due

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«ehi, sei sveglio?» guardai dall'altra parte della stanza da dove arrivava il saluto

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«ehi, sei sveglio?» guardai dall'altra parte della stanza da dove arrivava il saluto.

i miei occhi ci impiegarono del tempo per mettere a fuoco la sua immagine.

quando riconobbi i tratti maschili di taehyung mi tirai su e indietreggiai fino a sbattere la schiena sul muro.

era appoggiato contro la porta e mi stava sorridendo, il petto nudo e teneva in mano una tazza di caffè caldo.

guardandolo, provai emozioni contrastanti. ero arrabbiato con lui per avermi fatto quello in un momento di debolezza.

ero arrabbiato con me stesso per aver bevuto così tanto da non riuscire a controllarmi. ero arrabbiato con jimin per aver rifiutato il mio amore.

«non stai più frignando per lui, questo significa che ti ricordi della notte scorsa.» continuò a guadarmi con quel suo sorriso lascivo.

vedendo che non dissi nulla, si sedette sul bordo del letto e parlò di nuovo. «alzati, così possiamo andare a mangiare qualcosa.»

negai col capo, sentivo un buco all'altezza dello stomaco. «mi senti? scendiamo giù.»

«ho.. sentito.» mi venne voglia di piangere perchè la gola faceva male.

«perchè parli così?» si avvicinò per poggiare una mano sulla mia spalla ma non glielo permisi. non mi avrebbe toccato di nuovo.

taehyung sospirò e si alzò. andò verso l'armadio per darmi la sua divisa, ma forse dimenticava che le mie spalle erano più larghe e quindi la maglia mi sarebbe stata stretta.

negai col capo e feci per alzarmi, ma le fitte al bassoventre non me lo permisero.

improvvisamente ripensai alla notte scorsa e a come avessi fatto il passivo.

era la prima volta che stavo sotto in un rapporto sessuale e sembrava che il mio corpo se ne fosse appena ricordato.

mi tenni le gambe con entrambe le mani e mi alzai a fatica, faceva davvero male.

sentì come se il mio corpo si fosse strappato in mille pezzi e non riuscivo neanche a piegare bene le ginocchia.

taehyung parve notarlo e portò una mano sulla mia schiena per accompagnarmi fino al bagno.

«non toccarmi.» ringhiai e alla fine riuscì da solo.

ne uscì soltanto qualche minuto dopo.

indossavo l'uniforme sgualcita del giorno prima ed il mio viso era davvero combinato male: un misto di stanchezza e rabbia, con i capelli in disordine e il collo pieno dei suoi segni.

cercai di coprirlo il più possibile con il colletto della camicia e uscì in fretta dalla stanza.

scendendo al piano inferiore, taehyung era seduto al tavolo con due piatti di ramen davanti. erano ancora fumanti e sembravano avere un buon odore, ma non mi sarei fermato ancora a lungo in quella casa.

lo sorpassai e sbattei le mani sul cancello per farlo aprire, ma era chiuso dall'interno.

«apri, voglio tornare a casa.» quasi gli urlai contro.

taehyung mi raggiunse scuotendo il capo e mi strinse il braccio per farmi voltare.

«mangia prima qualcosa, sembra che stai per morire.» indicò il mio viso pallido.

«ti ho detto di aprire.» insistetti e lo vidi prendere delle chiavi che inserì nella serratura.

prima di farle scattare però, si voltò di nuovo a guardarmi. «vuoi che ti accompagni?»

«fottiti, è per colpa tua se sto così. non fingere di essere il buono della situazione.»

«sei tu che mi sei saltato addosso.» parve infastidito dalla mia accusa ma continuò comunque a fissarmi negli occhi. «voglio accompagnarti soltanto perchè ho paura che morirai per strada.»

rise ma non lo trovai affatto divertente, anzi pensavo davvero di star morendo a causa del dolore al bassoventre.

lo spintonai e gli presi le chiavi con le quali aprì il cancello. gliele tirai sul petto una volta uscito ma fui attirato ancora una volta dalla sua voce.

«jungkook aspetta. non farne parola con nessuno, ho una ragazza.» non mi voltai neanche e andai via.

[ ... ]

dormì per tutta la mattina e saltai perfino le lezioni.

ero sfinito e avevo dovuto chiamare un compagno di corso per avvisare che non sarei stato presente.

quando mi ero risvegliato, erano le quattro del pomeriggio e lo stomaco brontolava dalla fame. mi alzai e nonostante avessi riposato, il dolore era ancora lì presente.

cercai di non badarci troppo mentre aprivo una confezione di ramen per riscaldarlo. anche quello però mi ricordò taehyung, così finì per sospirare e per bere dell'acqua.

portai il bicchiere sul tavolo e feci per prendere il telefono, ma una voce femminile mi distrasse e lo ripoggiai. uscendo in balcone, una giovane ragazza stava annaffiando la sua pianta.

aveva dei lunghi capelli biondi e indossava l'uniforme scolastica, che riconobbi subito essere della mia università.

stavo per dirle qualcosa ma due forti braccia le strinsero la vita. la ragazza sorrise e si voltò a baciargli la guancia. «amore, dovresti prendertene cura o morirà.»

«hai ragione piccola, mi dispiace.» rispose lui e quando sollevò la testa per stringerla in un abbraccio, i suoi occhi incrociarono i miei.

era taehyung e la sua espressione si era fatta più seria.

«piccola, lui è jungkook. un amico e studente del secondo anno.» la ragazza si voltò all'istante per farmi un gran sorriso.

«gli amici di taehyung sono anche i miei.» disse prima di allungare una mano oltre il balcone. «è un piacere conoscerti, sono jihyo.»

la strinsi appena ma i miei occhi erano fissi su di lui. abbozzò lo stesso sorriso lascivo e perverso di quella mattina e fui costretto a distogliere lo sguardo.

tornai in stanza dopo aver salutato jihyo e mi sedetti sul divano, sospirando ad occhi chiusi.

ottimo, il mio nuovo vicino di stanza era il ragazzo con cui ero andato a letto.

ottimo, il mio nuovo vicino di stanza era il ragazzo con cui ero andato a letto

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