Diario di Bordo

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Autore

Genere: fantasy comico

Questa prima analisi mi ha messo a dura prova; del resto, anche l'autore mi aveva avvertito e tutto il testo urlava: "Te l'avevo detto!". Ma andiamo con ordine. La storia presentata in Diario di Bordo parte da un assunto molto semplice e ben collaudato dove il protagonista, Paolo, viene catapultato – in questo caso nel vero senso della parola - in un mondo altro rispetto al suo, tipica sequenza del Viaggio dell'Eroe. In ogni capitolo traspare la volontà dell'autore di mettersi in gioco allentando qualsiasi freno inibitore e di realizzare una storia che potesse rilassare e distendere gli animi di chi la leggesse. A questo scopo sono risultate ottime le parti particolarmente brevi, donate come degli stuzzichini ai quali si cede nonostante si sappia di dover smettere; e l'eterogeneità delle battute proposte che hanno cercato di accaparrare consensi un po' da tutte le parti.

Stile e modalità di scrittura

Devo essere onesto (oltre che egoista) e dire che non è la prima volta che leggo un testo dell'autore. Il suo modo di scrivere è molto maturo e in grado di cogliere l'attenzione di chi si approccia alle sue pagine, ma in Diario di bordo troviamo una scrittura schizofrenica, a volte curata, soprattutto nelle descrizioni ambientali, e a volte frettolosa, che congiunge ottime frasi da cui imparare a strafalcioni da cui scappare. Lo scritto all'intero di Diario di bordo fa capire fin da subito che nasce, in primis, come un divertimento dell'autore e tale vuole rimanere, anche in virtù delle mancanze al suo interno.

Ogni avvenimento è raccontato in prima persona sfruttando il punto di vista di Paolo, protagonista della vicenda, con una narrazione al passato, ma già sul finale del primo capitolo notiamo una scivolata verso il presente: "Da qui, inizia il mio racconto" che si sarebbe potuta correggere con un'altra costruzione per mantenere una coerenza strutturale.

Rimanendo in tema di costruzione dei periodi, Diario di bordo ogni tanto architetta delle frasi che necessitano di una revisione per poter essere più intellegibili, esempi di questo tipo li troviamo in:

"Stavo felicemente copulando sul pavimento, schiacciato dalla incontenibile gioia dei miei amici che si erano tuffati sopra di me. Fu in quel momento che avvenne l'imprevedibile." (Parte 1) Qui sarebbe stato preferibile collegare le due frasi rendendo la seconda una subordinata temporale;

"Nella nostra dimensione c'è sempre stata una sorta di compensazione tra bene e male, dove le due parti si sono prevaricate per periodi molto brevi e sempre sono stati casi isolati, circoscritti, che hanno determinato nel tuo mondo ogni sorta di guerriglie, di regni di breve durata, di falsi imperi." (Parte 5) Forse manca una semplice particella che rende la seconda parte una coordinata oppure ci si riferisce alle prevaricazioni.

Altro errore, che ricorre spesso, è la presenza della virgola che separa il soggetto dal verbo oppure il verbo dall'oggetto e di cui si segnalano alcuni passaggi.

"«Sono Eastwood! Clint Eastwood!», e fissare con gelidi sguardi, tutti i malcapitati malviventi autoctoni, sistemandomi il cappellone di sbieco e sfiorando con i polpastrelli una meravigliosa Colt del 1873." (Parte 3)

"Gli alberi spettrali e deformati, sembravano giganti maligni" (Parte 8)

"Il verso sogghignante dell'anchilosauro, attirò la nostra attenzione." (Parte 10)

Continuando a parlare di soggetto, in un paio di occasioni abbastanza ravvicinate Diario di Bordo sottintende – a inizio capitolo e in un cambio scena – la persona o la cosa che porta avanti la frase presumendo che il lettore sappia per certo di chi si stia parlando, come nella parte 13 e nella parte 14:

L'analisi egoista (iscrizioni chiuse)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon