Moony & Co.

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Il cane - Sirius il cane - abbaiò due volte e scodinzolò scherzosamente mentre Remus si sollevava da terra. Guardò James e Peter, che sorridevano entrambi imbarazzati. Guardò di nuovo il cane, che si trasformò di nuovo in Sirius, in piedi davanti a lui con lo stesso ghigno folle.
"Ce l'avete fatta." Remus disse, "Non posso credere che ce l'abbiate fottutamente fatta." Si sedette di nuovo, sentendosi un po' traballante.
"Sei arrabbiato con noi?" Chiese James, i suoi occhi enormi e seri.
"Potete farlo tutti?"
Peter e James si guardarono l'un l'altro, poi annuirono.
Remus inspirò, il petto stretto.
"Avanti, allora", sussurrò, "Fatemi vedere".
Immediatamente, James e Peter si trasformarono in un enorme cervo regale e in un grasso topo bruno. Le corna di James raschiavano il soffitto basso della loro stanza, così che dovette chinare leggermente la testa.
Sirius rise, "Non potevamo scegliere in cosa trasformarci", spiegò. "Altrimenti Peter probabilmente avrebbe scelto qualcos'altro ..."
"Oi!" Peter disse, trasformandosi di nuovo; "I ratti sono creature molto intelligenti, ho cercato."
"Peccato che tu non lo sia." Sirius rispose.
"Non tutti vogliono essere un grosso cagnaccio bavoso." anche James si trasformò di nuovo, e diede un pugno sulla spalla a Sirius,
"Va bene, Bambi, calmati." fece un sorrisetto Sirius, arruffando i capelli di Peter, "Stavamo solo scherzando, vero amico?"
Peter ricambiò il sorriso. Sembrava piuttosto felice. Tutti lo sembravano. Remus era ancora senza parole. Li osservò tutti come se fossero estranei. Avevano davvero fatto questo - una delle magie più difficili, che richiedevano abilità, concentrazione e - soprattutto - pazienza, solo per lui? "Remus?" James chiese, sembrando di nuovo serio, "Sei arrabbiato, vero?" "Io..." Remus aggrottò la fronte, poi scosse la testa, "No, no, non arrabbiato ... io solo ..." Si strofinò la nuca, chiudendo gli occhi, "Sapevo che l'avreste fatto comunque, sapevo ci avreste provato ameno. Non mi ascoltate mai." "Ci dispiace." Disse James, sconsolato. Persino Sirius aveva smesso di saltellare.
"No, non scusatevi!" Remus disse velocemente, aprendo gli occhi, "Quello che avete fatto è fantastico ... voi tutti siete fantastici. È solo che ... non so cosa dire."
Si maledisse per non essere stato in grado di ringraziarli adeguatamente, per aver sentito così tanto, ma per non essere in grado di esprimerlo a parole. Qual era il punto di tutta quella lettura se non ti dava le parole quando ne avevi bisogno?
Alzò di nuovo lo sguardo per trovare Sirius che lo osservava - il suo sorriso era più calmo ora, e la luce della comprensione brillava nei suoi occhi. Il cuore di Remus perse un battito. "Grazie." Disse, piano, solo a Sirius.
"Qualunque cosa per il nostro Moony!" Sirius sorrise di nuovo, e all'improvviso tutto tornò alla normalità, e la stanza del dormitorio era solo la loro stanza, e queste persone incredibili erano solo i suoi amici. "Andiamo," disse Sirius, allegramente, rivolgendosi a tutti loro, "Andiamo a cena. Abbiamo una lunga notte davanti a noi!"
"Stasera?!" Remus disse, sorpreso, "Volete provarlo stasera?!"
Certo, pensò, è per questo che avevano scelto proprio l'ultimo momento per rivelarsi.
"Non c'è miglior momento che il presente." James sorrise.
"Non puoi voler passare un'altra notte da solo in quell'orrida baracca quando non devi, Remus?" Disse Peter, sinceramente.
Remus ci pensò su mentre seguiva gli altri giù per le numerose scale e corridoi fino alla Sala Grande. Non gli piaceva stare da solo, subito prima della luna o subito dopo. Presumeva che nemmeno al lupo piacesse stare da solo, a giudicare dal dolore che gli causava. Ma l'aveva sempre fatto da solo. Non era mai stata una possibilità prima.
Non parlò affatto durante la cena, mangiando svogliatamente il piatto. Sirius gli diede una gomitata ogni tanto, e Remus gli rivolse un sorriso, ma tornò a giocare con le sue patate arrosto.
"Remus, non stai mangiando." disse Marlene, preoccupata, "Non è proprio da te."
"Mmh", rispose, posando la forchetta, "non mi sento bene. Penso che andrò in infermeria."
"Oh no, di nuovo?" Marlene inclinò la testa in segno di compassione, "Poverino."
Remus scrollò le spalle e si alzò per andarsene. Anche i Malandrini si alzarono e lo seguirono fuori.
"Come avete intenzione di fare?" Chiese, mentre camminava, non osando guardare nessuno di loro.
"Pete è piccolo, può farci entrare", disse James, con entusiasmo, "Poi useremo il mantello - è un gioco da ragazzi starci sotto ora che ci possiamo trasformare."
"Okay," Remus annuì, risoluto, "Okay, se potete intrufolarvi dietro la Chips ... mette un incantesimo di chiusura sulla porta, altrimenti."
"Fantastico," Peter annuì, entusiasta, "Lo faremo Remus, lo faremo!" Fuori dall'infermeria, si voltò e li guardò tutti. Aiutava essere alto, in momenti come questo.
"Sapete che potrei uccidervi tutti."
Lo guardarono senza esitare. Sirius raddrizzò la schiena, "Non lo farai." Remus sospirò.
"Okay. Ci vediamo tra un'ora o giù di lì, allora." E con ciò entrò in infermeria, senza voltarsi indietro. Il cuore gli martellava nel petto; in parte eccitazione, in parte terrore.
Era pericoloso; era così, così pericoloso che gli faceva male la testa. Ma già una volta aveva detto loro 'no' e questo era il risultato. Poteva solo sperare che fossero abbastanza veloci e abbastanza intelligenti da scappare, se le cose fossero andate storte. E se non fossero riusciti a scappare ... sperava che almeno uno di loro sarebbe stato abbastanza coraggioso da fare ciò che era necessario per assicurarsi che i tre sopravvivessero, anche se ciò significava che lui non l'avrebbe fatto.

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