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Smut 🔴

"Oh frate, stai dormendo?"

Erano le 2:30, Christian e Mattia stavano dormendo nello stesso letto, come erano soliti fare, ma Christian quella notte non riusciva a prendere sonno. Era inebriato dal profumo del più piccolo, cazzo quanto profumava, non sapeva neanche lui di cosa: forse era quel dannato bagnoschiuma alla vaniglia o probabilmente i prodotti che il piccolo applicava sui capelli dopo lo shampoo, in ogni caso non riusciva a non esserne assuefatto. Guardava quel profilo perfetto muoversi con grazia mentre si rigirava nel letto, diffondendo il suo profumo, le labbra leggermente schiuse e rosse. Avrebbe voluto mangiarle.
Lo sapeva che non sarebbe stata una buona idea dormire assieme, soprattutto dopo che quella stessa mattina gli era venuto duro solamente per averlo abbracciato, era fuori controllo.

Così si ritrovò alle 2:30 disteso a pancia in su, le braccia sotto la testa, con un'ansia atroce di addormentarsi e di sognare, per la centesima volta, se stesso e il biondo insieme, che scopavano in quello stesso letto, con la paura che si sarebbe svegliato accanto al piccolo, eccitato.
Doveva necessariamente fare qualcosa.

"Oh frate, stai dormendo davvero?"

Forse pronunciò quelle parole a voce troppo alta perché il biondo, in dormiveglia, si svegliò di soprassalto, spaventandosi.

"Oh Chri che c'è, stai bene?"

Il più grande sorrise, ormai lo faceva eccitare anche soltanto il suo essere così premuroso. "Christian datti una calmata, sei un maniaco", si ripeteva.

"No frate, volevo chiederti se tu riuscissi a dormire, a quanto pare sì, scusa, non volevo svegliarti"

"Che hai?"

Finalmente il biondo voltò la testa verso Christian, e il moro non poté trattenere un sorriso, cazzo quanto era bello, quegli occhi gonfi resi azzurrissimi dal rossore provocato dall'allergia, il nasino perfetto, i capelli arruffati e ricci e le labbra carnose.

"Quanti sei bello"
Si lasciò sfuggire il moro, avvampando subito dopo aver pronunciato quelle parole.

Mattia abbassò lo sguardo, imbarazzato, poi riportò di nuovo i suoi occhi in quelli di Christian.

"Dai frate- sorrise- mi dici che hai?"

"Non riesco a dormire"

"Questo l'ho capito fra, ma perché? Sono io? Ti do fastidio?"

"Sì, mi dai fastidio perché sei accanto a me, distante 3 centimetri e non ti posso toccare come desidero" pensava. Ma fu solo una parte di questo pensiero ad uscire dalle labbra sottili del moro.

"Sì" rispose.

Mattia si impanicò.

"Scusami Chri, Daniele mi dice sempre che russo ma io non gli ho mai creduto, forse aveva ragione, ora me ne vado."

Mattia fece per alzarsi ma Christian lo afferrò per un braccio.

"Resta" lo condusse sul letto facendolo stendere supino accanto a lui.

"Allora? Che hai?"

"Ora o mai più" pensò il moro, intrecciò la sua mano sinistra con la destra del biondo, si leccò il pollice della mano destra per poi condurlo sulle labbra di Mattia, delle quali iniziò a tracciare il contorno.
Christian lo guardava dall'alto mentre il biondo si faceva toccare le labbra in quel modo, senza dire una parola, lo fissava soltanto, compiaciuto. Poi Mattia prese a leccargli il pollice piano, senza fretta, mentre Christian si perdeva nei suoi occhi. Avevano capito entrambi cosa sarebbe successo da lì a poco.
Poi, finalmente Christian si gettò sulle sue labbra.

Panic Room / Os Zenzonelli Where stories live. Discover now