, va bene. Siete solo amici e io sono un po' geloso, ecco».
Yana inarcò il sopracciglio ridendo.
«Soltanto un po'?»
Saros non le rispose decidendo di ignorarla.

Nel frattempo videro, improvvisamente, il cielo rabbuiarsi.
Le nuvole grigie non promettevano nulla di buono.
«Dici che pioverà?» chiese Yana vedendo le nuvole pian piano riempire l'intero cielo.
«Penso di sì, che facciamo?»
«Seguimi, qui vicino c'è un bel posto riparato» rispose Yana percorrendo un altro viale seguita da Saros.

Dopo qualche minuto iniziarono a sentirsi le prime gocce per poi diluviare a dirotto.
«Sbrighiamoci! Siamo quasi arrivati!» urlò Yana accelerando il passo.
«Va bene».

Mentre correvano però, Saros la prese per i fianchi e se la tirò a sé. «Che fai??» chiese Yana sorridendo.
La strinse a sé in vita e le fece fare diverse piroette. Yana spinse la testa all'indietro ridendo, con la mano poggiata dietro alla nuca di Saros, mentre la pioggia continuava a bagnare entrambi.
Sentiva le gocce dell'acqua rigarle il viso e un senso di freschezza inspiegabile.

Smise di girare e tornarono a guardarsi negli occhi.
Yana trovò Saros ancora più bello in quel momento. Aveva i capelli bagnati che gli ricadevano sul volto. Il viso, ricoperto dal buio delle nuvole, faceva risplendere meglio i suoi bei occhi verdi. Erano talmente belli e profondi che Yana si avvicinò di più per osservarli meglio da vicino.
Nel frattempo vide, per un attimo, una luce strana attraversarglieli.

«Forse dovremmo andare a ripararci» disse Saros e Yana semplicemente annuì ma non si mossero di un millimetro. Rimasero attaccati uno all'altra senza accennare a un movimento.
Saros seguì con gli occhi una goccia attraversare il viso di Yana per poi finirle sulla bocca e precipitare.
Si soffermò a guardare le sue labbra per poi guardarla negli occhi e successivamente le labbra.

«Voglio baciarti» le disse facendola imbarazzare. Però Yana sorrise accorgendosi del fatto che fosse già la seconda volta che Saros aspettava il suo consenso per baciarla. Ed era così carino quando lo faceva perché non voleva che fosse contro la sua volontà, ma voleva che entrambi lo volessero.

«Allora cosa aspetti?» chiese lei avvicinandosi fino a sfiorarsi i nasi.
«Io però poi devo partire...»
«Fa niente, vuol dire che avremo una relazione a distanza»
«Sei sicura?»
«Saros sono sicura di questo sin dal primo giorno che ti ho visto. Baciami e stai zitto».

Saros non se lo fece ripetere due volte, sorrise e la baciò sotto la pioggia.
Sotto al cielo che piangeva per loro, essendo a conoscenza che fra poco il sole e la luna si sarebbero separati.

Mentre si baciavano, l'amore e la pioggia si unirono e diventarono un tutt'uno di poesia e passioni. Ad un tratto sembravano esternarsi dal mondo intero e da tutto ciò che li circondava. Non era un semplice bacio, ma una vera eclissi che aspettava che si unissero ormai da tempo.
Finalmente il sole e la luna si erano uniti e tutto intorno a loro sembrava magico, surreale.
Erano così belli che era impossibile vederli senza rimanere incantati, così come l'eclissi è visibile a occhio nudo ma impossibile distogliere lo sguardo o toccarla. Erano loro, soltanto loro in mezzo al cielo immenso.

Le stelle gli facevano solo da contorno alla bellezza che emanavano.
Smise di piovere e il cielo si aprì illuminandoli con la luce emanata dalla luna.
Brillavano in mezzo al nulla.

«Ma ha smesso di piovere!» sorrise Yana staccandosi dal bacio per poi osservare il cielo. Saros la guardò meravigliato, come se avesse davanti a sé la notte stellata di Van Gogh. L'espressione dell'artista nei confronti della natura, quando al sorgere del sole, vide dalla sua finestra la stella del mattino. E lei era quella stella che luccicava nel buio.

Aveva il viso che splendeva alla luce della luna e il sorriso che la rendeva spettacolare, stupenda.

«Ti amo» disse di getto senza nemmeno esserne reso conto. Difatti Yana abbassò lo sguardo su di lui e sorrise imbarazzata.
«Sei letteralmente stupenda. Potrei passare il resto della mia vita a baciarti e dirti quanto sei bella al cospetto del cielo. Di quanto brilli ai miei occhi e rallegri le mie giornate»

«Esagerato...» rise imbarazzata Yana non avendo parole per rispondergli.
Saros sorrise spostandole qualche ciuffo bagnato dalla fronte per poi riportarli dietro alle orecchie. La toccava e la guardava con una tenerezza mai vista.

«La mia piccola Chups, tu non hai nulla da dirmi?» chiese dandole un bacio sulla fronte.
«Luna mia, ti ho aspettato da così tanto tempo che quasi dimenticavo di come si splendesse da sola»

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