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EVIE.

—Ci spieghi perché alloggiavi in un hotel del genere insieme ai tuoi amici?— domandò Sawyer a Cassian, offrendogli un succo di frutta alla pesca.

—Era una promessa che mi aveva fatto quando mi aveva chiesto per la prima volta di fare una consegna di droga, a fine aprile— spiegò lui, guardando il bicchiere.

—Non ho accettato per la vacanza in sé, o per quanto fosse lussuoso l'hotel. Insomma, alla fine sapevo che non era neanche una scelta, lo dovevo fare e basta, voleva semplicemente renderlo come se ne valesse la pena. Perché avrei ottenuto una cosa del genere in cambio— aggiunse poi.

Eravamo a casa e Cassian stava raccontando altri dettagli a tutti noi. Sì, con tutti, intendevo proprio tutti e quella volta, Sebastián si era venuto a sedere vicino a me.

Anche se non mi stava toccando o guardando, sentire la sua presenza così vicina mi faceva stare bene.

—Che stronza— commentò Jordan, scuotendo la testa —ho avvertito mia madre di tutto, che avrei raccontato la verità e il resto ed ha già lasciato la casa. Alloggia da una sua amica, ma non può rimanere lì per molto— disse Cassian, guardandomi.

—mia madre e Callum stanno arrivando, risolveremo la cosa— disse Cameron —aspetta, stanno venendo qui a Miami?— domandò Julián —di sicuro non potevano discutere di una cosa del genere via telefono— gli disse Emerson.

Diamine, come avrei fatto a restituirgli un favore del genere?

—Tua madre è disposta a trasferirsi?— chiese Wyn, Cassian annuì —suppongo di sì, vuole solamente lavorare e vivere la sua vita in tranquillità— rispose.

—Bene, allora bisogna solo aspettare— commentò Sawyer.

In poco tempo, ci disperdemmo per la casa. Aaron diede dei vestiti a Cassian, che ancora doveva riprendere tutta la sua roba dall'hotel, e il mio migliore amico andò a farsi una doccia in camera mia.

—Evelyn— mi sentì chiamare dalla sua voce, mi voltai verso di lui —sì?— gli chiesi, lui mi guardò negli occhi —stai bene?— mi domandò, il cuore iniziò a battere forte per la premura che aveva avuto nei miei confronti. Annuì, mantenendo a freno l'istinto di abbracciarlo, lui guardò a terra, come se stesse combattendo l'urgenza di dirmi qualcosa.

—C'è qualcosa che vuoi dirmi?— gli domandai, voltandomi completamente verso di lui. Sebastián poggiò le braccia sul tavolo —forse non è il momento per parlarne ma... Non ti aspetti nient'altro da me, dopo quello che è successo, giusto?— domandò, guardandomi serio.

Cosa...?

Non lo stava dicendo sul serio, no? Non dopo ieri notte.

—Cosa? Credevo che io e te...— iniziai, ma quando vidi la sua espressione mutare velocemente, mi bloccai.

No, ti prego.

Perché faceva così?

—Tu ed io cosa? Pensavi che fossimo diventati una coppia o che? Che ti avrei giurato amore eterno?— sbottò poi, senza un vero motivo.

Ero così stanca di tutto questo.

Prima si avvicinava, facendomi credere che il nostro rapporto stia diventando più intimo e solido e poi, mi spingeva via di nuovo.

Non era pronto a qualcosa di serio ed io non gli importavo abbastanza.

Solo che, quella volta faceva molto più male delle precedenti, perché avevo iniziato a crederci.

Perché lui... Mi piaceva, tanto. Troppo.

Lui continuava a guardarmi serio, mentre io, per evitare di crollare davanti a lui come una stupida che ci era caduta con tutte le scarpe, mi allontanai, cercando di promettere a me stessa che questa sarebbe stata l'ultima cosa che avrei condiviso con Sebastián Rodríguez.

My Darkest DesireDonde viven las historias. Descúbrelo ahora