cinque

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sbattei la porta con rabbia alle mie spalle

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sbattei la porta con rabbia alle mie spalle.

non riuscivo a credere che avesse inventato tutto pur di farmi rompere con lei.

la sola idea mi faceva andare fuori di testa. sapevo che fosse un ragazzo determinato che otteneva sempre ciò che voleva, ma non riuscivo davvero a capire come fosse riuscito a spingersi a tanto.

mi portai una mano alla testa, mi scoppiava a causa sua.

le sue parole non facevano altro che risuonarmi di continuo e mi convinsi di smentire la cosa.

così mi alzai ed in fretta cominciai a perlustrare la stanza in cerca di qualcosa che mi facesse intendere che jihyo fosse stata lì la notte prima.

controllai sotto al letto, tra le lenzuola e dentro i cassetti, non c'era traccia di nulla.

anche il bagno era in ordine e tutto sembrava esattamente come l'avessi lasciato.

gettai un urlo di rabbia colpendo con un calcio il mobile lì vicino. quel ragazzo mi avrebbe fatto impazzire.

mi diedi dello stupido per aver dubitato della mia ragazza a causa sua e mi sedetti sfinito.

poggiai la testa tra le braccia e rimasi lì ad occhi chiusi.

ma il silenzio non durò molto, perchè il telefono cominciò a suonare per la stanza.

«dove sei? il professore chiede di te.»

«digli che salterò le lezioni.» e misi giù.

non avevo alcuna voglia di stare a sentire nessuno, tantomeno incontrare la sua faccia in giro per l'istituto.

[ ... ]

«passami gli appunti.» insistetti ma namjoon continuò a scuotere il capo.

«hai saltato le lezioni perchè sei pigro e vuoi anche che ti passi i miei appunto?»

«mi scoppiava la testa.» dissi soltanto e alla fine lo convinsi.

cercai di copiare tutto e concentrarmi sulla materia, ma namjoon al mio fianco sembrava piuttosto irrequieto.

«la smetti di fissarmi? dimmi quello che devi dirmi avanti.» oramai lo conoscevo bene e sapevo quando avesse qualcosa di cui parlarmi.

ci pensò un attimo poi sospirò e prese il telefono. per la prima volta non scherzava, anzi era serio e rigido.

«non sapevo se parlartene o meno ma mi è sembrata la cosa giusta farlo.» mi porse il cellulare.

non capì e lo guardai. «sai che jin è nel tuo stesso dormitorio, no?»

annuì e lo lasciai continuare. «ieri mentre tornava nella sua stanza ha visto jihyo e mi ha mandato questa.»

una foto ritraeva un ragazzo del quinto anno che stringeva in un'abbraccio jihyo. nell'altra, che entravano nella mia stanza assieme.

strinsi il telefono tra le dita e chiusi gli occhi, cercando di calmarmi.

«non volevo lo sapessi così ma cazzo, ti ha mentito e non potevo fare finta di niente.»

mi alzai e senza pensarci un istante andai nel mio dormitorio.

non andai a cercare lei, ma jungkook. dovevo scusarmi con lui per aver dubitato delle sue parole.

quando arrivai, non trovai nessuno in stanza. c'era silenzio e bussai più volte.

sospirai, avrei dovuto aspettarlo lì almeno per un altro paio d'ore.

mi appoggiai con la schiena alla porta e tenni gli occhi chiusi: il mal di testa si stava diffondendo sempre di più e la sola idea di vedere la mia ragazza con un altro mi nauseava.

non riuscì neanche a ricordarmi quanto tempo ero rimasto dietro la sua porta, ma nel pomeriggio l'avevo visto camminare nel corridoio con le chiavi tra le mani.

«jungkook.» pronunciai a voce bassa e mi avvicinai, ma si comportò come se non esistessi.

non parlavamo da solo un giorno ed il suo viso sembrava più pallido del solito.

gli toccai il braccio con la mano ma non fece nulla, mi guardò soltanto impassibile.

«ho bisogno di parlarti.» dissi e non m'interessò di sembrare disperato, gli dovevo delle scuse.

«hai detto di non voler vedere più la mia faccia.» rispose con un mezzo ringhio.

sospirai e feci per entrare in stanza con lui, ma richiuse la porta.

«apri, devo parlarti.» dissi ma non ricevetti ancora risposta. «avevi ragione su jihyo.»

ancora silenzio ma stavolta si era avvicinato alla porta per sentire meglio. «qualcun'altro mi ha detto di averla vista assieme ad un ragazzo.»

la porta venne aperta e jungkook era lì in piedi a fissarmi.

mi fece spazio per entrare in stanza e lo feci. presi posto sul divano e mi guardai attorno, era la prima volta che entravo lì.

era molto simile alla mia nuova stanza, ma la sua era più piccola ed accogliente. mi sentì subito meglio la dentro.

«allora?» mi fece pressione per parlare e annuì guardandolo.

«sono stati assieme ieri notte.» risposi e mentre lo dicevo a voce alta mi venne un dolore al petto.

mai avrei immaginato di poterla vedere con qualcun'altro che non fossi io.

jungkook non disse nulla ma sembrò apprezzare che gliene stessi parlando. «non dovevo darti dello stronzo e dubitare di te.»

«è un bene che lo sai.» parlò a voce bassa e mi avvicinai per stringerlo a me.

ma come avevo immaginato, si allontanò e mi guardò torvo.

«voglio solo stringerti.»

si convinse in fretta e avvolsi le mie braccia attorno al suo busto. lo strinsi forte e sprofondai il viso contro il suo collo.

mi sentì subito meglio, il suo profumo sapeva di casa e volevo rimanere in quella posizione per tutta la notte.

quando mi scostai, jungkook mi stava fissando e i suoi occhi erano lucidi.

confuso passai il pollice sulla sua guancia e la accarezzai lentamente.

«quando sei con me, potresti non pensare a lei?» mi chiese e poi congiunse le sue labbra con le mie.

mi lasciai trasportare da quel morbido bacio, assaporando ogni centimetro della sua bocca. le sue dita mi accarezzarono la nuca e quando si allontanò, poggiò la fronte alla mia.

respirò piano e aprì piano gli occhi, portandoli sui miei in un contatto profondo.

per la prima volta, lessi che anche lui mi desiderava.

per la prima volta, lessi che anche lui mi desiderava

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