12B- Di scappare finché è in tempo, o non riuscirà mai più a farlo.

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Marianne, Pouvez-vous apporter un croissant et un 'cappuccino'?' Chiedo alla cameriera, spegnendo una sigaretta nella ciminiera, mentre leggo il report di ieri sulle vendite mensili.
'Sûr, tout de suite.'
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'Tesoro, appena la cameriera porta il cornetto lo mangi tutto e poi di corsa a scuola. Jean-Pierre ti aspetta già in giardino in macchina.' Dico, dando un bacio sulla fronte a mio figlio, Henry.
'Va bene papà, ti voglio tanto bene; vorrei solo che qualche volta mi accompagni tu o papà.'
'Mi raccomando, comportati sempre da bravo bambino. Domani ti ci porto io; ricorda che io e papà siamo molto impegnati, ma ti amiamo tantissimo.'
Henry ha sei anni, è un bambino molto allegro, ma è un damerino; i suoi capelli ricci sono molto morbidi ed i suoi occhi azzurri lo rendono il bambino più bello del mondo, ma forse sono di parte. Quando lo guardo, ricordo ancora il me a vent'anni che lo stringeva per la prima volta tra le braccia; riprovo ogni giorno la stessa emozione, come se fosse la prima volta.
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Ore 8:30, arrivo sul luogo di lavoro, un posto grigio fatto di computer, scartoffie, telefoni, e poi c'è la mia parte preferita: una grande stanza dove i dipendenti pensano e disegnano i nuovi vestiti; mi piace sempre venire ad aiutare e a promuovere i miei pensieri e consigli.
Tutto è già avviato: Floriane è una ragazza di ventidue anni, quella che io definirei una barbie versione umana, si trova alla sua solita postazione. È la mia segretaria di fiducia; all'inizio era molto impacciata ma adesso è la mia preferita.
Un mazzo di rose rosse sulla mia scrivania come ogni mattina; le mie labbra si curvano per formare un piccolo sorriso di compiacimento, ma fondamentalmente so che è solo un piccolo atto di ipocrisia.
'Floriane! Per favore mi fai accomodare il ragazzo con cui avevo appuntamento oggi per il colloquio?'
'Subito!'
Ed entra lui, penso che abbia più o meno la mia età: di bella presenza, alto, vestito particolarmente bene.
'Ciao! Accomodati: mi hai inviato una richiesta per lavorare qui come stilista, parlami un po' di te.'
'Buongiorno, subito: mi chiamo Alain ed ho venticinque anni. Ho studiato all'IFA Paris ed ho sempre avuto una particolare passione per la moda sin da piccolo, anche se mio padre non è mai stato particolarmente entusiasta della mia scelta.' Dice tutto d'un fiato, avrebbe fatto arrossire qualsiasi rapper del momento; penso sia molto teso ed imbarazzato.
'Respira! Prendiamoci un caffè e rilassati. Come mai non è d'accordo?' Gli chiedo porgendogli una tazza di caffè prontamente servita da Floriane.
'Avrebbe voluto che io facessi il calciatore, o qualcosa più da uomo.' E ridiamo entrambi; mi piace, credo abbia molto da raccontare, un bel background da esplorare.
'E dimmi: cosa ti piace della nostra azienda?'
'Mi piace perché è un ambiente prettamente giovanile; inoltre sono un grande fan delle vostre linee, sono sempre nuove e così anti-conformiste. Penso che potrebbe essere il luogo adatto per me.' Risponde, poggiando la tazzina di caffè al suo posto.
'Allora facciamo così: domani vieni a questa stessa ora, inizierai un periodo di prova. Floriane ti spiegherà tutto ciò che c'è da sapere meglio di me, inoltre sarai affiancato da Lucien, ti guiderà in tutto. Per quanto riguarda la retribuzione inizieremo con il salario minimo, in merito all'orario di lavoro invece dalle otto alle sedici, dal lunedì al venerdì. Mi raccomando, qui non transigiamo su: puntualità, diligenza e una bella presenza con tanto di outfit adeguato. Ma per queste due ultime cose sei sulla buona strada.'
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Torno a casa: accompagno Henry a nuoto, faccio una breve to do list per domani.
