uno

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«aspetta, cazzo

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«aspetta, cazzo.. sei pesante.» con una mano sulla schiena lo accompagnai sino all'interno dell'edificio.

mi assicurai che le luci fossero spente, segno che gli altri studenti dormivano. richiusi la porta alle mie spalle con un leggero calcio e jungkook si lamentò ancora. continuava a scalciare per aria e a sbuffare ad ogni passo.

se avessi saputo che fosse così terribile non l'avrei portato con me.

lo adagiai sul letto e la sua uniforme si alzò appena, mostrando l'addome pallido e piatto. distolsi lo sguardo e mi allontanai per recuperargli un cuscino ed una coperta. quando tornai era seduto e si premeva la tempia con le dita, borbottando qualcosa su un forte mal di testa.

gli preparai quindi un bicchiere d'acqua e due pillole che avrebbe dovuto ingerire la mattina seguente, ma le mandò giù ancor prima che potessi dirglielo.

sospirai, l'idea di averlo in camera di certo non mi entusiasmava.

i suoi abiti stracciati puzzavano ancora di alcol, così come il suo alito. i capelli in disordine sparsi sul materasso ed una espressione corrucciata in viso. sembrava stesse per piangere da un istante all'altro.

e vista la situazione, non mi sarei sorpreso di nulla.

quella stessa mattina aveva trovato il coraggio di confessare i propri sentimenti a park jimin, liceale di solo un anno più grande. aveva aspettato la cerimonia di inaugurazione per poter parlare con lui ed in cambio aveva soltanto ottenuto delle risate.

jimin si era scusato con lui dicendo di avere il cuore già impegnato ed i presenti lo avevano deriso e perseguitato per il resto della giornata. così alla sera avevo trovato il suo corpo disteso nella toilette di un pub. aveva bevuto parecchio ma non sembrava importarsene, continuava soltanto a chiamare a gran voce il maggiore.

ed anche in quel momento lo stava facendo.

«jimin..» si lamentò e il suo sguardo si posò sul mio. si sollevò col busto per essermi più vicino. «sei così bello stasera.»

«non sono jimin, coglione.» avrei voluto schiaffeggiarlo così forte da fargli riprendere conoscenza.

brontolò qualcosa sottovoce e portò entrambe le mani sulla mia nuca, attirandomi verso di lui. le sue labbra rosse erano sporche e le fissai a lungo, infastidito da quell'estrema vicinanza.

cercò di baciarmi ma mi scansai ancor prima che potesse farlo. mi alzai disgustato e lo spintonai dalle spalle per farlo tornare disteso.

«sei ubriaco come un cane.» dissi forse troppo forte e dovetti controllare il volume della mia voce pur di non risvegliare nessuno.

«sei qui soltanto perchè hoseok mi ha costretto a portarti via da lì. non pensare che pulirò il tuo vomito domattina.» parlai vicino al suo volto e jungkook sorrise in risposta, gli occhi socchiusi.

border | taekook ✓Where stories live. Discover now