IX. Di iceberg e timer.

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Un giorno era passato, il mercoledì era scivolato via facilmente soprattutto grazie alle attività del club.

Un nuovo giovedì era arrivato, spalancando le porte direttamente su un paio di verifiche delle quali nessuno dei due si interessava poi molto.

Katsuki era bravo a scuola, e studiare non gli dispiaceva – nonostante non andasse in giro a proclamarlo ai quattro venti. E Izuku, beh... Izuku era un secchione.

Non era uno come Bakugo, Izuku doveva studiare molto, e per apprendere doveva sostanzialmente leggere, rileggere; fare appunti, gli appunti degli appunti, e gli appunti degli appunti degli appunti.

Molto simile ad un piccolo miniato amanuense.

Inchiostro nel più vicino raggio d'azione possibile, callo dello scrittore e dolori muscolari annessi.

Ma ad Izuku piaceva tutta quella roba – e sinceramente, tutto quel lavoro di preparazione alla verifica in quei due giorni era stato di grande aiuto per far scivolare dalla sua testa qualsiasi pensiero che comprendesse o si avvicinasse anche solo lontanamente, a Shoto Todoroki; posticipandolo a tempi decisamente più sereni.

Ma nonostante tutto, quel fondo bruciato di ansia e arrabbiatura generica erano rimaste comunque, ancorate a quella padella che era Izuku. Anche se, sinceramente, più che arrabbiato, Izuku, era in quella sorta di stallo quasi metafisico da quell'episodio di - non proprio - ordinaria follia, che in fin dei conti... non poteva essere capitato sul serio, giusto?

Shoto Todoroki non poteva aver pagato un hacker - o chiunque fosse quella sorta di stalking - per carpire le sue credenziali e poi – cosa? Andare a casa sua e addirittura nella sua scuola?!

Per fare cosa, poi?


Era incredibile che una persona intelligente come Shoto si fosse invischiato in una situazione tanto spiacevole – come si fosse tuffato in quelle acque gelide e avesse trascinato pure lui con sé, come se fosse una buona idea oltretutto; come se fosse anche solo un'idea valutabile, quella.
Cosa cercava di ottenere Todoroki? Buttandosi come un peso morto in quel mare d'inverno, come se lui e tutta quella situazione avesse fatto bene a Shoto poi, o ad Izuku stesso, tra l'altro.

Si era creato dal nulla quella sorta di mega-macigno che pesava sul suo corpo e sulla psiche, e quindi: dunque, seriamente... cosa sperava di ottenere Shoto Todoroki? Trascinandolo con sé in quella sorta di teatrino che si era venuto a formare perché quell'alfa non era stato in grado di tenere la bocca chiusa o – diamine – anche solo pensare alla sua sicurezza, e non solo in quanto omega, ma anche...

Un gemito ed uno sbuffo, e le mani corsero fra i suoi capelli arruffati.

Beh, più Izuku ci pensava e più tutto quello era incredibile, un'incredibile fallace e un'incredibile che faceva letteralmente acqua da tutte le parti. Shoto, pensava seriamente di riuscire a salvarsi da quella specie di affogamento rimandato - che aveva generato lui stesso, fra l'altro – paragonabile solamente alla mole dell'intero affondamento del Titanic, iceberg compreso, come se non bastasse.

Izuku tutt'ora non se lo spiegava, nonostante fossero passate più di 48 ore.

Gemette chiudendo il libro di testo. Aveva rinviato il pensiero troppo a lungo, e tutta quell'analisi posticipata o comunque interrotta sul nascere, sapeva che non poteva fare bene né a lui, né alla sua povera psiche. E quel che era peggio, era che sabato si stava avvicinando.

Nella luce della lampada della sua scrivania, in quella casa – che non era una vera e propria casa per quanto lo riguardava, ma semplicemente una scatola con un tetto e quattro mura. Izuku poteva dirlo tranquillamente: era in un mare di merda.

Exuvia  |  BakuDekuNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