Capitolo 28

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"Oggi sei stranamente silenziosa" commentò Leonardo dal suo tavolo di lavoro.

"Io sono sempre silenziosa, di solito sei tu quello che ha bisogno di riempire l'aria con qualche sciocchezza".

"Non fare sempre la perfettina, adesso non c'è il tuo fidanzato nei paraggi" rise.

"Tu hai un problema al cervello secondo me" sputai con tono fermo.

"Ovvero?".

"Quando ti fissi su qualcosa diventa una mania".

"Sai, ho altro a cui pensare oltre che alla tua storiella d'amore".

"...non sembra".

"Pensi di essere così importante per me?" Leonardo si avvicinò con fare infastidito.

Feci un passo indietro.

Non volevo averlo così vicino.

"A quanto pare sì, non fai altro che alludere a delle stronzate sul mio privato".

"Perché odio essere preso in giro".

"Non ti sta prendendo in giro nessuno".

"Sì? Allora forse dovrei ricevere lo stesso trattamento che riservi a Contesi" sorrise diabolico.

"Okay" mi voltai per tornare al mio lavoro, lo avrei semplicemente ignorato.

Perché è quello che faccio da quando sono rientrata dalla pausa pranzo.

Ignoro Guido.

Quando viene a controllare neanche alzo lo sguardo.

Non ci riesco.

Preferisco allontanarlo da me in questo modo.

"Che fai?" il ragazzo mi afferrò per un braccio e mi fece voltare.

"Ti ignoro, come faccio con lui".

"No, non è vero...io intendevo un'altra cosa".

"Cosa?".

Anceschi avvicinò il viso al mio orecchio destro.

"Dovresti succhiarlo anche a me" sussurrò.

Che schifo.

Il primo istinto fu quello di spingerlo via.

Ma lui mi teneva forte.

In viso un sorriso da psicopatico.

Come eravamo arrivati a questo punto?

"Cosa succede qui?" alzò la voce Guido appena ci vide.

Leonardo mi lasciò andare.

"Nulla...vero Ferri?".

Annuii poco convinta.

"Sarà meglio...sono le diciotto, potete andare a casa" annunciò.

Leonardo si voltò verso di me.

"...pensaci".

"Ma sei scemo?!".

Il professore non stava capendo.

Spostava lo sguardo da me a lui e viceversa.

Anceschi questa volta sembrava diverso.

Non era la sua solita provocazione.

Questo mi inquietava un po'.

Raccolsi il mio zaino da terra.

Appesi il camice.

"Ciao Ferri, a lunedì" mi prese in giro il mio collega.

Neanche risposi.

Che mondo sarebbe senza di noi?Where stories live. Discover now