Sweet Creature •L.S.•

1-Pretty Mermaid

Era mattina quando Louis aveva lasciato le coste di Atene. Il sole batteva sulle teste degli uomini; faceva caldo e la fronte del liscio era appena imperlata dal sudore mentre continuava ad impartire ordini, gridando.
Ci misero una settimana ad arrivare a destinazione; il vento era stato favorevole al loro viaggio e così lo stesso Poseidone li aveva aiutati.

Attraccarono sui litorali dell'Etruria, non molto lontani da Talamone.
Il piccolo plotone con a capo lo stesso Louis, marciò verso la cittadella marittima con l'intento di depredarla delle sue ricchezze.
Si fermarono, però, in un piccolo villaggio poco prima delle mura di Talamone. Era un villaggio di artigiani, piccoli contadini e qualche ricco cittadino venuto ad abitare in quei posti in cerca di pace. Se lo fecero bastare. Al loro arrivo, Louis aveva visto gli abitanti andarsi a nascondere all'interno delle case. I posti come quello erano molto apprezzati dai pirati, quindi non era una novità per i paesani. Saccheggiarono le case, arraffarono le coltivazioni dei contadini e bruciarono i campi, si impossessarono delle armi che erano riusciti a trovare, presero le ceramiche ed i metalli preziosi. Nessuno si era opposto al loro passaggio.

Con le braccia ingioiellate e piene delle nuove armi e ripresero la loro marcia verso Talamone.
Louis era a capo della piccola truppa e marciava a passo svelto verso la città.

Nemmeno a Talamone ci fu resistenza; entrarono dentro le mura della città di notte, quando la maggior parte degli abitanti dormiva e i pochi svegli erano le guardie, che lottavano contro il sonno.
Presero quanto più oro riuscivano a tenere. Questa volta non si limitarono solo a bruciare i campi, ma incendiarono anche qualche abitazione.

Mentre la folla urlava di terrore e di paura e il suo plotone spaventava e saccheggiava la città, Louis rimase fermo a guardare ciò che stava succedendo, l'opera che stavano creando. Un piccolo sorriso sinistro gli si creò sul volto mentre guardava l'ennesima abitazione prendere fuoco, sentiva le urla della piccola famigliola rimasta bloccata all'interno della casa.
Vide uno dei suoi rincorrere tre ragazze mentre quelle urlavano e piangevano, spingendosi l'una con l'altra per riuscire a scappare, ma così facendo finirono solamente col cadere tutte e tre e farsi raggiungere dall'uomo spregevole. Louis storse il naso e distolse lo sguardo, passando a qualcun altro: non gli piaceva quando vedeva quelle scene così volgari su delle ragazze. Ma chi era lui per giudicare? Erano pirati, il loro lavoro (se così si poteva chiamare) era quello di depredare le città e di distruggerle e se ciò significava distruggere anche i loro abitanti, Louis non poteva farci niente.

Per tutta la notte Louis aveva osservato i suoi compagni prendere qualsiasi cosa loro volessero, uccidendo chiunque gli capitasse davanti. Lui, però, non aveva mosso un solo muscolo per aiutare nel saccheggio della città; essendo lui a capo degli uomini, anche se non aveva partecipato attivamente alla distruzione della città, gli sarebbe comunque arrivata un'alta percentuale del bottino.

Quando la dea Eos si mostrò all'orizzonte, Louis capì che era questione di poche ore prima che i rinforzi arrivassero in città. Richiamò i suoi compagni e partirono in marcia verso la loro nave.
I suoi uomini non solo si erano portati dietro gioielli e armi, ma qualcuno di loro si era anche preso delle ragazze che non facevano altro che piangere ed urlare. Louis si stava infastidendo, così si rivolse all'uomo che le stava tenendo.

«Vedi di farle smettere oppure taglio la gola prima a loro e poi a te.»

Louis aveva parlato con tono gelido e l'uomo a cui si stava rivolgendo annuì velocemente prima di strapparsi delle fasce dalla maglia e legarle sulla bocca delle due ragazze che si era portato dietro.
Il liscio sospirò tranquillo, finalmente soddisfatto della quiete.

Quando arrivarono alla loro nave lanciarono tutto a bordo, non curandosi delle povere ragazze, tirarono su l'ancora e partirono, festeggiando per l'immenso bottino recuperato.