𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝟎𝟓: 𝐛𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐥𝐚𝐭𝐭𝐞

216 11 4
                                    


𝐶𝑜𝑛𝑠𝑖𝑔𝑙𝑖 𝑚𝑢𝑠𝑖𝑐𝑎𝑙𝑖: 𝑃𝑢𝑚𝑝𝑒𝑑 𝑈𝑝 𝐾𝑖𝑐𝑘𝑠 - 𝐹𝑜𝑠𝑡𝑒𝑟 𝑇ℎ𝑒 𝑃𝑒𝑜𝑝𝑙𝑒


☽ ◯ ☾


Bobo alzò il volume della radio al massimo, muovendo i fianchi a tempo, mentre la canzone lo invogliava a ballare. Mosse la mano alla sua destra e il mestolo nel pentolone sopra ai fornelli, lontano da lui, iniziò a roteare da solo. Dondolò le dita e la fiamma si attizzò, ravvivandosi fino a far bollire la marmellata di fichi.

Era quasi buffo a vedersi, da fuori: un omaccione tutto muscoloso che sopra alla camicia nera indossava un grembiule ricamato, e cucinava cinque piatti diversi mentre sculettava a tempo di musica. La cucina era una magia. E anche chimica. Un'ottima commistione fra scienza ed incantesimo. Bobo non era minimamente abile come molti dei suoi fratelli - figuriamoci - ma aveva fatto della sua passione un incanto e un lavoro.

Perciò eccolo lì.

Assunto da pochi giorni come cuoco del Blue Avalon Hotel, che ancora non aveva aperto, per elaborare piatti stravaganti da servire durante l'inaugurazione. Il lancio dell'albergo dipendeva anche da lui, le aspettative del mondo sovrannaturale erano alte e Bobo non voleva sbagliare niente. Per fortuna, la magia culinaria era la sua specialità.

Con la pelle scurissima, i capelli rasati e quelle manone, qualcuno avrebbe pensato a lui come ad un pugile venuto dalla Nigeria, o qualche posticino lì nelle vicinanze. In realtà veniva da Haiti e non avrebbe mai fatto male nemmeno ad una mosc... Ah no. Gli era capitato di uccidere tacchini e galline a mani nude, o anche di acchiappare pesci enormi. A volte, per la cucina bisogna fare dei sacrifici.

Uno come lui sapeva fare cose insospettabili come predire il tuo futuro dalle foglie di tè rimaste sul fondo della tazza, oppure dalle viscere degli animali cacciati. Per la maggior parte dei suoi piatti però, preferiva andare a prendere la materia prima dal supermercato.

Tutto questo per dire che nessuno si sarebbe aspettato di vederlo lavorare in un'elegante magione della Scozia. Come no. Ma si stava adattando bene al clima, era già diventato amico del tuttofare, Atlas, e apprezzava particolarmente la serietà del capo, Evander. L'unico con cui non aveva instaurato un rapporto era Yukine: il medium era talmente schivo che a stento Bobo lo vedeva in giro. C'era anche da dire che quel giapponesino, spesso, si imboscava in aree del castello talmente spaventose che il cuoco non ci avrebbe mai messo piede nemmeno sotto tortura.

E quindi, a dire la verità, l'haitiano si sentiva un po' solo. Per fortuna, le Highlands gli avevano portato un insolito compagno di giochi, quello con cui passava la maggior parte del tempo. Stando sempre in cucina, raramente parlava molto col resto dello staff. Poi però, un furbo micetto col pelo bianco come il latte s'infiltrava dalla finestra, attratto dal buon profumo che evaporava dalle pentole, dove il cibo preparato da Bobo cuoceva.

Il gattino era venuto a fargli visita sin dal primissimo giorno in cui lo chef era arrivato. Stendeva le zampette rosa, agitava le vibrisse e saltellava verso di lui, strusciando il muso dolce contro il suo gomito. Lo stava facendo anche oggi: i gommini rosa premevano sul braccio del cuoco, gli artigli sottili gli puntellavano la pelle senza fargli male. Mentre le fusa riempivano l'aria, mescolandosi alle note di Pumped Up Kicks.

«Non credo ci sia un animale più ruffiano di te, sai?» esclamò Bobo, scuotendo la testa con divertimento. «Mon petit Chat coquin.» lo apostrofò dolcemente, allungando all'animale solo un piccolo pezzetto di carne. Non riusciva a negare niente a quel micetto viziato. Pochi giorni insieme e già gli aveva dato un "nome", se Chat poteva definirsi nome.

Blue Avalon Hotel | 𝑩𝒐𝒚𝒙𝑩𝒐𝒚 |Kde žijí příběhy. Začni objevovat