Eric è appena tornato, resta sempre più di me in azienda e se provo a chiedergli il motivo ha la cattiva abitudine di deviare il discorso; ma gliela faccio passare: ha un ruolo molto più importante del mio. Ci rechiamo sul nostro campo di tennis, a guardare il sole tramontare per far spazio alla luna pronta a portare il buio sulla Terra.
'Tesoro com'è andata oggi?' Chiede, mentre siamo sdraiati uno accanto all'altro sul prato.
'Bene, domani c'è un nuovo ragazzo molto giovane per una prova. Mi sembra molto preparato ed incline ad apprendere, molto motivato.'
'Hai fatto un colloquio ad un ragazzo? Spero tu non sia rimasto da solo con lui; Floriane era lì?' Alzo gli occhi al cielo, infastidito da tale domanda; non gli ho mai dato motivi di dubitare sulla mia fedeltà, ma è sempre pronto a chiedermi la stessa cosa ogni volta che svolgo un colloquio; lui ha incaricato Floriane di restare in ufficio con me ogni volta che intervisto una persona di sesso maschile.
'Secondo te? Non ho molta scelta!' Mi da un bacio a stampo, soddisfatto dalla risposta; si alza e va a prepararsi per la cena.
Non sono stati facili questi anni, molte volte la mia salute mentale è stata messa a dura prova: sono costantemente sotto controllo con qualsiasi mezzo, addirittura ha fatto impiantare una telecamera nascosta nel mio ufficio; non sa che io ne sono a conoscenza, è un piccolo segreto che ripongo dentro di me. Con Henry, invece, per quel poco che è presente, si dimostra come un padre amorevole: gli piace giocare ai videogiochi, insegnargli a giocare a ping pong, a volte gli legge anche delle fiabe per aiutarlo a dormire; spero di non dovermi ricredere su questo aspetto.
Ho tutto: soldi, potere, un figlio; ma è come se mi sentissi sempre più lontano da Eric, purtroppo sono tante le cose che ho dovuto subire che mi hanno portato ad affermare quanto detto; anche episodi di violenza fisica.
La differenza tra il me di ora ed il me di anni fa è la consapevolezza: sono a conoscenza del fatto che Eric è una persona tossica, e che tutta la relazione intera è tossica; prima invece non lo capivo pienamente, non so spiegarmi il motivo eppure è così evidente. Vorrei una macchina del tempo e viaggiare per dire al Blake del passato di scappare finché è in tempo o non riuscirà mai più a farlo. Ma oggi, come tempo fa, so che lo amo e che non potrei mai separarmi da lui: un po' come la dipendenza dalle droghe; lo sai che non ti fa bene, ma continui ad abusarne, perché ne senti la necessità, ne hai bisogno come l'aria che respiri. Non so se Eric provi ancora amore per me o è solo possessione, attaccamento morboso; purtroppo lo amo troppo per provare ad indagare su questo: in caso di risposta negativa ne uscirei devastato.
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'Eric...tutto questo è pazzesco! Non posso credere che tu abbia organizzato tutto questo per me...non so cosa di...' Creai scompiglio; iniziai a ridere dato che, vedendo la reazione di tutti, sembrasse che pensassero che stessi per dire di no.
'No, ragazzi non sto per dire di no! È che non trovo le parole adatte per dire ciò che sento ora!' In realtà avrei avuto tante cose da dire sul fatto che non mi sentissi pronto, che ero troppo giovane, che avevo mille altre cose da fare prima di sposarmi...
'Bastano solo tre parole.' E poi questa frase pronunciata da un Eric terrorizzato e anche un po' in imbarazzo; non potevo in alcun modo rifiutare, non in quella situazione: poi mi rassegnai, pensai al fatto che prima o poi sarebbe dovuto succedere. Quindi perché rimandare una cosa inevitabile? Pronunciai quelle tre parole che mi avrebbero segnato a vita.
'Sì, lo voglio.'
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Fine.
Spero sia stata di vostro gradimento; non è finita però! Non so effettivamente se ci sarà un continuo, ma nel frattempo qualcosa di collegato bolle in pentola.
Stay tuned.

'Addiction'Where stories live. Discover now