Capitolo XXXIII

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James si era perso ad osservare Sirius, in quei due giorni dopo la chiacchierata con Luna. Cercava di capire, cercava di mettere insieme i pezzi...

Ma il suo migliore amico, il ragazzo più affascinante e dannato di tutta la scuola, si ostinava a comportarsi normalmente.

Gli sorrideva, faceva battute idiote, rideva sguaiatamente, si dava arie da divo.

Non aveva... Avuto una vera e propria conversazione con Remus. Nonostante il Veritaserum nel bicchiere di Luna fosse servito a scoprire cosa la ragazza gli mettesse nel bicchiere... James si rese conto, in quel momento, di quanto poco Sirius gravitasse attorno a Lunastorta. O meglio, già lo sapeva, già lo aveva notato, sin dai tempi del famoso e mal riuscito scherzo... Ma, doveva ammettere, con il tempo James aveva smesso di prestare attenzione.

Quindi, se Sirius parlava tranquillamente con Peter e gli chiedeva i dettagli più intimi e scabrosi della sua notte con la Goldstain... In comparazione, lui e Remus non avevano avuto alcuna conversazione.

E, durante la notte, Sirius aveva ripreso ad infilarsi nel suo letto.

James lo assecondava, ovviamente; non aveva nessun motivo per smettere di baciarlo, per smettere di toccarlo... Anche se le parole di Luna fossero state vere, anche se Lily rischiava di non capire il loro rapporto, beh... Lily non era la sua ragazza, in quel momento.

E James non si sarebbe mai privato di Sirius, mai.

Perciò, dopo aver passato due giorni ad osservarlo, dopo aver rincorso in circolo gli stessi pensieri più volte, ossessivamente, James decise di affrontarlo.

Lo trovò grazie alla Mappa in uno dei parecchi cortiletti esterni sparsi ai piani superiori del castello... Uno dei loro posti preferiti in assoluto. Era discreto, in quanto ci si arrivava prendendo una deviazione nascosta durante la salita della torre di astronomia; uno dei tanti luoghi che aveva regalato loro la Mappa, e che James aveva condiviso con Sirius e lui soltanto.

Cadeva una pioggerellina leggera, e Sirius era in piedi sotto di essa, gli occhi chiusi, la mente persa, mentre James lo osservava riparato da un tettuccio.

"... Sirius?" lo chiamò, piano, quasi a non volerlo disturbare.

Sirius si girò verso di lui e sorrise, uno di quei sorrisi che gli stringevano leggermente gli occhi e lo rendevano, a suo parere, incredibilmente e stranamente dolce.

Era uno dei suoi sorrisi, che Sirius mostrava solo a lui.

"Voglia di stare in compagnia?" lo salutò Sirius.

James esitò, aprendo leggermente le labbra.

"In realtà vorrei... Parlare".

Quello spense il sorriso di Sirius, che gli fu subito accanto, attento.

"Che succede?"

Fra di loro alcune cose erano rimaste in sospeso, lo sapeva. Dopo quella prima notte di confronto... James aveva detto a Sirius di sapere tutto di Luna, e lui ne aveva preso atto, ne era sembrato quasi geloso, ma... Non aveva più chiesto.

James lo conosceva troppo bene.

Sapeva che non l'aveva fatto solo per evitare che lui insistesse sui suoi dubbi, sul suo vederlo cambiato, sull'origine di quel suo lato... Un po' spaventoso, a dirla tutta. E non in senso buono.

"E tu gli stai attivamente spezzando il cuore da anni!"

Le parole di Luna gli rimbombavano nella mente, accusatrici.

Ma era davvero così...?

Sirius era un Purosangue, cresciuto nella mentalità Purosangue, addirittura più estremista della sua... Certo, se ne era distaccato. Ma questo significava forse che rifiutasse ogni aspetto della sua eredità...?

Until the end of the worldWhere stories live. Discover now