Capitolo LXXIII

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Durante il pranzo di Pasqua erano presenti solo gli studenti del settimo anno - quelli che erano riusciti ad alzarsi in tempo, almeno - e gli unici altri cinque rimasti al castello, quindi il preside fece sparire le quattro tavolate e quello dei professori per far riunire tutti insieme.


Mangiarono, ridendo e scherzando, e il preside Silente si divertì a far scoppiare una caramella magica con tutti gli studenti.

Lily osservava di sottecchi James.

Le parole della sera prima erano emerse piano nella sua mente ancora mezza addormentata, e non sapeva bene cosa pensare... Il matrimonio? A diciotto anni?

Non che la cosa... Non le piacesse. Ma ancora non aveva pensato bene a cosa fare del suo futuro, e una decisione così importante...

Guardava James, che rideva con Sirius e Remus, e meditava. Lui non le aveva detto ancora una parola.

Che doveva fare? Parlargliene, non parlargliene...

Alla fine, dopo che tutti ebbero avuto il proprio pezzo di uovo al cioccolato - il preside ne aveva fatto portare uno enorme, posizionato al centro della tavola, e con uno scoppio secco questo si era schiuso per rivelare un paio di colombe vere che avevano spiccato il volo nella sala e tre coniglietti che avevano iniziato a zampettare sul tavolo - i ragazzi si alzarono, e Lily prese la propria decisione.

Afferrò James per la mano e lo fissò, invitandolo con un cenno della testa a seguirla. Era seria. James l'aveva guardata prima perplesso, poi preoccupato, e aveva salutato gli altri prima di allontanarsi con lei.

"Lily, sono pieno come un uovo, non penso di riuscire..." iniziò, non appena vide che erano in quel corridoio del settimo piano.

"Non è quello" rispose sbrigativa Lily, facendo apparire la copia della sala comune con il divano enorme.

James corrugò ulteriormente le sopracciglia.

Lily si sedette di fronte a lui, nervosa, e spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, iniziò a parlare.

"James, cos'è questa storia del matrimonio?"

James sbatté gli occhi due volte, arrossendo, mentre collegava il cervello a quello che aveva detto la sera prima.

"Ah..." disse, passandosi una mano fra i capelli e distogliendo lo sguardo da lei, imbarazzato "Sì, ecco... M-mi piacerebbe molto sposarti, Evans, questa è la verità".

Lily si portò le gambe al petto e poggiò il viso sulle ginocchia, osservandolo.

"Non... Non abbiamo mai parlato del nostro futuro e te ne esci già con il matrimonio?" gli chiese, tranquilla. Non era un'accusa, stava solo... Cercando di capire.

James si sforzò di guardarla negli occhi.

"Per quanto riguarda il mio fututo..." iniziò a rispondere "Dovrò passare con mio padre un po' di tempo, per apprendere i miei doveri in quanto erede Potter. Ora che sono maggiorenne, non appena avrò il diploma in mano, potrò sedere al Wizengamot e far valere il mio Voto, quindi papà mi deve... Guidare... Nell'essere pronto, nel farmi capire come funziona più nello specifico il nostro sistema giuridico, nel rendermi capace di scindere una decisione che prenderei di pancia da ciò che può essere più giusto, cosa non molto facile con me" sorrise, nervoso, passandosi di nuovo una mano nei capelli "Inoltre nella sua ultima lettera mi ha accennato che due o tre dipartimenti al Ministero sono già pronti con un'offerta di lavoro, devo solo scegliere bene dove desidero fare esperienza".

Until the end of the worldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora